Massimo Baraldi e “Tre giorni nella vita” - Le Cronache
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Massimo Baraldi e “Tre giorni nella vita”

Massimo Baraldi e “Tre giorni nella vita”

Riprende il progetto “Voci migranti” curato da Casa della Poesia in collaborazione con l’Assessorato alle Politiche giovanili del Comune di Salerno e alcuni Istituti scolastici della nostra città, con lo scrittore Massimo Baraldi e il suo bellissimo “Tre giorni nella vita” (Multimedia Edizioni). Gli incontri si terranno oggi alla Scuola Media Lanzalone (ore 10,00), venerdì 3 dicembre al Liceo Alfano I (ore 11,00), sabato 4 dicembre al Liceo Da Vinci (ore 10,15). Un incontro pubblico sarà organizzato venerdì 3 dicembre alle ore 19,00 presso l’associazione L’Abbraccio ODV (Salerno, via Fresa 1, q. San Leonardo). Sarà presente l’Assessore alle Politiche Sociali e alle Politiche Giovanili, Paola De Roberto. Riprendiamoci, con prudenza e responsabilità, i nostri spazi e i nostri progetti. Quanto dura un giorno? E di cosa è fatto? E’ possibile prendere i giorni e contarli? Separarli? Magari metterli in fila e ordinarli? Valgono di più quelli belli o quelli brutti? E di quelli così-così cosa ne facciamo, li buttiamo? Il giorno di una étoile è uguale a quello di un poeta? E corre più veloce un artista o un atleta? Se è vero che i giorni passano, poi dove vanno a finire? E a chi appartengono? A chi li vive, a chi li ricorda o a chi li raccoglie? E quando si smette di ricordarli poi non sono più di nessuno? Quarantuno personaggi provano a rispondere a queste domande condividendo tre giorni della propria vita con Massimo Baraldi: uno bello, uno brutto e uno così-così. Marco Baliani, Letizia Battaglia, Nino Benvenuti, Vsevolod Bernstein, Edo Bertoglio, Elisa Biagini, Jean Blanchaer, Leo Callone, Donatella Cervi, Philippe Daverio, Emmanuelle De Villepin, Pablo Echaurren, Gian Maurizio Fercioni, Ines Figini, Vittorio Garatti, Fra Paolo Garuti, Ricky Gianco, Rune Gjeldnes, Jack Hirschman, Filippo La Mantia, Nicolai Lilin, Italo Manca, Rocky Mattioli, Chiara Montanari, Francesco Moser, Paola Onofri, Rosalia Pasqualino Di Marineo, Sotirios Pastakas, Graziano Rossi, Simona Ruscitto, Luciana Savignano, Andrée Ruth Shammah, Guido Silvestri – Silver, Maurizio Solieri, Paolo Sollier, Maurizio Stecca, Natasha Stefanenko, Gustav Thöni, Beatrice Venezi, Beverly “Guitar” Watkins, Gianfranco Zigoni. Massimo Baraldi è originario della Bassa modenese, cresciuto a Imperia e, nel tempo, diventato comasco. È nato il 19 febbraio del 1966. Nel 2002 ha pubblicato un’apprezzata traduzione dal russo dell’opera di Vladimir Majakovskij “Per la voce” ed è autore di alcuni romanzi e testi teatrali. Scrive per la rivista russa “Ozero Komo”. Affascinato dalla contaminazione tra forme espressive, collabora con fotografi, scultori e musicisti. Tra i suoi lavori “ibridi” è di particolare interesse il cortometraggio “Urban Dream” (2010), realizzato sull’asse Como–Roma–Atlanta con la regista Carola De Scipio e il compositore Giovanni Bataloni. “Tre giorni nella vita” è la sua prima pubblicazione con la Multimedia Edizioni.“Tre giorni nella vita” è un libro sulla bellezza e sui sogni. Contiene anche tutti i sentimenti del mondo – e ognuno di essi è declinato in tante sfumature quanti sono i personaggi che lo animano, eterogenei per formazione e frequentazione come già quelli rappresentati dai Beatles sulla copertina di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band. Tra le sue pagine artisti, sportivi, avventurieri e visionari di ogni sorta sono indissolubilmente legati gli uni agli altri dal filo dei propri giorni: ispirandomi al brano A Day in the Life, uno dei massimi capolavori firmati dalla coppia Lennon-McCartney, li ho infatti convinti a sceglierne e condividerne tre – uno bello, uno brutto e uno così-così. I ritratti ottenuti sono intensi e suggestivi quanto canzoni, mi è sembrato naturale strutturarli come i vecchi vinili a 45 giri: un lato A e un lato B – più una bonus track, perché ai tempi non ci stava e oggi invece sì. “Tre giorni nella vita” è un fugace scorcio del mio mondo e dell’immaginario che lo alimenta. Tutti gli uomini e le donne qui presenti ne fanno parte e, a livelli diversi, hanno contribuito a fare di me ciò che sono insegnandomi il senso delle cose con l’esempio delle proprie vite. Questo è il mio modo di celebrarli e ringraziarli.