Pardon, monsieur Mozart - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Pardon, monsieur Mozart

Pardon, monsieur Mozart

Si concluderà questa sera, alle ore 18,30, presso il teatro Nuovo di Salerno, la I edizione della rassegna MusicaNova, che ha ospitato quattro appuntamenti di diverso genere nel suo primo cartellone. Il gran finale vedrà il sestetto del teatro Nuovo, composto da Amleto Soldani e Raffaele d’Andria ai violini, Maria Elena Soldani alla viola, Emanuele d’Andria al cello e Antonio Proto e Giorgio Cardiello ai corni, unitamente al laboratorio Coreografico di ArteStudio diretto da Loredana Mutalipassi , offrire un piccolo portrait di Wolfgang Amadeus Mozart. La serata, intitolata “Pardon, monsieur Mozart!”…e chi ti dice che con lui non ti diverti? È dedicata proprio ai giovanissimi, che potranno entrare in teatro gratis, se accompagnati dai genitori, per partecipare ad uno spettacolo accattivante composto da divertimenti e serenate. I Divertimenti, come del resto le Cassazioni, le Serenate e le cosiddette musiche notturne, sono legati al gusto settecentesco di far musica insieme e riflettono una identica struttura formale, in cui si alternano movimenti di danza e passaggi solistici e virtuosistici, riservati ad esecutori di talento, ma non necessariamente eccezionali. Per questa ragione i Divertimenti per archi, almeno quelli composti nel 1772, sono musiche di piacevole ascolto, dalla scrittura semplice e lineare e dai giochi armonici chiari e precisi, improntati ad un classicismo sereno e molto equilibrato. Si avverte, è vero, la presenza di uno stile cameristico di solida fattura e di luminosa civiltà, ma si è ancora lontani dai modelli del grande Mozart caratterizzati da una inesauribile capacità inventiva e da una incisiva e personale forza espressiva. Il dato rilevante di questi Divertimenti è la limpidezza e la trasparenza quartettistica del suono e l’omogeneità e la fusione del gruppo strumentale, in ubbidienza alle regole di un discorso musicale accessibile a tutti e senza quei tormenti spirituali e quei risvolti drammatici che pur esistono nell’arte mozartiana. Si inizierà con il Divertimento K 136 in D Major, che si apre con un Allegro brillante e brioso, caratterizzato da due temi distinti, di cui il secondo è più esteso e significativo del primo, nell’ambito di un ampio discorso armonico modulato tra le tonalità di mi e di si minore. L’Andante rispecchia lo stile galante all’italiana ed è formato da tre soggetti di breve respiro, cui fa seguito un lungo ritornello con il canto del primo violino in evidenza. Il Presto finale si impone per la sua musicalità spigliata e spumeggiante, leggermente increspata da un fugato di piacevole fattura, secondo un gusto di galanteria accademica. Seguirà l’esempio più luminoso e universalmente conosciuto di Serenata ovvero la Kleine Nachtmusik K. 525, composta nell’agosto del 1787 e adatta più all’orchestra d’archi che al quartetto solistico. Il carattere sereno e l’andamento scorrevole della Serenata si evidenziano sin dall’attacco iniziale, cosi cordiale e misuratissimo negli effetti timbrici. Una purissima melodia contrassegna la delicatissima Romanza, in cui con pochi ed essenziali tratti armonici l’autore raggiunge risultati musicali di altissimo livello. Il Minuetto risente più delle altre pagine dello stile rococò, ma non c’è dubbio che Mozart riesca ad essere se stesso (si ascolti la leggerezza delle modulazioni degli archi) con la sua genialità inventiva. Secondo un’annotazione autografa dello stesso musicista, la Kleine Nacht-musik avrebbe dovuto racchiudere due minuetti con un trio, ma il primo è andato perduto o addirittura sarebbe stato spostato altrove. Il Rondò ha il classico taglio gioviale e brillante degli allegri finali e dispiega quella facilità melodica e contrappuntistica tipica della personalità di Mozart, sia che si serva degli strumenti o della voce umana. Si passerà poi al Divertimento in fa maggiore K. 138 composto tra gennaio e marzo del 1772 che risente dell’influenza stilistica sia dei maestri italiani che di Michael Haydn, con una netta preferenza per il discorso melodico chiaro e scorrevole. Il primo Allegro si apre con un unìsono rievocante i modi dell’opera buffa per la freschezza e la spigliatezza dell’impianto armonico; due sono i temi che si snodano e si intersecano fra di loro e formano l’intelaiatura dello sviluppo secondo un gioco musicale brillante e piacevole. L’Andante è avviato dalla frase cantabile del primo violino su cui si innestano le altre parti con eleganti e nuove figurazioni; ad un certo punto il violoncello espone il suo tema su un accompagnamento sincopato degli altri archi e successivamente c’è un ritorno imprevisto di gusto italiano non alla prima, ma alla seconda frase musicale, leggermente variata negli accordi e nella disposizione armonica. Il finale è un delizioso rondò e il tema particolarmente gaio e spensierato viene esposto attraverso la forma della imitazione tra la viola e il violoncello e ripetuto per ben cinque volte, secondo i moduli ad incastro di scuola tedesca. Finale affidato al Mozart del Musikalischer Spass, per due violini, viola, contrabbasso e due corni K. 522, noto anche come “Scherzo musicale” o con il titolo “I musicanti del villaggio”. Non si conosce l’occasione e il destinatario di questo divertimento musicale in quattro tempi, ma è facile immaginare che si tratti di una scherzosa parodia di un piccolo e modesto complesso orchestrale, senza pretese sul piano dell’esecuzione. E’ una deliziosa caricatura delle composizioni artigiane in uso al tempo di Mozart, il quale mette a nudo con bonomia i lati deboli e le banalità più dei compositori che degli esecutori da strapazzo, riservando all’ascoltatore smaliziato una piacevole sorpresa a ogni battuta.

Olga Chieffi