Papa Francesco, nuova primavera per la Campania - Le Cronache
Attualità

Papa Francesco, nuova primavera per la Campania

Papa Francesco, nuova primavera per la Campania

dall’inviato Andrea Pellegrino

NAPOLI. «Papa lei ha un cuore napoletano». Così il cardinale Crescenzio Sepe ha salutato papa Francesco nella sua giornata in Campania. Prima tappa a Pompei, poi a Scampia, ed ancora – alle 10,30 – l’abbraccio dell’affollata piazza Plebiscito. A seguire l’appuntamento al Duomo di San Gennaro ed infine l’incontro con i giovani alla rotonda Diaz. Una emozione senza fine per i napoletani e campani che hanno accolto il Pontefice, nel giorno che apre la primavera. E Papa Francesco a Napoli ha chiesto di aprire la sua nuova stagione, abbandonando la criminalità organizzata, guadagno facile e corruzione. Un Papa che ha colpito direttamente al cuore dei partenopeo e soprattutto a quello dei più giovani e delle istituzioni ieri raccolte in prima fila al Plebiscito per omaggiare Bergoglio. «Apritevi a Gesù», ha urlato dall’altare. Poi il messaggio ai giovani: «Respingete la criminalità. E’ pane per oggi e fame per domani». «Ribellatevi» – ha proseguito Papa Francesco nella sua omelia – «non lasciatevi rubare la speranza, cedendo a facili guadagni. Non sfigurate il voto di questa città». Poi l’appello: «Criminali, convertitevi, ve lo chiedono le mamme di Napoli». Ed il mondo intero ha conosciuto anche «’A Maronna v’accumpagna!», l’ormai celebre benedizione del cardinale Crescenzio Sepe, ripresa dal Pontefice in più occasioni. Alle istituzioni, poi: “Non ci sia rassegnazione ma si costruisca un futuro migliore. Napoli e la Campania devono aprirsi con fiducia al mondo intero. Questa primavera porterà speranza e oggi è il tempo del riscatto di Napoli che ha tante potenzialità umane e culturali».

Il messaggio a Scampia

La celebrazione eucaristica è stata preceduta da un incontro con la popolazione del quartiere di Scampia. In piazza Giovanni Paolo II, alle spalle delle Vele, il Pontefice ha dapprima sorvolato la zona con l’elicottero per poi atterrare nei pressi, sfilando poi con la “papa mobile” e ricevendo l’abbraccio di migliaia di persone. Parole forti quelle del Santo Padre, soprattutto nei confronti della camorra e della corruzione. «La corruzione puzza» – ha esordito Bergoglio. Dalle Vele alcuni striscioni rivolti al Pontefice in cui è stato manifestato il disagio nel vivere in questo particolare quartiere. A nome delle toghe e delle forze dell’ordine è intervenuto Antonio Bonaiuto – presidente della Corte d’Appello -, che ha detto: «Qui il rispetto della legge è continuamente tradito dalla corruzione e dalla violenza. Ci indichi Santità un percorso di speranza che sostenga l’attività e l’impegno civile di tutti coloro che perseguono la legalità». Le istituzioni Stefano Caldoro, Luigi de Magistris ed il Prefetto di Napoli Gerarda Maria Pantalone: tutti presenti in Piazza Plebiscito. Ancora nel settore dedicato alle istituzioni si sono visti anche Assunta Tartaglione (segretaria regionale del Pd) e il deputato Gennaro Migliore. Poi l’eurodeputato Pd Nicola Caputo, la senatrice salernitana Angelica Saggese, l’assessore regionale Pasquale Sommese e il presidente del Consiglio regionale Pasquale Foglia. Tra i consiglieri regionali presenti anche il salernitano Alberico Gambino. C’è anche, ancora, il presidente del Consiglio comunale di Napoli, Raimondo Pasquino, già rettore dell’Università di Salerno.

Il pranzo a Poggioreale

«Dio non si dimentica dei suoi figli», ha detto il Pontefice nella Casa Circondariale di Poggioreale: «Niente potrà separarci dall’amore di Dio, neanche le sbarre di un carcere». Il Papa ha gustato un menù preparato dai detenuti sotto la guida dello chef casertano Giuseppe Daddio. Queste le portate: maccheroni al forno, arrosto con patate e ricco buffet di dolci napoletani. La tavola che ha ospitato il banchetto è stata allestita all’interno della chiesa dell’istituto e sono stati 90 i reclusi scelti per il pranzo. Il miracolo di San Gennaro Alle ore 16,11, accompagnato da un applauso, si è verificato il prodigio dello scioglimento del sangue di San Gennaro durante la visita di Papa Francesco al Duomo. Il miracolo non si era verificato in occasione delle visite di Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ma per il Papa si è trattato di un miracolo a metà (il sangue non si è sciolto del tutto): «Dobbiamo fare di più».

L’incontro con i giovani

Alla rotonda Diaz, l’incontro più emozionante. L’abbraccio con i giovani e con le famiglie. Ad accoglierlo circa 100mila giovani. Qui il Santo Padre ha esortato i ragazzi ad «essere creativi sul fronte dell’occupazione giovanile». «E’ un problema globale, che l’Italia soffre molto, e il sud in modo particolare. Ma, conoscendo il vostro carattere e le vostre qualità, so che voi non rimanete passivi ma vi state impegnando, per aprire strade, per sperimentare nuove possibilità. Il Signore vi dia forza per questo, vi aiuti a dire “no” alle false scorciatoie e a costruire opportunità di lavoro con solidarietà creativa».

L’appello per gli anziani

«C’è anche una eutanasia nascosta», dice il Pontefice che rivolgendosi ai familiari dei malati ha detto: «Voi che lasciate i vostri cari nelle case di riposo, andate a trovarli? Non abbandonateli». Il Papa ha poi scherzato con una 95enne: «Se lei ha 95 anni, io sono Napoleone».

Le chiavi della Città

Al Pontefice sono state consegnate da parte del sindaco di Napoli Luigi de Magistris le chiavi della città: “Napoli, Città della pace e della solidarietà, accoglie con emozione, gioia e speranza Sua Santità – ha detto il primo cittadino – esprimendo profonda gratitudine per la Sua visita pastorale e per le Sue parole, energia forte per perseguire la ricerca del bene comune e l’affermazione dei principi di giustizia e legalità contro ogni forma di discriminazione. Conferiamo al Santo Padre le chiavi della città di Napoli in segno d’infinito affetto ed immenso amore”.

La speranza di Sepe

«Chissà se dopo averla conosciuta, Le verrà il desiderio di ritornare». Queste le parole del Cardinale che ha accompagnato il Santo Padre per l’intera visita a Napoli. «Noi speriamo che ritorni, perché Le vogliamo bene e sentiamo che Lei è uno di noi». Alle 18,00 circa il saluto del Papa ed il ritorno a Roma.