No Crescent e Italia Nostra chiedono il sequestro del cantiere - Le Cronache
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No Crescent e Italia Nostra chiedono il sequestro del cantiere

«Ora si sequestri il cantiere». Questa la richiesta del 17esimo esposto presentato in Procura da Italia Nostra e No Crescent. Troppi dubbi, troppe anomalie evidenziate. Meglio «fermare tutto: Piazza e Crescent», per l’associazione ambientalista salernitana e il comitato che si batte contro la realizzazione della mezza luna. Ed intanto annunciano: «In questi giorni un pool di penalisti del comitato e di Italia Nostra sta valutando i rilievi penali sulle attività di verificazione urbanistica e idrogeologica». La battaglia prosegue da parte dei comitati, dopo la decisione del Consiglio di Stato di rinviare la decisione sull’opera di Bofill ad ottobre – commissionando la verifica della verifica (con la nomina di un nuovo pool di esperti, questa volta provenienti direttamente dall’Università “La Sapienza”) – e nell’attesa di conoscere gli sviluppi sui vari filoni d’inchiesta avviati dalla Procura di Salerno.
Stavolta l’esposto penale è tutto incentrato sulle violazioni urbanistiche e sugli aspetti demaniali. Un dossier di oltre 120 pagine che elenca nel dettaglio fasi anomale delle procedure demaniali venute alla luce nel corso delle verificazioni urbanistiche. In particolare, l’accento è posto su ampie superfici di oltre dieci mila metri quadrati non sdemanializzate, dei quali oltre mille metri quadrati costituenti l’alveo del torrente Fusandola. Anomalie sulle quali le associazioni chiedono approfonditi accertamenti agli inquirenti.
All’attenzione degli inquirenti, ed in particolare dei pubblici ministeri Alfano e Valente, Italia Nostra e No Crescent hanno portato l’ultima memoria consegnata al Consiglio di Stato. «Malgrado l’attività omissiva dei verificatori incaricati dal medesimo
Consiglio di Stato, sono emerse violazioni di legge, quali: mancata applicazione delle norme di attuazione del Puc, del Pua e del Ruec relative alla destinazione residenziale e produttiva; errore del calcolo volumetrico; mancata considerazione del carico urbanistico della variante al Pua (volumi tecnici trasformati in negozi); assenza della completa acquisizione, da parte del Comune di Salerno, dell’intera superficie del sub comparto come da espressa dichiarazione dell’architetto Pelosio trasmessa al verificatore urbanistico nel gennaio scorso». Il dossier, inoltre, accende i riflettori anche sulla variante al permesso di costruire numero 7 del 2012 rilasciato alla società Crescent, variante che rende inattuabile l’intervento in corso perché il settore 1 è bloccato con ordinanza sia del Tar che del Consiglio di Stato dello scorso gennaio. Il comitato e Italia Nostra chiedono ancora agli inquirenti di «valutare con attenzione anche le dichiarazioni del progettista della società Crescent sulle destinazioni d’uso residenziali e produttive le cui percentuali ribaltano le previsioni del Puc». Nei giorni scorsi, Italia Nostra e No Crescent si erano attivate anche nei confronti della Capitaneria di Porto con uno specifico esposto che ha evidenziato le problematiche relative alla deviazione del tratto terminale del torrente Fusandola per mancata osservanza delle prescrizioni dell’Autorità di Bacino e delle misure di salvaguardia della costa. «Dubbi – dicono – vengono sollevati sul mancato parere dell’Autorità di Bacino sulla variante al piano urbanistico attuativo che prevede la realizzazione dei negozi nel sottopiazza in luogo dei previsti volumi tecnici. Considerate le gravi anomalie evidenziate, hanno chiesto l’immediato sequestro del cantiere. In questi giorni un pool di penalisti del comitato e di Italia Nostra sta valutando i rilievi penali sulle attività di verificazione urbanistica e idrogeologica».

Intanto ieri mattina l’ex soprintendente Giuseppe Zampino è stato ascoltato dal pubblico ministero titolare dell’inchiesta sul Crescent. L’ex dirigente della soprintendenza salernitana, ricordiamo, si era limitato ad un «silenzio assenso» sulla mezza luna di Bofill. Venerdì toccherà a Vincenzo De Luca. Ma a quanto pare, così come già annunciato dal suo legale Paolo Carbone, affiderà il tutto ad un memoriale.

«Ora si sequestri il cantiere». Questa la richiesta del 17esimo esposto presentato in Procura da Italia Nostra e No Crescent. Troppi dubbi, troppe anomalie evidenziate. Meglio «fermare tutto: Piazza e Crescent», per l’associazione ambientalista salernitana e il comitato che si batte contro la realizzazione della mezza luna. Ed intanto annunciano: «In questi giorni un pool di penalisti del comitato e di Italia Nostra sta valutando i rilievi penali sulle attività di verificazione urbanistica e idrogeologica». La battaglia prosegue da parte dei comitati, dopo la decisione del Consiglio di Stato di rinviare la decisione sull’opera di Bofill ad ottobre – commissionando la verifica della verifica (con la nomina di un nuovo pool di esperti, questa volta provenienti direttamente dall’Università “La Sapienza”) – e nell’attesa di conoscere gli sviluppi sui vari filoni d’inchiesta avviati dalla Procura di Salerno.
Stavolta l’esposto penale è tutto incentrato sulle violazioni urbanistiche e sugli aspetti demaniali. Un dossier di oltre 120 pagine che elenca nel dettaglio fasi anomale delle procedure demaniali venute alla luce nel corso delle verificazioni urbanistiche. In particolare, l’accento è posto su ampie superfici di oltre dieci mila metri quadrati non sdemanializzate, dei quali oltre mille metri quadrati costituenti l’alveo del torrente Fusandola. Anomalie sulle quali le associazioni chiedono approfonditi accertamenti agli inquirenti.
All’attenzione degli inquirenti, ed in particolare dei pubblici ministeri Alfano e Valente, Italia Nostra e No Crescent hanno portato l’ultima memoria consegnata al Consiglio di Stato. «Malgrado l’attività omissiva dei verificatori incaricati dal medesimo
Consiglio di Stato, sono emerse violazioni di legge, quali: mancata applicazione delle norme di attuazione del Puc, del Pua e del Ruec relative alla destinazione residenziale e produttiva; errore del calcolo volumetrico; mancata considerazione del carico urbanistico della variante al Pua (volumi tecnici trasformati in negozi); assenza della completa acquisizione, da parte del Comune di Salerno, dell’intera superficie del sub comparto come da espressa dichiarazione dell’architetto Pelosio trasmessa al verificatore urbanistico nel gennaio scorso». Il dossier, inoltre, accende i riflettori anche sulla variante al permesso di costruire numero 7 del 2012 rilasciato alla società Crescent, variante che rende inattuabile l’intervento in corso perché il settore 1 è bloccato con ordinanza sia del Tar che del Consiglio di Stato dello scorso gennaio. Il comitato e Italia Nostra chiedono ancora agli inquirenti di «valutare con attenzione anche le dichiarazioni del progettista della società Crescent sulle destinazioni d’uso residenziali e produttive le cui percentuali ribaltano le previsioni del Puc». Nei giorni scorsi, Italia Nostra e No Crescent si erano attivate anche nei confronti della Capitaneria di Porto con uno specifico esposto che ha evidenziato le problematiche relative alla deviazione del tratto terminale del torrente Fusandola per mancata osservanza delle prescrizioni dell’Autorità di Bacino e delle misure di salvaguardia della costa. «Dubbi – dicono – vengono sollevati sul mancato parere dell’Autorità di Bacino sulla variante al piano urbanistico attuativo che prevede la realizzazione dei negozi nel sottopiazza in luogo dei previsti volumi tecnici. Considerate le gravi anomalie evidenziate, hanno chiesto l’immediato sequestro del cantiere. In questi giorni un pool di penalisti del comitato e di Italia Nostra sta valutando i rilievi penali sulle attività di verificazione urbanistica e idrogeologica».

Intanto ieri mattina l’ex soprintendente Giuseppe Zampino è stato ascoltato dal pubblico ministero titolare dell’inchiesta sul Crescent. L’ex dirigente della soprintendenza salernitana, ricordiamo, si era limitato ad un «silenzio assenso» sulla mezza luna di Bofill. Venerdì toccherà a Vincenzo De Luca. Ma a quanto pare, così come già annunciato dal suo legale Paolo Carbone, affiderà il tutto ad un memoriale.

«Ora si sequestri il cantiere». Questa la richiesta del 17esimo esposto presentato in Procura da Italia Nostra e No Crescent. Troppi dubbi, troppe anomalie evidenziate. Meglio «fermare tutto: Piazza e Crescent», per l’associazione ambientalista salernitana e il comitato che si batte contro la realizzazione della mezza luna. Ed intanto annunciano: «In questi giorni un pool di penalisti del comitato e di Italia Nostra sta valutando i rilievi penali sulle attività di verificazione urbanistica e idrogeologica». La battaglia prosegue da parte dei comitati, dopo la decisione del Consiglio di Stato di rinviare la decisione sull’opera di Bofill ad ottobre – commissionando la verifica della verifica (con la nomina di un nuovo pool di esperti, questa volta provenienti direttamente dall’Università “La Sapienza”) – e nell’attesa di conoscere gli sviluppi sui vari filoni d’inchiesta avviati dalla Procura di Salerno.
Stavolta l’esposto penale è tutto incentrato sulle violazioni urbanistiche e sugli aspetti demaniali. Un dossier di oltre 120 pagine che elenca nel dettaglio fasi anomale delle procedure demaniali venute alla luce nel corso delle verificazioni urbanistiche. In particolare, l’accento è posto su ampie superfici di oltre dieci mila metri quadrati non sdemanializzate, dei quali oltre mille metri quadrati costituenti l’alveo del torrente Fusandola. Anomalie sulle quali le associazioni chiedono approfonditi accertamenti agli inquirenti.
All’attenzione degli inquirenti, ed in particolare dei pubblici ministeri Alfano e Valente, Italia Nostra e No Crescent hanno portato l’ultima memoria consegnata al Consiglio di Stato. «Malgrado l’attività omissiva dei verificatori incaricati dal medesimo
Consiglio di Stato, sono emerse violazioni di legge, quali: mancata applicazione delle norme di attuazione del Puc, del Pua e del Ruec relative alla destinazione residenziale e produttiva; errore del calcolo volumetrico; mancata considerazione del carico urbanistico della variante al Pua (volumi tecnici trasformati in negozi); assenza della completa acquisizione, da parte del Comune di Salerno, dell’intera superficie del sub comparto come da espressa dichiarazione dell’architetto Pelosio trasmessa al verificatore urbanistico nel gennaio scorso». Il dossier, inoltre, accende i riflettori anche sulla variante al permesso di costruire numero 7 del 2012 rilasciato alla società Crescent, variante che rende inattuabile l’intervento in corso perché il settore 1 è bloccato con ordinanza sia del Tar che del Consiglio di Stato dello scorso gennaio. Il comitato e Italia Nostra chiedono ancora agli inquirenti di «valutare con attenzione anche le dichiarazioni del progettista della società Crescent sulle destinazioni d’uso residenziali e produttive le cui percentuali ribaltano le previsioni del Puc». Nei giorni scorsi, Italia Nostra e No Crescent si erano attivate anche nei confronti della Capitaneria di Porto con uno specifico esposto che ha evidenziato le problematiche relative alla deviazione del tratto terminale del torrente Fusandola per mancata osservanza delle prescrizioni dell’Autorità di Bacino e delle misure di salvaguardia della costa. «Dubbi – dicono – vengono sollevati sul mancato parere dell’Autorità di Bacino sulla variante al piano urbanistico attuativo che prevede la realizzazione dei negozi nel sottopiazza in luogo dei previsti volumi tecnici. Considerate le gravi anomalie evidenziate, hanno chiesto l’immediato sequestro del cantiere. In questi giorni un pool di penalisti del comitato e di Italia Nostra sta valutando i rilievi penali sulle attività di verificazione urbanistica e idrogeologica». Intanto ieri mattina l’ex soprintendente Giuseppe Zampino è stato ascoltato dal pubblico ministero titolare dell’inchiesta sul Crescent. L’ex dirigente della soprintendenza salernitana, ricordiamo, si era limitato ad un «silenzio assenso» sulla mezza luna di Bofill. Venerdì toccherà a Vincenzo De Luca. Ma a quanto pare, così come già annunciato dal suo legale Paolo Carbone, affiderà il tutto ad un memoriale.

 

1 maggio 2013