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Ponte Genova, il perito: «Stralli corrosi e lavori a metà»

Bernhard Elsener, uno dei periti nominati dal giudice Angela Maria Nutini per l’incidente probatorio nell’inchiesta sul ponte Morandi, interviene sul crollo e alla Radiotelevisione svizzera racconta che se Autostrade avesse compiuto su tutti i sostegni l’intervento di rinforzo eseguito su uno soltanto “il ponte sarebbe ancora in piedi”. La premessa di Elsener, riferisce oggi il Secolo XIX dopo aver visto il documentario ‘Il ponte spezzato’ trasmesso da Rsi, e’ che “il difetto del Morandi, visto con gli occhi di oggi, e’ che non ha ridondanza: quando uno degli stralli (i tiranti con anima in acciaio e guaina in calcestruzzo che scendono da ciascuno dei tre piloni principali, ndr ) si rompe, cade il ponte”. Ed e’ andata cosi’? “A causa dei problemi di umidita’ i cavi si sono assottigliati e si spezzano facilmente. E abbiamo trovato meno cavi integri di quelli che avremmo dovuto trovare”. – Il Secolo sottolinea che sia i legali della galassia Autostrade sia quelli che assistono i dirigenti ministeriali nel mirino stanno valutando se e come intraprendere azioni dopo queste dichiarazioni del perito svizzero: “L’exploit televisivo e’ comunque inaudito gli accertamento sono ancora in corso” hanno detto alcuni di loro, riferisce il quotidiano. “Il crollo ci ha dimostrato quello che si sa dagli Anni 80: il calcestruzzo armato non e’ eterno, si puo’ deteriorare”, ha affermato Elsener. Perche’ il Morandi e’ caduto? “E’ basato su un particolare sistema di bilanciamento: quando manca uno degli stralli diventa asimmetrico e cade”. “Gli stralli sono solo 4 per pilone e questo e’ il punto debole – ha spiegato il perito -. Se fallisce uno dei quattro stralli, la pila crolla, non c’e’ possibilita’ che resti in piedi”. Quanto a possibili concause del disastro tra cui la famigerata caduta di una bobina da un camion in transito, “Rimaniamo con i piedi per terra e non cerchiamo cose fantasiose… Se nel 1993 avessero riparato tutti i piloni, il ponte sarebbe in piedi”. Del
consulente del Politecnico di Milano che segnalo’ criticita’ ma non ottenne risposta dal concessionario, per Elsener “doveva sollecitare o rivolgersi al Ministero, non puo’ dormire tranquillamente”.