Recovery Plan: l’ Italia è in ritardo - Le Cronache
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Recovery Plan: l’ Italia è in ritardo

Recovery Plan: l’ Italia è in ritardo

Va superata la polemica oggi ancora in corso soprattutto nella maggioranza su chi avrà i pieni poteri: Conte, i tecnici, i politici, i ministri ecc. Occorre parlare, invece, dei contenuti in termini articolati e precisi. Non dobbiamo assistere ad una incomprensibile disputa per stabilire chi vince o chi perde tra i partiti al governo

Occorre mettere in sicurezza il Recovery Plan definendone con assoluta rapidità l’iter. Siamo in ritardo. Spagna, Portogallo e Francia hanno già inviato il loro piano, la Germania ha concluso bene il semestre e la Presidenza Merkel. Il Parlamento e il Consiglio Europeo hanno trovato l’accordo per il varo del Recovery Fund di 750 miliardi alzando dal 10% al 13% la quota del prefinanziamento. Finalmente i paesi dell’Unione Europea potranno tracciare un futuro più verde e più digitale per le imprese e i cittadini europei. La Commissione Europea ora potrà raccogliere sul mercato 750 miliardi, di cui 72,5 verranno utilizzati nel bilancio comunitario 2021 – 2027. I 672,5 miliardi restanti saranno gestiti sottoforma di prestiti e sovvenzioni. Il 37% deve andare alla lotta ambientale, il 20% alla transizione digitale. Ci sarà un controllo sull’utilizzo dei fondi con un regolamento che prevederà, in caso di violazione delle regole di bilancio, un congelamento più ragionevole dei fondi impegnati per un massimo dello 0,25 del PIL nazionale. E’ questa per noi un grande opportunità, non dimentichiamo che è stata approvata negli ultimi giorni di fine anno una importante Manovra di Bilancio da 40 miliardi con all’interno un pacchetto di risorse che provengono dai programmi di aiuti europei, una Manovra che guarda al futuro per rilanciare l’economia e gli investimenti. Nella Legge di Bilancio sono state inserite delle modifiche sostanziali che riguardano una particolare attenzione al mondo del lavoro e alla salvaguardia dell’occupazione, sgravi fiscali importanti, risorse e aiuti per chi è stato maggiormente colpito dalla pandemia, aiuti alle imprese e alle famiglie che vengono ulteriormente potenziati e allargati. La verifica in corso all’interno del Governo deve essere chiarificatrice e deve avere come punto di incontro la sinergia, lo spirito costruttivo, la condivisione di un percorso che, non può non essere quello di essere una squadra decisa e determinata per combattere la pandemia che ancora devasta il nostro paese, e la realizzazione di importanti progetti con le risorse europee che tanto e giustamente abbiamo voluto ritornando a giocare un ruolo da  protagonisti in Europa. All’interno del Recovery Plan aumentano gli investimenti pubblici.  Fra i capitoli che maggiormente beneficeranno del nuovo piano ci sono le infrastrutture che da 27,8 miliardi arrivano a 33, è confermato lo stanziamento di 7 miliardi per il trasporto locale sostenibile e ci si impegna per rilanciare l’occupazione delle donne migliorando la conciliazione vita e lavoro; l’obiettivo è quello di raggiungere la creazione di nuovi posti di lavoro da qui al 2026 e di raggiungere un’offerta media nazionale del 55%, oggi il nostro paese è fermo ad un modesto 25% contro una media europea del 35%. La quota destinata alla Sanità raddoppia  arrivando a quota 18,1 miliardi complessivi rispetto ai 9 previsti inizialmente. In particolare le novità per la sanità riguardano 7,5 miliardi per il territorio e la telemedicina, altri 10 miliardi per innovazione e digitalizzazione ponendo attenzione all’edilizia ospedaliera e alle nuove apparecchiature mediche. I vaccini sono a portata di mano, l’Unione Europea è stata puntuale. Dobbiamo essere all’altezza della situazione. Le preoccupazioni delle persone sono evidenti, non possiamo dimenticare che non siamo stati capaci di dare agli italiani in tempi precisi il vaccino normale anti influenzale.  Mancano i medici, ci sono vuoti tra il personale paramedico; occorre un piano immediato che realizzi nei prossimi mesi una graduale salvaguardia delle persone, occorre superare le difficoltà tra lo stato centrale e le regioni, occorre confrontarsi ed accordarsi con le forze sociali. Bisogna utilizzare le risorse del MES. Non si può perdere ulteriore tempo, l’Italia purtroppo è il paese che ha il triste primato dei decessi per il Covid nel mondo, non è stata una fatalità. La legge di Bilancio ha introdotte importanti modifiche come quella dello stop all’IVA sui vaccini anti Covid, sui test e sui tamponi. Una urgenza è quella della Riforma Fiscale. L’endemia ha accresciuto fortemente le diseguaglianze. L’evasione fiscale è intollerabile, è un giacimento purtroppo inesplorato che si espande sempre di più. I lavoratori a reddito fisso sono tartassati oltre ogni limite di sopportazione. I pensionati da diversi anni hanno visto ridursi di un terzo le pensioni nel loro potere di acquisto che è stato accompagnato da un attacco alla funzionalità e all’efficienza del welfare con particolare riguardo alla sanità. Durante l’endemia molti si sono impoveriti ma altri si sono arricchiti: è inaudita la crescita dei profitti delle multinazionali del web che praticamente godono di una generale immunità fiscale. Tutte queste questioni devono rappresentare l’agenda politica del prossimo anno per portarci alla sconfitta del virus innanzitutto e alla uscita dalla crisi. Il varo del Recovery Plan deve prevedere una proposta definita da esaminare in Parlamento, arricchita anche dal parere delle forze intermedie che dovranno essere sentite dal Governo. C’è un ampio e difficile dibattito tra i partiti che sostengono il Governo Conte. E’ auspicabile che l’esito del confronto sia indirizzato a risolvere i problemi di merito che devono consentire al nostro paese di costruire un futuro per le nuove generazioni. Va superata la polemica oggi ancora in corso soprattutto nella maggioranza su chi avrà i pieni poteri: Conte, i tecnici, i politici, i ministri ecc. Occorre parlare, invece, dei contenuti in termini articolati e precisi. Non dobbiamo assistere ad una incomprensibile disputa per stabilire chi vince o chi perde tra i partiti al governo. Dobbiamo insomma cercare le strade che portano alla soluzione dei problemi. Innovazione, ricerca, ambiente, digitalizzazione, infrastrutture devono essere obiettivi da realizzare con una  strategia condivisa ed appropriata.

 Alessia Potecchi

(Responsabile Dipartimento Banche, Fisco e Finanza del PD Milano Metropolitana)