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Parchi e servizi, l’infinita odissea ebolitana

di Red. Cro.
Ad Eboli non un parco, né una piazza né un cortile sono attrezzati o riservati ai bambini: è andata molto meglio per gli amici a quattro zampe che invece hanno goduto, anche se per poco tempo viste le polemiche che hanno accompagnato l’iniziativa, di un’area loro riservata nel salotto buono della città. Scelta poi giustamente rimangiata dai promotori. Il paese pare imbrigliato in un crogiuolo di strade congestionate da auto, di condominii e piazze in cui è “severamente vietato” giocare a pallone o a nascondino: i bimbi vanno tenuti al guinzaglio o se si desidera farli “sgambettare” bisogna spostarsi in auto per raggiungere l’area degli impianti sportivi, là sì che c’è spazio a sufficienza per correre o andare in bici, ma di servizi di prima necessità neanche l’ombra. Bello era il tempo in cui ci si rincorreva nei cortili o in piazza della Repubblica, approfittando della frescura dei grandi platani e dove per le famiglie era piacevole sostare, anche per ore, non avendo alcuna ansia per la prole, che riusciva sempre a trovare qualche passatempo. A circa vent’anni di distanza dai lavori di riqualificazione, in piazza domina un senso di vuoto, tutto è arido, sarà forse per il grigiore della pavimentazione in pietra lavica che acceca e surriscalda persone e cose, e che oggi più di ieri stride con quella che era la naturale vocazione del luogo: un polmone verde, una villa comunale a misura di cittadino, un luogo di incontri, commercio e traffico, accogliente, intimo ma al tempo stesso aperto al mondo. L’abbattimento sistematico delle grandi palme e degli alberi le cui radici raccontavano la storia, ne hanno snaturato la “visione”, tant’è che oggi è la flora stessa a rivendicarne gli spazi sollevando qua e là la pavimentazione, come un riscatto per lo sfregio subito. Ed ecco che in prossimità delle scuole anche la stabilità di quelle strane coperture, realizzate per non si sa bene cosa, è oggi minacciata, come del resto le aiuole, che col tempo hanno mutato forma e aspetto. Ma tornando ai bambini e alle famiglie che oggi vivono in centro, se volessero uscire potrebbero sempre recarsi in piazza Pezzullo, uno slargo di nuova realizzazione adiacente alla piazza centrale in cui è stata allestita un’area giochi. Meritevole certamente l’iniziativa, peccato che il luogo sia frequentabile solo dopo il tramonto durante l’estate e mai nei giorni di pioggia e vento: i bimbi rischierebbero, nel primo caso, un’insolazione a salire sulle giostrine roventi e per i genitori sarebbe un calvario restare impalati sotto il solleone senza possibilità di riparo e ristoro, vista la scarsità di panchine e soprattutto di zone d’ombra. Munirsi dunque di appositi copricapi, ventagli e borracce, se si decide per una sosta estiva sul posto, pronti ad affrontare la savana. Basta voltarsi, infatti, che ci si ritrova sotto lo sguardo di due leoni che dall’alto, sornioni, osservano il lauto pranzo. Eppure basterebbe poco per trasformarla in un’oasi ridente: un telo ombreggiante, d’estate, anche di quelli economici o un’idea analoga praticabile d’inverno. E’ così difficile? La sentenza ai posteri.