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L’uomo e la sua ricerca di se stesso

L’automa dovrà lavorare sui concetti che egli ha espresso e, quando lo farà, anche l’uomo umanizzato, imparerà a lavorarci sopra
Leggendo i versi de “La ballata dell’automa” di Edoardo Sanguineti ho provato una particolare emozione. Non conoscevo questo poeta contemporaneo, ma, fin dalla lettura dei primi versi, ne sono stata rapita e affascinata. Ovviamente mi ha portato a riflettere sull’uomo, la sua esistenza, la sua continua ricerca di se stesso nel tempo e nella storia. L’uomo è fatto di eventi che scorrono sul calendario della vita. Ogni uomo ha una sua essenza, una sua peculiare caratteristica; infatti, c’è chi può essere paragonato a un gelato alla vaniglia, per la sua dolcezza, oppure a un’enciclopedia, per la sua cultura. L’anima dell’uomo, che è più profonda, potrebbe essere come il teorema di Pitagora, con le sue complicazioni e sfaccettature, oppure potrebbe essere come una chitarra che emette musica soave. Questa è la mia personale interpretazione ed è quello che sento, leggendo questa ballata. L’ultimo verso lo interpreto pensando che il poeta voglia dire che l’automa dovrà lavorare sui concetti che egli ha espresso e, quando lo farà, anche l’uomo umanizzato, cioè divenuto effettivamente uomo, con i propri valori, interessi, modo di essere e ideali che lo rendono capace di distinguersi dagli altri, imparerà a lavorarci sopra.
Mariapaola Russo IV A Linguistico Liceo Caccioppoli Scafati