Piazza Casalbore per un giorno si trasforma in parco urbano - Le Cronache
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Piazza Casalbore per un giorno si trasforma in parco urbano

Piazza Casalbore per un giorno si trasforma in parco urbano

di Monica De Santis

“ParkingDay”. E’ questo il nome della manifestazione messa in atto ieri mattina, in occasione della Settimana Europea della Mobilità, dai volontarie e volontari di Greenpeace. Il gruppo di ragazzi e ragazze hanno fatto propria la protesta creativa del “ParkingDay”, convertendo temporaneamente un’area parcheggio, in questo caso quella di Piazza Casalbore in uno spazio “verde” destinato al gioco e alla musica, con l’obiettivo di sottrarlo alle auto e restituirlo simbolicamente alle persone. Così ieri mattina, armati di tavolino, teli, manifesti, colori e giochi, i giovani hanno dato vita all’iniziativa che è riuscita a incuriosire i non pochi passanti per piazza Casalbore Nello spazio temporaneamente liberato, l’associazione ha allestito, come abbiamo detto, un’area ricrativa con tavolini e giochi da tavolo, un piccolo tappeto su cui sdraiarsi e leggere un libro o una rivista, una piccola area giochi in cui allenarsi con lo skateboard o giocare a campana. Le volontarie e i volontari di Greenpeace hanno realizzato l’iniziativa contemporaneamente in diverse città italiane da Nord a Sud, in molte delle quali si terranno il prossimo 3 e 4 ottobre le elezioni amministrative. L’obiettivo è quello di attirare dei candidati alle elezioni comunali sui problemi legati all’onnipresenza delle auto in città. Greenpeace chiede alle amministrazioni delle città italiane di garantire spazi urbani più sani e vivibili e un sistema di mobilità equo e sostenibile, pensato per le persone e non per le auto. A Salerno il gruppo locale di Greenpeace ha più volte denunciato il problema dell’assenza di un numero sufficiente di piste ciclabili e aree dedicate a chi desidera spostarsi con mezzi di trasporto sostenibili. «Per troppo tempo l’automobile ha plasmato il volto delle nostre città, il paesaggio e anche la vita delle persone», spiega Federico Spadini, della campagna trasporti di Greenpeace Italia. «I cittadini sono stati resi dipendenti dal trasporto motorizzato privato attraverso una cattiva pianificazione urbana, la mancanza di accesso ad alternative pubbliche e la massiccia promozione da parte dell’industria automobilistica. I tempi sono ora maturi per un ripensamento dello spazio in città, e le amministrazioni hanno l’opportunità, e anche il dovere, di trasformare i sistemi di mobilità urbana a favore del benessere delle persone e del Pianeta». Con più di 65 auto ogni 100 abitanti, il nostro Paese ha uno dei tassi di motorizzazione più alti in Europa, con il settore dei trasporti responsabile di un quarto delle emissioni di gas serra a livello nazionale. Oltre all’impatto sul clima, sull’inquinamento atmosferico e sulla nostra salute, l’onnipresenza delle auto in città genera congestione, traffico, incidenti e riduce lo spazio che potrebbe essere destinato ad altri utilizzi, come parchi e aree verdi, che hanno invece benefici tangibili sul benessere e la salute delle persone. Per questo, Greenpeace chiede alle amministrazioni delle città italiane di investire da subito in aree pedonali e infrastrutture ciclistiche, trasporto pubblico capillare, servizi pubblici di mobilità condivisa ed elettrica e aree verdi e senz’auto.