Reduce dalla cena che ha sancito la pace tra l’arcidiocesi e i portatori delle paranze, il vescovo Moretti ha espresso la massima tranquillità riguardo all’atmosfera agitata che ruota intorno al 21 settembre e lo ha fatto in occasione dell’inaugurazione della mostra fotografica “San Matteo tra fede e tradizione”, in cui si ripercorre la storia della celebrazione più importante della città attraverso gli scatti di Francesco Pecoraro. Manca poco, infatti, alla celebrazione religiosa più attesa e, nell’ultimo anno, più chiacchierata dai salernitani. La mostra, che omaggia la città e la sua fede, casca quasi a fagiolo in un clima certo più sereno di quello che fu l’anno scorso, quando la processione fu inaugurata dal dissenso dei portatori ed accompagnata dai fischi dei cittadini. «Non c’è mai stato il problema di far pace, perché non ho fatto la guerra con nessuno – ha dichiarato Moretti- È cercare di aiutarci a parlare la stessa lingua partendo da situazioni, sensibilità ed esperienze diverse. Si è cercato di trovare la sintesi per salvaguardare l’identità religiosa di un momento, nello stesso tempo anche nel tener conto di una sensibilità presente nel popolo». Accordo o compromesso che sia, la cosa che importa è che la tradizione venga salvaguardata e sembra che, per quest’anno, la pace sia stata fatta nel bene della collettività cittadina e nel rispetto della celebrazione del santo patrono, anche se alcuni scommettono sulla possibilità di manifestazioni di dissenso, per cui il vescovo ha commentato: «La libertà dei figli di Dio c’è, ma ritengo che non ci sia alcun motivo per dare spazio a manifestazioni di dissenso. Queste sono occasioni in cui la partecipazione non la ordina il dottore, quindi se uno non ci si ritrova, va a farsi la passeggiata da un’altra parte – ha continuato, esprimendosi sulla compartecipazione di fedeli e bastian contrari – Queste sono celebrazioni religiose a cui uno è invitato, ma non si è obbligati a partecipare. Normalmente, se c’è una proposta che condividi partecipi, altrimenti te ne vai. Non c’è bisogno che dai fastidio agli altri». Parole che esortano alla pacatezza, quelle dell’arcivescovo, e che fanno pensare. L’invito è chiaro: i cittadini che vorranno storcere il naso, se ne stiano a casa. Rossella Ronca
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