Ravanelli: Ecco perché rifiutai la Salernitana - Le Cronache
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Ravanelli: Ecco perché rifiutai la Salernitana

Ravanelli: Ecco perché rifiutai la Salernitana

SALERNO. Salernitana-Perugia. Storia di tante battaglie, di un gemellaggio interrotto, di una salvezza degli umbri e una tragica retrocessione in serie B dei granata. Ma, soprattutto, di una rivalità che, seppur non giustificata dal campanile, è rimasta viva al di là di ogni categoria. Chi, in maniera diretta e indiretta, è stato protagonista di questa storia infinita è Fabrizio Ravanelli. Perugino di nascita, con alle spalle una carriera straordinaria, culminata con il gol nella finale di Champions League del ‘96, e che ha legato proprio alla Salernitana un episodio particolare. Quello del clamoroso rifiuto al trasferimento in granata nell’estate del ‘90 sul quale Penna Bianca prova a fare chiarezza: “In quell’estate avevo due proposte, quella della Salernitana e quella della Reggiana. Prima di quella a Caserta ebbi in serie B un’esperienza difficile ad Avellino, in cui faticai ad ambientarmi. In più la Reggiana mostrò maggiore interesse nei miei confronti, mi fece sentire importante e per questo la mia scelta ricadde su Reggio Emilia, non fu un no a Salerno e alla Salernitana”. Nel 1991, prima di Salernitana-Reggiana, Ravanelli fu beccato ed insultato dalla curva sud. Lui per tutta risposta lanciò verso gli spalti una zolla al rientro negli spogliatoi dopo il riscaldamento. Un episodio che però Panna Bianca ci tiene a smentire: “Non è assolutamente vero. Non so quale mente diabolica abbia messo in giro questa voce totalmente falsa. Non ho mai fatto nulla del genere in carriera, ho sempre avuto rispetto per ogni tifoseria, figuriamoci per una piazza come Salerno, per la quale ho sempre nutrito un rispetto e un affetto particolare per tanti motivi”. Motivi che fondamentalmente sono due: il primo è il grande affetto che legava Ravanelli al compianto Andrea Fortunato. Tra qualche giorno, il 25 aprile, ricorrerà il 19esimo anniversario dalla sua prematura scomparsa: “Con Salerno c’è un feeling particolare-spiega l’ex centravanti- soprattutto legato ad Andrea. Era la sua città, me ne parlava sempre benissimo. Eravamo grandi amici e, di conseguenza, rispettavo particolarmente Salerno”. Il secondo è legato all’esordio con gol in Nazionale proprio all’Arechi: “Questo è un’altro aspetto che mi lega a Salerno. Ebbi la fortuna di esordire in Nazionale proprio all’Arechi nel 1996 contro l’Estonia. Finì 4-1 ed io segnai. Una gioia immensa e indimenticabile e mi fa piacere che Salerno ne abbia fatto da sfondo”. E poi un gol segnato all’Arechi nell’ultima vittoria, nella stagione 2004/05, del Perugia a Salerno (nella foto la sua esultanza in compagnia di un altro doppio ex, Beppe Mascara). Un 2-0 che condannò Ammazzalorso all’esonero e aprì il primo atto sulla panchina granata di Angelo Gregucci. Una storia, quella tra Salernitana e Perugia che Ravanelli si augura possa concludersi, finalmente, con un lieto fine: “Sono due piazze straordinarie che meritano altri palcoscenici. Io naturalmente sono perugino ed ex capitano del Perugia, ma sarei felice -conclude Ravanelli- se a fine anno potessero festeggiare entrambe la promozione in serie B”.

Simone Perrotta