Martino in Procura dopo la diffida del Comune - Le Cronache
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Martino in Procura dopo la diffida del Comune

Martino in Procura dopo la diffida del Comune

Fausto Martino va in Procura. La lettera con cui il funzionario della Soprintendenza d Salerno ha replicato alla diffida e alla richiesta di procedimento disciplinare del Comune di Salerno al Ministero per i Beni culturali è stata spedita anche alla magistratura inquirente. E il Mibac ne è al corrente. L’ex assessore all’Urbanistica, che ha rotto ogni rapporto con il sindaco Vincenzo De Luca, tra i destinari della sua “difesa” ha messo anche la procura di Salerno, ricordando che la stessa sta indagando sul caso Crescent e che ha messo sotto inchiesta trenta persone, tra cui il sindaco, quasi tutta la sua ex giunta, funzionari ed ex vertici della Soprintendenza, nonchè imprenditori e progettisti. Il decreto di sequestro del Crescent parla di una sorta di soggezione che la Soprintendenza avrebbe mostrato nei confronti dell’amministrazione comunale che, di suo, più volte avrebbe influenzato le scelte degli uffici di via Tasso. Il Comune ha diffidato l’architetto perchè più volte Martino ha espresso pubblicamente il suo giudizio negativo sul Crescent. Lo ha fatto anche di recente davanti alle telecamere del programma di RaiTre “Alle falde del Kilimangiaro”, più volte accusato da De Luca di essere la tv della depressione. L’ex assessore ha replicato ricordando senz’altro il suo passato nella giunta De Luca, dal 1993 fino allo scontro sul Prg che lo ha portato alle dimissioni. E ha ribadito che mai, da allora, si è occupato di una pratica urbanistica del Comune di Salerno come responsabile del procedimento. Nella lettera di diffida, invece, firmata dal vicesindaco Eva Avossa, si evidenzia unicamente l’amicizia di Fausto Martino con i comitati “nemici” di Salerno. E cioè il comitato “No Crescent” – apostrofato sempre con l’espressione deluchiana dei “quattro gatti” – e l’associazione ambientalista Italia Nostra, che è stata anche denunciata dal sindaco dopo la diffida inviata dagli ambientalisti alla Soprintendenza stessa. E le denunce sul Crescent così non fanno che aumentare e riempire di atti un fascicolo che è già stracolmo di documenti.

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