Ravello Festival: un "InCanto" di programma - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Ravello Festival: un “InCanto” di programma

Ravello Festival: un “InCanto” di programma

Taglio del nastro il 20 giugno con l’Etoiles de l’Opéra national de Paris, in Tristano ed Isotta, mito che passerà attraverso il cunto di Pirrotta, il pianoforte di Orazio Sciortino, e la bacchetta dello Zar Valeriij Gergiev. Parata di stelle tra classica e jazz con Ute Lemper, Laurie Anderson and Philipp Glass, il bel confronto su Bach tra Bahrami e Danilo Rea, il ritorno di Brandford Marsalis in quartetto, i violoncelli dei Berliner Philharmoniker

 

Di OLGA CHIEFFI

Sembra avere lo sguardo e il piglio dello Zar Valery Gergiev il volto schizzato da Mimmo Paladino per la LXIII edizione del Festival di Ravello. Il tema è “Incanto”, un termine che si sdoppia in-Canto, ma che intende dire, con decisione le cose, il silenzio presente nei suoni della memoria, attraverso le arti che nel loro continuo domandare riaccendono la meraviglia per l’essente, la meraviglia che l’essente è. Meraviglia che non è solo incanto o superamento estatico della ragione, ma è, e continua ad essere, riflessione, riflessione del cogito che prova insieme l’angoscia del silenzio, ossia della morte e la gioia della parola nel suono delle cose. Il taglio del nastro è fissato per il 20 giugno, quando sarà la danza ad evocare il mito di Tristano e Isotta, elevandosi su quell’accordo che aprì le porte del Novecento. In scena Dorothèe Gilbert e Mathieu Ganio, dall’Opèra de Paris, per omaggiare una leggenda che passerà il 22 agosto nell’invenzione del Cunto di Tristano di Vincenzo Pirrotta, attraverso la tastiera di Orazio Sciortino il 1 settembre fino a raggiungere la pienezza dei tempi, nella bacchetta dello Zar Valerij Gergiev, al quale è stato affidato il concerto wagneriano del 5 settembre, che lo vedrà protagonista con l’orchestra del teatro Marinskij di San Pietroburgo e il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Parata di stelle per l’intera estate, tra classica e jazz, che trapuntano il cartellone allestito da Stefano Valanzuolo, con Laurie Anderson che incontra sul palco Philip Glass, il 9 luglio e ancora  Francesco De Gregori, il quale si propone in acustico il 10 luglio, mentre l’appuntamento con l’estro di Bobby McFerrin è per il 16 luglio, e la  lezione sulla tradizione del canto New Orleans sarà offerta da Dee Dee Bridgewater, il 21 luglio. Il 3 luglio Ute Lemper svela i suoi 9 segreti a Villa Rufolo, e tre grandi artisti di lingua spagnola esplorerarnno, con Gianni Minà il versante sociale della canzone, Joan Manuel Serrat con Gino Paoli; Augusto Enriquez, musicista cubano impegnato in un significativo omaggio al cantautore simbolo della propria terra, Silvio Rodriguez; infine Maria Gadù, a rappresentare la nuova leva brasiliana. Ma la voce può dare corpo ad altre suggestioni, tutte teatrali come quelle di Giorgio Albertazzi, con Mariangela D’Abbraccio, nel segno di Borges e Piazzolla. Buone orchestre al festival, la Gustav Mahler JugendOrchester diretta da Herbert Blomstedt, la European Union Youth Orchestra con Gianandrea Noseda, la Junge Wien Philarmonie  l’Orchestra dell’Accademia della Scala con la finlandese Susanna Mälkki, l’Orchestra Sinfonica Caikovskij, diretta dall’esperto Vladimir Fedoseyev e con Valentina Lisitsa alle prese con il “Rach 3”, l’Orchestra del San Carlo), i Berliner Symphoniker e l’Orchestra Filarmonica della Fenice, protagonista, con Alvise Casellati, del suggestivo Concerto all’Alba. Per i jazzofili diverse le date da segnare a cominciare dalla Rhapsody in Blue di Gershwin interpretata da Uri Caine,  il duo Kenny Barron – Dave Holland, la pianista Chihiro Yamanaka, il sassofonista Branford Marsalis in quartetto. C’è anche un Bach trasversale con l’inedito duo Ramin Bahrami – Danilo Rea, e il Bach dell’integrale preziosa dei Concerti Brandeburghesi (Bahrami, Mercelli, Solisti Aquilani). E ancora Ravello ospiterà Nicola Piovani, protagonista e autore del nuovo spettacolo “La musica è pericolosa”; il ritorno di Stefano Bollani, in piano solo. Né finisce qui: grande danza con Silvia Azzoni e gli artisti del Balletto di Amburgo, impegnati con coreografie di John Neumeier; tra musica e teatro la “Histoire” stravinskiana proposta dai Solisti della Scala e Luigi Maio; un omaggio al cinema, per finire, la serata sinfonica divisa equamente tra temi di Ennio Morricone e John Williams. Sul versante delle Arti Visive, citiamo la mostra dedicata allo scultore di scuola napoletana Augusto Perez, curata da Flavio Arensi, che occuperà gli spazi di Villa Rufolo e della terrazza dell’Auditorium Niemeyer.