- Ergastolo al soldato russo. Una sentenza cattiva e dannosaPubblicato 20 ore fa
- Fondazione Teseo: Stefano Amodio: “Corso di laurea triennale, per i giovani opportunità”Pubblicato 22 ore fa
- Vaiolo delle Scimmie, il dottor Tozzi: Non pericoloso come il CovidPubblicato 2 giorni fa
- Intervista con il Colonnello della guardia di Finanza Gerardo Severino: Vi parlo di FalconePubblicato 2 giorni fa
- Si presentano i tre candidati sindaco di Rinascimento Partenopeo nel CilentoPubblicato 2 giorni fa
- Emergenza acqua, cabina di regia in PrefetturaPubblicato 2 giorni fa
- Artisti in campo per l’UcrainaPubblicato 2 giorni fa
- Presentazione della Relazione Annuale del Garante campanoPubblicato 2 giorni fa
- Come cambia la comunicazione politica per catturare il consenso degli elettoriPubblicato 2 giorni fa
- Il ritorno dell’Orchestra del MartucciPubblicato 2 giorni fa
Non ci fu falsità materiale in atti pubblici Assolto l’ex comandante Antonio Rinaldi

L’ex comandante della Polizia municipale di Capaccio Paestum, Antonio Rinaldi, è stato assolto, perché il fatto non sussiste, dall’accusa del reato di falsità materiale commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici (art. 476 c.p.): la sentenza di primo grado è stata emessa dal giudice monocratico e presidente della Prima Sezione penale del Tribunale di Salerno Mariella Montefusco. Rinaldi nel 2017 era stato rinviato a giudizio dal Gip Renata Sessa su richiesta del Pm Cardea, che aveva chiesto il processo per Rinaldi in merito a fatti risalenti al 2011: secondo le accuse nell’esercizio delle sue funzioni di comandante dei vigili urbani, aveva falsamente sottoscritto un’informativa inerente alcune demolizioni abusive realizzate lungo il Fiumarello, in località Torre di Mare. Due le firme presenti sul documento in questione: secondo l’accusa, quella in merito all’estensore dell’atto non era quella del vigile urbano Natale Carotenuto, individuata come persona offesa; secondo i legali dell’ex maggiore dei vigili urbani, invece, l’informativa fu sottoscritta per intero dallo stesso Rinaldi, ovvero colui che, indipendentemente dalle firme apposte, era lo scrivente in prima persona agli organi preposti dell’atto. A carico dell’imputato, difeso dall’avv. Michele Sarno, è stata presentata anche una perizia calligrafica attestante che, per il 65%, quella firma ricalcava i tratti tipici della grafia dello stesso Rinaldi. Un esito che, però, non è stato ritenuto sufficiente a provare che fosse stato proprio l’ex capo dai vigili urbani a firmare al posto del Carotenuto. Da qui l’assoluzione ma i legali di Carotenuto hanno annunciato appello.
Guido Messerschmitt