Non c’è cultura della cultura - Le Cronache
Spettacolo e Cultura Primo piano

Non c’è cultura della cultura

Non c’è cultura della cultura

di Claudio Tortora

Si, la cultura è stata totalmente calpestata! Crediamo che tutte le decisioni siano per combattere il virus,per cautelare le persone e non diffondere il contagio. Bene. Ma mi chiedo e vi chiedo, quale è il grado di pericolosità di una sala cinematografica che può ospitare 100 persone e ne mette venti in assoluta sicurezza? Quale è il problema per una sala teatrale che ne può mettere cento di persone e ne mette venti o anche di sale da 500 posti che ne mette 200? In considerazione che nei bar, nei centri commerciali, sui campi da gioco dove ci sono positivi e si abbracciano tra di loro come se niente fosse. In televisione, per esempio, perché non si chiudono le tante trasmissioni di spettacolo dove ci sono contatti evidenti, vedi ballando sotto le stelle, oppure altre dove c’è pubblico? Già forse la televisione serve per i Tg e per diffondere il virus… della politica. Allora va bene fermare tutto, ma si abbia la giusta attenzione per chi ha mantenuto e rispettato le dovute regole, ricordando che non abbiamo sentito a tutt’oggi nessun caso di contagio in sale cinematografiche o teatri. L’unico contagio che esiste in questo settore, è lo scoramento totale di centinaia di migliaia di addetti al lavoro, che non solo non hanno mai aperto e parlo dei teatri, ma stavano leccandosi adesso le ferite lavorando sodo per recuperare un minimo di attenzione per il settore, dal pubblico ,in considerazione che gli aiuti statali sono stati un soffio di vento ed in molti casi neanche quello. Nella nostra città Salerno, tutti i luoghi dove si fa teatro, si sono adeguati alle misure di sicurezza. Hanno faticato tantissimo per mettere su una stagione o per recuperare gli spettacoli persi in quella passata. Ma dico e resto stupito. Possibile che non c’è una persona che sappia queste cose e le indichi a chi deve decidere? Se non c’è chiediamo a chi di competenza di consultarci ,pronti a dare spiegazioni dettagliate, su quanto è stato sbagliato chiudere o voler chiudere gli spazi della cultura, che sono rimasti unico esempio di sicurezza ,oltre che avamposto per alleviare le persone che sono state colpite materialmente e psicologicamente dalla forza di questa pandemia. Attenzione, non intendo affatto negare quanto sia delicato e pericoloso questo momento, ma mi sa che state sparando nel mucchio,senza riflettere. Potevamo esser un aiuto per chi governa ed invece, come spesso accade, il nostro settore continua ad essere invisibile e non considerato. Ricordo che negli anni 80 ci incatenammo molti di noi, davanti al teatro Verdi e venne a parlare con noi l’allora Sindaco Giordano e posso garantire ,che dopo pochissimo, ripresero i lavori per restaurare il teatro chiuso a causa del terremoto. Siamo in ginocchio e non sto qui ad elencare i tanti punti che ci affogano,ma una cosa è certa abbiamo sempre la dignità e la sensibilità superiore alla media, per poter gridare a tutti quelli che non vogliono sentire, noi ci siamo e restiamo sempre l’ultima frontiera che resiste. Speriamo che il nostro esimio primo ministro ,rifletta meglio su tutto quanto è stato deciso o si sta per decidere con mille dubbi e tanta insicurezza. Chiamare un po’ di addetti per ogni settore no? Esiste il comitato scientifico e per questo chapeaux. Ma non pensate che ci dovrebbe essere anche un comitato cittadino con rappresentanti dei vari settori che possono dire e suggerire le verità che esistono? Lo so questo farà sorridere quelli che contano ,ma noi potremmo rispondere, che siamo in un paese dove la democrazia e la liberta sono diventate un optional.