No dad, chiesti alla Regione test salivari per tutti gli studenti - Le Cronache
Campania

No dad, chiesti alla Regione test salivari per tutti gli studenti

No dad, chiesti alla Regione test salivari per tutti gli studenti

L’Associazione “Scuole aperte Campania” ha inviato al Presidente della Regione De Luca, all’Assessore Lucia Fortini e numerosi esponenti del Governo e del CTS, una lettera a firma congiunta di tutti i comitati aderenti a “Rete Nazionale Scuola in Presenza”, per chiedere con forza che si faccia tutto quanto affinché siano messi a disposizione i test molecolari salivari che, a partire dagli 8 mesi di età, permettono di testare efficacemente, e in modo non invasivo, non solo bambini e ragazzi ma potenzialmente tutta la popolazione. Le motivazioni di tale richiesta sono molteplici: – l’utilizzo dei salivari permette di testare in maniera efficace e non invasiva un vasto numero di persone. Richiediamo quindi che vengano utilizzati non solo per il tracciamento della popolazione scolastica, ma anche per il tracciamento extra-scolastico su tutta la popolazione così che possano soppiantare il tampone naso-faringeo. Se questi test molecolari salivari potessero essere messi a disposizione di strutture sanitarie territoriali (ASL, ULS, Presidi Ospedalieri), medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, farmacie e centri diagnostici ogni individuo potrebbe usufruirne indipendentemente dal contesto dell’eventuale cluster. – riduzione del costo del tracciamento dei casi di SARS-COV-2. Il test salivare molecolare benché debba essere processato in laboratorio, può però essere somministrato anche in assenza di personale medico, quindi anche in autonomia. Questo può contribuire a ridistribuire importanti risorse umane in altri interventi sanitari quali le vaccinazioni, l’assistenza domiciliare dei malati, la gestione delle altre attività del sistema di tracciamento. – permettono l’identificazione di casi addirittura in uno stadio iniziale della infezione: che può contribuire a ridurre i casi di diffusione all’interno di qualsiasi tipo di contesto – consentono una riduzione della durata dell’isolamento fiduciario tanto all’interno della scuola quanto nella popolazione generale, riportandola alle best practices nazionali e internazionali purtroppo abbandonate precipitosamente sull’onda emotiva della diffusione della VOC-202012/01 (la cosiddetta Variante Inglese) che non ha affatto caratteristiche biologiche di maggiore durata del periodo di infettività. – favoriscono l’adozione di protocolli di tracciamento meno vessatori, ma ugualmente efficaci, come quello recentemente adottato dalla Regione Veneto, dove si manda la classe in quarantena a seguito di due, e non uno solo, casi confermati nella classe, poiché la semplicità del tracciamento e il numero di persone disponibili a fare tracciamento permette di bilanciare rischi e benefici. Occore precisare che siamo assolutamente favorevoli all’utilizzo di tali test per finalità di tracciamento (identificazione dei contagi a partire da un caso sintomatico), mentre il loro utilizzo per finalità di screening (test a tappeto della popolazione scolastica al di fuori dall’attività di tracciamento) non è giustificato scientificamente. Poiché la capacità di testing non è infinita, visto che occorrono laboratori che li analizzino, chiediamo che l’utilizzo di questi test salivari molecolari sia concentrato lì dove serve, ovvero nel contact tracing e non per mere finalità di screening. Le scuole non necessitano di ulteriori attività di screening: vogliamo ricordare che nella popolazione studentesca gli screening già effettuati hanno evidenziato una bassa incidenza di positivi, come nel caso del comune di Bollate, dove i risultati degli screening effettuati tramite test molecolari salivari hanno evidenziato un’incidenza di positivi che varia dallo 0.59% al 1%, in accordo con quanto identificato nelle scuole del resto d’Italia (Messina, Piancastagnaio) e del mondo. Anche una recente Cochrane review, che ha valutato 64 studi, conferma che questo tipo di test andrebbe usato solo in presenza di sintomi o nei luoghi in cui c’è maggiorrischio come gli ospedali, e non in maniera generalizzata.