Province, c’è il sì del Senato Comuni, aumentano i consiglieri - Le Cronache
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Province, c’è il sì del Senato Comuni, aumentano i consiglieri

Province, c’è il sì del Senato Comuni, aumentano i consiglieri

Il governo incassa al Senato la fiducia che ha posto sul maxiemendamento interamente sostitutivo del ddl sulle Province. I si sono stati 160 i no 133. Il provvedimento torna ora alla Camera in terza lettura. Non si voterà più per le Province che diventeranno così enti di secondo livello. Antonio Iannone però resterà in carica fino al prossimo 31 dicembre ma a titolo gratuito e solo per l’ordinaria amministrazione o atti urgenti. In carica, fino al prossimo anno resterà anche la giunta mentre le funzioni del consiglio provinciale saranno assunte dal presidente della Provincia. «Sappiamo che tante amministrazioni provinciali lavorano bene, ma bisogna dare un messaggio chiaro forte e netto – ha detto il premier Renzi – Tremila posti in meno per i politici sono la premessa per tornare a dare speranza e fiducia ai cittadini e non e’ un caso che la riduzione dei costi e dei posti della politica sia la premessa per la restituzione degli 80 euro ai cittadini». Sull’abolizione delle Province, interviene Massimo De Fazio consigliere provinciale salernitano dei Fratelli d’Italia, che considera il ddl Del Rio «un provvedimento confuso, che di fatto non abolisce le Province e che si sostanzia in un’ulteriore compressione della libertà di espressione del voto dei cittadini», col quale – dice: «altri nominati cosiddetti di secondo livello sostituiranno consiglieri democraticamente eletti». «Un provvedimento spot, in cui la demagogia sostituisce la democrazia, che genera solo caos istituzionale e che non tiene conto dei rilievi della Corte dei Conti secondo la quale non produrrà alcun risparmio, adottato, infine, col ricatto del voto di fiducia posta da un governo che non ha alcuna legittimazione popolare». Ma nel Ddl Delrio non ci sono solo le province. Novità riguardano anche i Comuni. Aumenta il numero dei consiglieri comunali, mentre viene introdotto il terzo mandato per i comuni al di sotto dei tremila abitanti. «Insieme alla riforma delle Province e all’istituzione delle Città Metropolitane- spiega Mauro Guerra (Pd), membro della Commissione Bilancio della Camera dei deputati.- diverranno legge norme importanti di semplificazione e sostegno per le gestioni associate dei piccoli Comuni, le loro Unioni e le fusioni volontarie. Per i piccoli Comuni si cambia finalmente verso, anche ripristinando dimensioni minime dignitose dei consigli comunali e delle giunte, senza alcun nuovo onere per le finanze pubbliche ma ricostruendo condizioni essenziali di partecipazione democratica e di volontariato civico». «Una battaglia storica di Anci- spiega- trova il suo riconoscimento normativo. Così come viene accolta, almeno sino ai 3000 abitanti, la richiesta da tempo avanzata da Anci di consentire nei piccoli Comuni un terzo mandato per i sindaci, che si motiva oggi anche in relazione agli obblighi di gestione associata delle funzioni fondamentali. Diamo atto al Governo di aver voluto condurre in fondo con determinazione, sino alla posizione della questione di fiducia, una riforma importante che fa ora dei Comuni il motore di una grande riforma del sistema delle autonomie locali. Sono certo che gli amministratori dei Comuni italiani sapranno essere all’altezza della sfida, nell’interesse delle loro comunità e del Paese». Secondo il disegno di legge: tornano gli assessori nei comuni al di sotto dei 3000 abitanti che potranno eleggere 10 consiglieri ed avere una giunta di due persone. Mentre i comuni tra i 3000 e i 10mila abitanti potranno eleggere 12 consiglieri comunali.

(andpell)