Dopo due anni dal suo ultimo lavoro letterario ’28 giorni – Storie di madri’, la giornalista Francesca Cutino torna sulla scena letteraria con la sua seconda opera ‘Parrucche’, un romanzo di 170 pagine in cui una storia nella storia prende vita a colpi di capitoli sempre più avvincenti. “E’ una storia che mi rappresenta molto. Dentro c’è tanto della mia vita, delle mie esperienze e della mia fantasia. C’è tutto quello che io sono, nel bene e nel male. La storia che racconterò mi ha travolto, avevo un bisogno forte di buttarla fuori, di darle forma e anima. Credo sia accaduto un pò a tutti di avere qualcosa dentro che freme, un segreto, un progetto, un sogno, pronto ad esplodere alla prima occasione. E’ un gioco di ruoli, dove tutto non è mai come sembra, c’è chi indossa una parrucca per essere altro da sè, chi nasconde qualcosa, chi tenta di ripararsi dal dolore e chi spera, come ultima spiaggia, di ridarsi dignità e speranza”. La protagonista del romanzo è un’esperta di comunicazione alle prese con una campagna elettorale di un candidato sindaco di una città senza nome. Una campagna eletto- rale che si tinge di giallo, ma anche di rosa. Al centro della storia, però, vi è il ‘mostro’, così l’autrice lo definisce a più riprese, che cancella e annienta l’essere umano. Chissà che la storia non ricalchi qualche esperienza vissuta… Francesca Cutino, oltre ad essere una scrittrice è anche impegnata da anni nell’ambito della comunicazione e degli uffici stampa. Tante corrispondenze con la realtà sono ravvisabbili anche nella presenza, all’interno del romanzo, di un fiume portatore di morte, inquinato e abbandonato all’incuria, tra le cause maggiori della malattia. Compito del lettore è quello di immedesimarsi e di trovare i punti di contatto con la realtà, sebbene il romanzo sia ambientato in un ‘non luogo’, ma allo stesso tempo identitario e carico di sensazioni e tradizioni.
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