L’orma che scavo: il lavoro poetico di Manzi a Ravello - Le Cronache
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L’orma che scavo: il lavoro poetico di Manzi a Ravello

L’orma che scavo: il lavoro poetico di Manzi a Ravello

Dopo l’emozionante “colloquio”, a novembre, con la poesia di Dario Bellezza, la seconda edizione della rassegna Riflettori – organizzata a Ravello, presso il complesso monumentale dell’Annunziata, da Emiliano Amato e dal quotidiano online da lui diretto, il vescovado.it. – prevede, per martedì 9 dicembre (inizio, ore 19,00) un incontro dedicato al lavoro poetico del giornalista e scrittore Andrea Manzi, la cui fortuna critica va sempre più arricchendosi di contributi da parte di estimatori, per altro noti per la loro marcata severità (Masullo, Perrella, Amoruso, Cucchi, Piscopo, Pecora…). Introdotto da Francesco G. Forte, l’appuntamento non si limiterà ad una disamina teorico-filologica, consistendo piuttosto in un cumulo di doni che artisti ed amici intendono offrire al poeta. A cominciare dalla eccezionale presenza del grande coreografo belga Luc Bouy che, già ballerino solista negli anni d’oro del Ballet du Xxème Siècle di Maurice Béjart, ha messo il suo talento visionario al servizio delle sue stesse creazioni nel campo dell’Opera Ballet ed è stato coreografo di fiducia di Carla Fracci e di registi come Franco Zeffirelli. Alcuni allievi della sua scuola di danza presenteranno brevi composizioni riallestite per l’occasione. Tra gli ospiti, la scrittrice e poetessa Norma D’Alessio, vincitrice del Solinas 2005 e finalista al Rill per il racconto fantastico – da ricordare almeno, Primavera di fango (Avagliano 1998), dedicato alla tragica alluvione che colpì Sarno e la sua valle; Non si dice a me mi (Guida 2001), che descrive il mondo con gli occhi di un bambino e Angelo (oèdipus 2004) – La D’Alessio leggerà poesie dalle sue raccolte Di pece e amaranto e Un pesce e una rondine. Una performance poetico-sonora con protagonisti la voce dell’attore Giuseppe Basta e il pianoforte di Silvia Siniscalchi e la lettura che Pasquale De Cristofaro farà di alcuni brani da Mediterraneo – spettacolo che, su testi di Manzi, debutterà a Gennaio -, apriranno la strada alla sezione video, nel corso della quale si potrà vedere ed ascoltare Mariano Rigillo declamare La ballata a Miriam Makeba dello stesso poeta salernitano e, soprattutto, felice e rarissima occorrenza, il decano dei filosofi italiani, Aldo Masullo, leggere e commentare due poesie dalla raccolta L’orma che scavo. Già caporedattore de Il Mattino di Napoli e de L’Informazione di Roma, Andrea Manzi ha fondato e diretto per sette anni il quotidiano del Gruppo l’Espresso La Città, per poi passare alla direzione della tv satellitare Telecolore-Sky 826 e alla vice direzione de Il Roma. Docente di teoria e tecnica del linguaggio giornalistico (Univ. di Salerno), si è occupato di estetica delle comunicazioni – L’arte nel sociale (coautore), Ed. Riuniti 1992 – e terzo settore (Gesù è più forte della camorra, Rizzoli 2011 – con don Aniello Manganiello), campo in cui è attivo come presidente dell’Associazione Ultimi (per la legalità e la lotta contro le mafie). Già segretario generale della Fond.ne Ravello e direttore della Fond.ne Alario per Elea-Velia, ha diretto la rivista di studi socio-territoriali “Il Paradosso” ed ha ideato il blog per la cittadinanza attiva “IConfronti” (www. iconfronti.it). Per il teatro ha scritto Dino Campana poeta, Black out, Ring, Giovani senza dei (da Bruckner) Mediterraneo. È autore delle raccolte poetiche (d)io@parole.com (2010), Morire in gola (pref. M. Cucchi, 2009), Occhi indossati (pref. G. Amoroso, 2010). Delle numerose analisi sul linguaggio poetico di Manzi e dei tanti positivi giudizi critici, ci si può limitare qui a riprendere le parole di Michele Sovente, il nobile poeta dei campi Flegrei, troppo prematuramente scomparso: “Sono versi nati da un autentico stato di grazia, un solo, vasto flusso di energia vitale, come se l’incantevole paesaggio d’acqua, di luce, immergesse i sensi, la percezione, lo spirito in un primordiale liquido amniotico”. Lorenza Lualdi