Non ci sono la Vela e i negozi del sottopiazza - Le Cronache
Primo piano

Non ci sono la Vela e i negozi del sottopiazza

All’ufficio di piano del Comune di?Salerno, ieri mattina dopo le ore 12,00 erano cinquanta le osservazioni presentate alla variante Puc approvata dalla giunta De Luca. Un numero cospicuo che mette in evidenza l’attenzione di comitati, associazioni e singoli cittadini, alla nuova colata di cemento che si abbatterà (se la variante resterà così) sulla città di Salerno. Basti pensare che si costruiranno palazzi anche nella centralissima piazza Mazzini. Italia Nostra, No Crescent, Movimento 5 stelle, gruppo Pdl e Rifondazione Comunista, i più agguerriti e che hanno smontato pezzo dopo pezzo l’impianto urbanistico presentato da Vincenzo De Luca.
Non c’è  la Vela. Grafici alla mano, due le eclatanti novità: a Piazza della Concordia non si prevedono edifici ma solo la realizzazione di parcheggi interrati. Scompare, praticamente, la famosa Vela disegnata da Bofill, che avrebbe dovuto accogliere un albergo stile Dubai. Mentre edificabile, sarà, viceversa piazza Mazzini che accoglierà anche case, oltre uffici e negozi.
I negozi del sottopiazza. Altra novità (o distrazione, o errore), riguarda la zona Piazza della Libertà – Crescent. Qui la variante porterebbe il progetto originario. Praticamente al posto dei negozi del sottopiazza ci sarebbe un’area (in parte) a verde attrezzato. Insomma il progetto non terrebbe conto delle successive modifiche apportate per la realizzazione della Piazza della Libertà e di conseguenza del Crescent.
Ma le eccezioni alla variante poggerebbero su due punti principali: l’aumento dei vani, rispetto alla reale popolazione, in netta diminuzione, secondo l’ultimo censimento Istat, ed il contrasto con il Ptcp della Provincia di Salerno.
Lorenzo Moscatiello e Daniele Procida di Rifondazione Comunista hanno richiesto il ritiro completo della variante. «Troviamo ridicolo che la valorizzazione sia immaginata solo e soltanto come svendita del territorio ai privati», dicono i due esponenti di Rifondazione che spiegano: «Nel documento da noi presentato all’amministrazione comunale chiediamo, in più, un censi- mento dei vani vuoti presenti sul territorio e un conseguente adattamento dei carichi insediativi, tenendo presente le reali necessità del territorio e dei cittadini. Se il comune ha intenzione di perseverare in quest’ulteriore opera di speculazione a spese dei cittadini salernitani, che almeno abbia il coraggio di chiedere l’approvazione dell’intera città indicendo un referendum consultivo sul tema».
In calo la popolazione. Il Puc, tra l’altro, già sovradimensionato all’epoca dell’approvazione secondo i tecnici, risulterebbe ora sicuramente in antitesi con i trend sia demografici che produttivi (recessione). «In effetti, la “variante parziale” non fa altro che “elevare a sistema” la vicenda del Crescent, dove aree demaniali, acquistate ed urbanizzate con fondi pubblici, sono state privatizzate per la costruzione di condomini privati e di lusso», scrive il Movimento 5 stelle di Salerno.
Italia Nostra, con Raffaella Di Leo esporrà le proprie osservazioni lunedì in conferenza stampa mentre ad evidenziare la necessità di una omogeneità con il Pctp (tra l’altro impugnato innanzi al Tar dal Comune di Salerno) è il comitato No Crescent. «Il piano provinciale – spiega Vincenzo Strianese – impone aspetti e scelte condivise che tengano conto di ambiti identitari, nonché di un territorio allargato all’area metropolitana. Dalla nostra parte, proponiamo che le aree individuate per la costruzione di fabbricati vengano riconvertite ad uso parcheggi o ad zone pubbliche». Ora le osservazioni saranno all’esame dell’ufficio comunale preposto, poi la variante approderà in aula consiliare.