Regione, provincia e comune: ecco come si cambia dopo il voto - Le Cronache
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Regione, provincia e comune: ecco come si cambia dopo il voto

Acquisito il risultato elettorale ed in attesa di ciò che accadrà, a livello nazionale, le segreterie provinciali dei partiti sono tutte impegnate nell’analisi del voto e nelle ripercussioni che avrà o che già ha avuto a livello locale.
Nel mentre si decide chi ha vinto o perso e soprattutto se l’Italia avrà o meno un Governo (che ben che venga durerà 12 mesi), l’attenzione passa ai singoli risultati incassati nei vari comuni. L’occhio, d’altronde, non può non essere puntato anche all’imminente tornata elettorale delle amministrative.
Ma andiamo con ordine. Le elezioni, come sempre accade, cambiano la geografia politica sui territori. Alcuni degli eletti, titolari di un doppio incarico, dopo il 15 marzo (giorno dell’insediamento del nuovo Parlamento) dovranno decidere cosa farsi.
Così ecco come potrebbe cambiare Palazzo Santa Lucia. Qui, tra i consiglieri regionali salernitani, c’è Eva Longo che ben presto entrerà a Palazzo Madama. Se opterà per la camera Alta, la Longo (già sindaco di Pellezzano) lascerà posto al presidente del Consiglio Provinciale, Fernando Zara. Certo è che la surroga cambierà anche la geografia partitica. Perché per un pidiellino che va al Senato, in aula regionale entrerà un Fratello d’Italia. Zara, infatti, fin dalla costituzione del movimento di Meloni, ha giurato fedeltà ad Edmondo Cirielli, oggi riconfermato alla Camera dei Deputati. Insomma la scelta della Longo di certo non passerà solo e soltanto per la sua volontà ma anche per quella della segreteria regionale del Popolo della Libertà. E chissà se per tenersi il seggio Pdl non si offrirà alla Longo un assessorato regionale (motivo per il quale l’ex primo cittadino pellezzanese avrebbe litigato con Cirielli), così da prendere due piccioni con una fava: assicurarsi la presenza Pdl in aula e in giunta (qui in Campania non c’è incompatibilità tra assessori e consiglieri) e far scorrere la lista del Senato, riportandoci così Franco Cardiello.
Passiamo alla giunta. Caldoro dovrà pur rivederla. Non fosse altro che con molta probabilità l’attuale vicepresidente Giuseppe De Mita, volerà a Roma. Al 99 per cento il capolista Udc, Mario Catania opterà per il seggio Veneto, lasciando così spazio a De Mita jr. Viceversa – sempre in casa Unione di Centro – nella circoscrizione Campania 1 – Rocco Buttiglione accetterà il seggio, lasciando fuori l’altro assessore regionale Pasquale Sommese. Per lui, però, si potrebbe prospettare la vicepresidenza della Giunta Regionale, lasciata dal suo collega di partito.
Ritornerà in Parlamento Marcello Taglialatela, assessore all’urbanistica della Regione Campania che due anni fa si dimise da Montecitorio proprio per entrare nella giunta Caldoro. Ora il fratello d’Italia (che segue Meloni nella Circoscrizione Campania 1) potrebbe rafforzare la flotta parlamentare abbandonando Palazzo Santa Lucia. Al suo posto? Occorrerà conoscere prima lo scacchiere politico del Consiglio regionale.
Secondo una prima valutazione della deputazione regionale salernitana, in quota Pdl ci resterebbe Monica Paolino (moglie del sindaco di Scafati Pasquale Aliberti) con i Fratelli d’Italia, Giovanni Baldi e Giovanni Fortunato.
Meno complessa la situazione per Palazzo Sant’Agostino. In Provincia sono quasi tutti fedeli alla linea Cirielli. Insomma la maggioranza guidata da Antonio Iannone non dovrebbe avere contraccolpi, nonostante l’ampio risultato ottenuto dal Popolo della Libertà. Restano scoperte le posizioni di Massimo D’Onofrio, Salvatore Bottone e di Salvatore Memoli, quest’ultimo in pausa di riflessione politica.
Al Comune di Salerno, Celano, Adinolfi e Stasi attualmente dovrebbero essere lo zoccolo duro dei Fratelli d’Italia, con Roberto Celano che potrebbe essere indicato anche quale possibile candidato sindaco. Con il Pdl, al momento c’è Peppe Zitarosa, in attesa di conoscere le posizioni di Anna Ferrazzano e anche di Nobile Viviano (abbastanza assente dalla scena politica cittadina) ed ancora di Antonio Cammarota (Fli), ormai rimasto orfano di una rappresentanza parlamentare. A sinistra, sempre a Palazzo di Città, la maggioranza, o meglio il sindaco De Luca, si dovrebbe costruire intorno a Fulvio Bonavitacola (rieletto deputato Pd) per la successione. Ma in casa Partito democratico, attualmente, s’avverte di più la resa dei conti che da qui a breve potrebbe scoppiare per un risultato abbastanza deludente nell’area provinciale. Ciò non escluderebbe anche la richiesta di dimissioni dell’attuale segretario provinciale Nicola Landolfi.
Nei comuni di centrodestra l’equilibrio sembra che sia sul filo a Cava de’ Tirreni, dove nonostante la poca rappresentanza consiliare il Pdl ha raggiunto il top a dispetto dei Fratelli d’Italia che sul campo esprimeva quasi tutta l’amministrazione comunale, sindaco Galdi in testa. Senza considerare la stessa influenza di Cirielli, praticamente cavese d’adozione. Il gruppo pidiellino, con Giovanni Del Vecchio in prima linea, potrebbe presentare il conto ai fratelli di centrodestra, minando così la già labile maggioranza metelliana, ricordiamo messa a dura prova dalle indagini della Dda di Salerno che hanno portato all’inchiesta Tsunami 1. Urne chiuse ma non i conti e le polemiche che nei prossimi giorni animeranno amministrazioni e segreterie provinciali.