di Andrea Pellegrino Primi incontri a Roma poi in serata la segreteria regionale del Pd si riunisce d’urgenza a Napoli. Ore cruciali per il Partito democratico che accelera – ma non troppo – in vista dell’appuntamento delle primarie del primo febbraio ed in seguito alla sentenza di condanna (ad un anno per abuso d’ufficio) per il sindaco di Salerno, ormai sospeso per effetto della Severino. La posizione di Vincenzo De Luca appare abbastanza chiara. Dopo gli emissari giunti a Palazzo di Città giovedì mattina, ieri la Tartaglione ha ribadito il concetto: «La condanna di De Luca purtroppo pone una serie di limitazioni di cui il partito deve tener conto. Noi dobbiamo vincere contro Caldoro e conquistare Palazzo Santa Lucia». Insomma De Luca condannato dovrebbe farsi da parte. Anche perché se dovesse essere confermata la sospensione anche dal Tar, se eletto non potrebbe mettere piede in aula regionale. Per lui una parte del partito starebbe pensando ad una exit strategy. LA DIREZIONE Intanto il Pd, secondo la nuova tabella di marcia, dovrebbe procedere così: direzione il 30 gennaio per rinviare le primarie del primo febbraio al 22 dello stesso mese. Fino ad allora ci sarà tempo per trattare e semmai trovare un candidato unico. La fuoriuscita di De Luca, infatti, potrebbe rappresentare il giusto viatico per mettere tutte le anime insieme e superare così definitivamente le primarie. A quanto pare, Vincenzo De Luca avrebbe perso anche il suo sponsor principale: ossia il consigliere regionale Mario Casillo, colui che fino a ieri avrebbe tenuto sotto scacco l’intera direzione regionale ed anche Matteo Renzi. Ma ieri Casillo jr sarebbe stato avvistato in un convegno in compagnia dell’europarlamentare Massimo Paolucci, da sempre distante dalle posizioni di De Luca. Segno che il democristiano starebbe già viaggiando – come prevedibile – verso altri lidi politici. LA SEGRETARIA Quindi rinvio necessario anche per la stessa Tartaglione: «Occorre fare chiarezza su tutta una serie di situazioni che sono emerse nelle ultime ore». L’EXIT STRATEGY PER DE LUCA Quanto a De Luca, alcuni esponenti romani sarebbero pronti a tendergli una mano. Seppur più passano le ore e più s’abbassa il potere contrattuale del sindaco (sospeso) di Salerno che nonostante tutto si dice pronto a non “arretrare neppure di un millimetro”. Ieri mattina, infatti, vertice operativo presso la sua sede elettorale di Piazza Amendola per fare il punto della situazione. Secondo indiscrezioni, dalla Capitale ci sarebbero segnali di apertura rispetto ad una possibile presentazione di sue liste civiche, a sostegno naturalmente del candidato presidente scelto. In tal senso De Luca, in caso di passo indietro, potrebbe far concorrere la sua “Campania Libera” con la promessa poi di essere parte integrante per la formazione del governo regionale. Ma basterà? De Luca vorrebbe trattare qualcosa di più consistente. Dalla sua ci sarebbe sempre l’intenzione della guida dell’Agenzia per la coesione territoriale (ex Cassa del Mezzogiorno) ma sarebbe abbastanza consistente l’ala dei democrat pronti a sbarrare le strade romane a Vincenzo De Luca, soprattutto all’indomani dell’ultima esperienza governativa. I NOMI SUL TAVOLO Sui nomi, invece, che restano sul tavolo delle trattative come possibili candidati di “sintesi” in pole restano Andrea Orlando ed Enzo Amendola, mentre rispunterebbe anche Umberto Rainieri. Su Orlando la convergenza sarebbe massima. La stessa De Girolamo, leader del Nuovo Centrodestra in Campania, avrebbe scoperto le carte, alla vigilia della convention di “Area Popolare” in programma oggi a Napoli: «Se ci propongono Orlando sarà difficile dire di no al Pd». La difficoltà principale sarebbe convincere Cozzolino ad un passo indietro. Ma per lui dietro l’angolo ci sarebbe la proposta di candidatura a sindaco di Napoli.
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