Piergiorgio Turco, il medico missionario - Le Cronache
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Piergiorgio Turco, il medico missionario

«Ma di che colore è la pelle di Dio». Se lo è chiesto il dottore oculista Pier Giorgio Turco, il “medico missionario” che per ben 19 anni è andato in Africa a curare soprattutto i bambini con gravi malattie agli occhi,  nel suo  libro: “Le strade dell’amore nel mondo. Pensieri e ricordi d’Africa”  che martedì sera, nella Sala del Gonfalone del Comune di Salerno, è stato presentato alla presenza dell’Arcivescovo Emerito Monsignor Gerardo Pierro, che ha scritto la prefazione, e del professor Giuseppe Cacciatore, che ha avuto l’idea di raccogliere le riflessioni del dottor Turco, in un libro che è un po’ una confessione a se stesso.
«E’ Un libro fatto di ricordi, che si sfoglia lentamente con infinita dolcezza, quasi per non sciuparli», ha spiegato Giorgio Turco che ha raccontato di quando è stato costretto a enucleare l’occhio di un bambino negro: «Con animo grato, quando è uscito  dall’ospedale, mi ha offerto la metà di un pezzetto di pane, l’unica cosa che possedeva, la sua unica ricchezza».
Adesso all’ottantaduenne dottor Turco, al quale il suo medico ha raccomandato di non andare in Africa, mancano i sorrisi dei bambini ricoperti di stracci, che corrono scalzi verso di lui,  la loro curiosità, il loro modo di guardare l’amico – padre – medico, con  uno sguardo dolcissimo e malinconico che chiede la speranza di guarire: «Mi manca l’Africa, i suoi grandi spazi, i suoi colori. Mi manca il mio fratello negro, al quale vorrei ancora andare incontro, stendere le mie mani verso di lui per accarezzarlo, le mie braccia per sorreggerlo, donandogli il mio sorriso, perché lui mi ha insegnato che sulla strada della speranza c’è un raggio di sole per tutti».
L’introduzione al libro è stata curata dal professor Giuseppe Cacciatore,  che  è rimasto colpito dalla   straordinaria coerenza e fede del dottor Turco: «Vissuta attraverso questo slancio d’amore verso i più deboli: i vecchi e i bambini africani che sono il suo grande amore e per i quali è diventato un padre. Grazie Giorgio, per averci dato questo straordinario esempio, questo dono impagabile di amore, fraternità e solidarietà. Salerno deve tributarti l’omaggio che meriti». Monsignor Gerardo Pierro, ha sottolineato la grande fede cristiana del dottor Turco: «Accanto alle ombre ci sono grandi luci. Pier Giorgio è una grande luce che ha saputo trasferire il suo amore, curando i bambini, la parte più debole e indifesa della popolazione. Fintanto che ci saranno, sul nostro pianeta uomini come lui, che aprono il cuore alla speranza, il futuro sarà meno incerto e problematico».  
Il libro, della Edizioni Marte,  è stato sponsorizzato da Salerno Energia, rappresentata dal Presidente  Fernando, caro amico del dottor Turco: «Un uomo straordinario che ha guardato gli ultimi del mondo con gli occhi del cuore» e dal Comune di Salerno, rappresentato dall’Assessore alla Cultura Ermanno Guerra, che  ha espresso la sua ammirazione per il dottor Turco: «Ha dedicato il suo tempo a quelli che soffrono. Rappresenta un modello d’impegno civile e professionale».
 Il  dottor Renato Vicinanza, Presidente del Club Rotary Salerno Est, ha ricordato che  il dottor Turco è uno dei soci del Club: «Pier Giorgio è un rotariano vero, incarna al meglio lo spirito del Rotary: di servire al di sopra di ogni interesse personale. Con lui abbiamo condiviso le emozioni che ha vissuto in Africa >>. La ginecologa salernitana Lola Tonin Bianco, responsabile dell’Associazione SOSolidarietà, per nove volte è stata in Nigeria con il dottor Turco:<< Un uomo dalle grandi doti umane. Pur non conoscendo altre lingue, si fa capire col cuore>>. Tra i presenti tutti i soci e i presidenti dei club rotariani della città che in questi diciannove anni hanno donato generosamente e con amore, i fondi che hanno consentito al dottor Turco di realizzare buona parte del suo lavoro in Africa ed anche di costruire e attrezzare, con la collaborazione e l’aiuto del frate cappuccino Antonio Triggiante un orfanatrofio :”Casa Famiglia” dove oggi sono ospitati 58 ragazzi raccolti dalla strada.