Pagani. Poste chiuse di pomeriggio paganesi in fila sotto il sole - Le Cronache
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Pagani. Poste chiuse di pomeriggio paganesi in fila sotto il sole

Pagani. Poste chiuse di pomeriggio paganesi in fila sotto il sole

Pagani. Uffici postali chiusi di pomeriggio: polemiche e disagi. Un’estate con le Poste a singhiozzo in agosto, a Pagani sale la protesta. Di mattina, lunghe code all’ufficio postale del centro città, con gli utenti costretti ad attendere il loro turno in strada, sotto il sole cocente di agosto. Ma è così su tutto il territorio: in questo mese gli uffici postali rimarranno chiusi nelle ore pomeridiane. Solo a settembre sarà ripristinato l’orario normale. In questi giorni, le agenzie delle Pt sono a mezzo servizio non hanno certo fatto la felicità degli utenti di Pagani. Infatti, nonostante il periodo estivo, molti la mattina lavorano e devono usufruire degli sportelli in condizioni a dir poco disagevoli. E così, per buona parte della mattinata, non mancano le code: «Fuori fai la sauna e ti prendi un’insolazione e dentro all’ufficio ti congeli (qualora riesci ad entrare): ma che le Piste siano a mezzo con una ditta di pompe funebri?», commenta ironicamente un accaldato utente, fiducioso di essere tra i fortunati che saranno in tempo utile all’interno dell’agenzia. Non proprio il massimo per gli anziani costretti a lunghe attese a bordo marciapiede. Nel mese di agosto fare una raccomandata, inviare un pacco o pagare un bollettino di pomeriggio a Pagani, quindi, è praticamente impossibile. Un disservizio che crea non pochi problemi agli utenti paganesi, ma la chiusura pomeridiana sarebbe motivata dalla carenza di personale. Ma d’estate, nella città di Sant’Alfonso, non bussa più neanche il postino. Per molti utenti la corrispondenza è ormai un miraggio e riceverla ha del miracoloso. Un disservizio che ormai va avanti da settimane. I postini, alcuni assunti a contratti trimestrali ed in carenza d’organico, hanno smesso di girare per la città e di consegnare la posta, ma molti cittadini attendono documenti urgenti, quando e se arriva è troppo tardi, e si incorre in more inutili, oppure è consegnata alla meno peggio, ovvero, smistata in tutta fretta, senza inserirla nelle cassette postali. In giacenza ci sono bollette, giornali, fatture, cartoline. Un disagio che la città non tollera più.
«Il francobollo si paga sempre lo stesso, la raccomandata pure, il bollettino lo stesso: tanto ad essere maltrattati siamo abituati», afferma un’utente che difende strenuamente il posto in fila, per evitare che il furbo scavalchi il turno per entrare all’interno dell’ufficio postale.
Maria Rosaria Mandiello