Quel feeling mai scoppiato con la piazza - Le Cronache
Salernitana

Quel feeling mai scoppiato con la piazza

Quel feeling mai scoppiato con la piazza

di Fabio Setta

SALERNO. Ottanta punti saranno anche tanta roba ma non sono bastati. Leonardo Menichini nonostante il rinnovo automatico in caso di promozione non sarà l’allenatore che guiderà la Salernitana in serie B. Strano destino quello del tecnico di Ponsacco. Salerno si è sempre legata visceralmente agli allenatori vincenti. Basti pensare a Delio Rossi. Con Menichini, arrivato a due settimane dell’inizio del campionato al posto di Mario Somma, non è mai entrato nel cuore dei tifosi. Raramente, quasi mai dalla curva si è sollevato un coro per lui. Anzi nel corso del campionato più volte i tifosi ne hanno chiesto l’esonero. Un esonero a cui anche Lotito più volte ha pensato ma mai ratificato per diversi motivi ma dando, nei fatti, soprattutto nell’intricato finale, maggior potere anche nelle scelte tecniche al dg Fabiani e anche ai calciatori più esperti, come ad esempio Moro e Lanzaro. Un feeling mai scoppiato con la piazza ma anche con gran parte della squadra. I risultati hanno tenuto unito il gruppo, unitamente alla forza della società. E una delle prove del mancato feeling con la squadra è stata l’assenza del tecnico nel corso dei festeggiamenti per la serie B. Sull’autobus che ha attraversato la città Menichini non c’era, così come nella cena di quella stessa sera dopo la partita con il Barletta. E anche i rapporti con il suo staff si erano deteriorati. Qualcosa si era palesemente rotto ma nonostante questo Menichini sotto sotto credeva ancora nella possibilità di essere confermato. Ma nel duello interno tra lui e Fabiani Lotito ha scelto di confermare il dg. Il divorzio dal tecnico a quel punto è stato inevitabile e condiviso anche da gran parte della tifoseria. Il paradosso è che Menichini lascia Salerno a suon di record: maggior numero di punti, record di vittorie esterne, una difesa di ferro soprattutto in trasferta. Ma non è bastato. Non è bastato perché la gestione delle partite spesso non ha convinto, perché la squadra raramente ha offerto un gioco convincente dando sempre l’impressione di aspettare la giocata individuale o l’invenzione del singolo. E questo non è passato inosservato alla società che conferma la tradizione. Tecnico che vince si cambia. Era successo con Perrone dopo la vittoria del campionato di serie D con l’arrivo di Galderisi e anche dopo la vittoria in Seconda Divisione con l’arrivo di Sanderra. Visti i precedenti però il prossimo tecnico granata dovrebbe iniziare a toccare ferro.