Nocera: igiene urbana, appalto tra veleni e polemiche - Le Cronache
Extra

Nocera: igiene urbana, appalto tra veleni e polemiche

Fare piena luce sull’affidamento del servizio di igiene urbana nel Comune di Nocera Inferiore. A chiederlo è la SiEco Spa, uno dei quattro partecipanti alla gara d’appalto “risolta” lo scorso 19 marzo, all’apertura delle buste, a favore dell’Ati Igiene Urbana srl – Aem Tecnology srl.
La Si.Eco con sede a Triggiano, in provincia di Bari, chiede in una lettera inviata al Comune di Nocera Inferiore a firma dell’amministratore Marco Giovanni Vasienti maggiore chiarezza sulle modalità che hanno portato alla scelta dell’Ati vincitrice dell’appalto.
I dubbi della SiEco
Secondo la società pugliese nell’offerta presentata dall’Ati vincitrice dell’appalto “non risulterebbe siano state specificate le parti del servizio, ma solamente indicate le quote di partecipazione in percentuale di ciascuna associata”. Un aspetto, questo, che potrebbe portare ad “escludere l’Ati dalla gara d’appalto”, secondo quanto riportato nella lettera inviata dalla SiEco. La legge 163/2006 prescrive, infatti, che “Nel caso di forniture o servizi nell’offerta devono essere specificate le parti del servizio o della fornitura che saranno eseguite dai singoli operatori economici riuniti o consorziati”.
La scelta del Comune
Il Comune ha fatto ricadere la propria scelta sull’Ati formata dalla Igiene Urbana srl, società di Sant’Antonio Abate, e dalla Aem Tecnology srl, che ha offerto un ribasso del 12,7 % sull’importo a base d’asta. L’Ati è stata preferita agli altri tre concorrenti, la Tekra srl, la Eco Nord e – appunto – la Si.Eco spa. Alla scelta si è arrivati non senza polemiche: il sindaco Manlio Torquato, nelle settimane precedenti, ha dovuto fare i conti con un vero e proprio scontro con i sindacati che contestavano al primo cittadino e alla sua Giunta il capitolato di appalto, accusando il metodo che, per le organizzazioni sindacali, “disattendeva ogni confronto, e rispolverava le vecchie logiche, preferendo il massimo ribasso all’offerta economicamente più vantaggiosa”. Secondo i sindacati sulla scelta graverebbero “sospetti sulla capacità di un azienda privata di sostenere l’onere economico così come previsto da capitolato”. Sempre secondo alcune rappresentanze sindacali questa logica “apre la strada a ditte quanto meno sospette, chiudendo di fatto a quelle più specializzate in materia di rifiuti”.
Le richieste pugliesi
Alle perplessità dei sindacati si è aggiunta, quindi, la lettera inviata dalla SiEco nella quale si sollevano dubbi sulla regolarità della scelta emersi – si legge nella nota a firma di Marco Giovanni Vasienti, protocollata al Comune di Nocera Inferiore il 19 marzo scorso – “dalla chiara e puntuale lettura data dal Presidente di gara ing. Luigi Canale”. Nella nota la Si.Eco rammenta un parere espresso dal Consiglio di Stato con adunanza Plenaria, relativo all’obbligo di specificazione delle parte del servizio o della fornitura di pertinenza delle singole imprese raggruppate o consorziate ai fini della partecipazione ad una gara pubblica.
Un anno tormentato
La Igiene Urbana srl, una delle società dell’Ati che ha ottenuto l’affidamento dell’appalto, pochi mesi fa è finita sotto i riflettori per un altro Comune nella quale era impegnata sul fronte della raccolta differenziata, ovvero Scafati. Lo scorso 30 ottobre il Prefetto di Napoli inviò al Comune scafatese un’informativa che costrinse l’Acse ad interrompere ogni rapporto e contratto con la società di Sant’Antonio Abate. A Scafati la Igiene Urbana srl (seconda in graduatoria, ndr) sostituì la casertana Overline, che venne colpita da un’interdittiva antimafia. A gennaio del 2012, invece, venne accusata di truffa nei confronti di Inps ed Inail, turbativa d’asta negli appalti per la raccolta dei rifiuti nei comuni del vesuviano, falso, frode e inadempienze nelle pubbliche forniture per il servizio raccolta rifiuti a Casola, Pimonte e Santa Maria la Carità. L’inchiesta, coordinata dalla procura di Torre Annunziata, vide sette indagati: i due amministratori – per i quali scattò in quella circostanza anche l’interdizione a contrattare con la Pubblica amministrazione per due mesi, un funzionario Inps indagato per avere emesso falsi Durc per consentire la partecipazione della società alle gare d’appalto, e due tecnici dell’ufficio lavori pubblici del Comune di Santa Maria La Carità che avevano dato il via libera alla gestione di un’isola ecologica priva dei requisiti di legge.