Pestarono un commerciante per rubare un Picasso, condannati - Le Cronache
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Pestarono un commerciante per rubare un Picasso, condannati

Pestarono un commerciante per rubare un Picasso, condannati

Pina Ferro

Entrano in un’abitazione di pontecagnano per trafugare un Picasso e terrorizzano il proprietario, un commerciante di Pontecagnano. In sette a giudizio con l’accusa di rapina pluriaggravata e sequestro di persona. Ieri il gup Indinnimeo ha condannato a 2 anni e 8 mesi il battipagliesi Giacomo Turi, 44 anni (difeso da Michele Sarno), a 2 anni Domenico Procida, 32 anni, a 2 anni e 8 mesi Domenico Anzalone, 34 anni, a 2 anni Ettore Olmeo, 52 anni di Eboli, a 2 anni Mario Longo, 51 anni, di Giffoni Valle Piana, a 1 anno e 4 mesi Sabato Turi, 44 anni. L’elenco si completa con la badante ucraina Alessandra Kostriukova, 31 anni, domiciliata a Giffoni Valle Piana la quale ha scelto il rito ordinario e comparirà dinanzi ai giudici il prossimo 17 maggio. Il colpo fu messo a segno nel maggio del 2016. I malviventi dopo essere entrati in casa pestarono a sangue il proprietario perché non volle rilevare ai malviventi quale quadro della sua collezione era di Picasso.
Inutili furono le spiegazioni del commerciante che non c’erano quadri preziosi. I rapinatori quando capirono che non c’era modo di rubare la tela, fuggirono via a bordo della lancia Ypsilon della vittima, portandosi dietro un cellulare e 400 euro. Gli esecutori (difesi dagli avvocati Paolo Riccardi e Pietro Di Stefano) furono arrestati poco dopo dai carabinieri della compagnia di Battipaglia. Gli altri difensori sono Stenio Bove, Bruno Pecci e Stefania Pierro. A far scoprire la rapina fu Giacomo Turi, sorpreso dai carabinieri con indosso ancora la tuta da cantiere. I militari dell’Arma si insospettirono dell’orario, ben lontano da quello canonico di inizio lavoro. Nell’auto di Turi spuntarono la mazza da baseball, il machete, il cellulare rubato e altri oggetti idonei al travisamento. L’auto della vittima, invece, era stata nascosta nel parcheggio di un condominio di Battipaglia, non lontano dall’abitazione di uno dei tre arrestati.