L'omaggio a Bruno, un atto dovuto - Le Cronache
Attualità

L’omaggio a Bruno, un atto dovuto

L’omaggio a Bruno, un atto dovuto

di Andrea De Simone

La targa d’onore al Vestuti per Bruno Carmando è un atto giusto e doveroso.

Apprezzo l’iniziativa dell’amministrazione comunale che raccoglie la proposta di un sodalizio fortemente radicato in città, presieduto da Salvatore Orilia e sostenuta da le Cronache diretto da Tommaso D’Angelo.

Tra quelle mura, Bruno ha vissuto con la sua famiglia ed ha profuso uno straordinario impegno professionale a favore di intere generazioni di calciatori che hanno indossato la maglia granata.

E’ stato un professionista valido , un supporter appassionato, un amico generoso.

La Salernitana non era solo la squadra per la quale tifava e lavorava.

Era la vita.

Aveva un cuore grande Bruno.

C’era per tutti.

Era il fratello maggiore dei calciatori che a lui confidavano non solo i dolori muscolari ma anche le vicende più intime ed i fatti personali.

Era il professionista che si prendeva cura di tutte le persone, quelle che non avevano possibilità, quelle che non avevano tutele, quelle che avevano meno.

Era l’amico prezioso che non lasciava indietro nessuno.

Con le sue battute riusciva a trovare una risposta ai dilemmi quotidiani di chi aveva con lui rapporti di frequentazione.

Nella mia mente si affollano immagini e ricordi.

Lacrime di gioia il 3 giugno 1990,al termine di Salernitana-Taranto, per la storica promozione in B; lacrime di amarezza a Pescara ed un anno dopo, il 16 giugno 1991, al termine di Cosenza-Salernitana, che decretò la nostra retrocessione dopo il gol di Marulla al sesto del primo tempo tempo supplementare.

Eravamo insieme all’ultima del Vestuti e allo spareggio dell’Adriatico.

Ed eravamo insieme a Caserta il 2 dicembre 1989.

Avevamo raggiunto il Pinto con il pullman della squadra.

La squadra di casa era andata in gol per due volte.

Nel secondo tempo, Di Bartolomei riuscì a farci agguantare il pareggio con due gol dagli undici metri.

Eravamo stati accolti con simpatia e fatti accomodare in tribuna tra le autorità casertane io, Presidente della Provincia di Salerno e l’allora Vice Sindaco della nostra città.

Al 38° del secondo tempo, con il secondo gol di Agostino, vediamo i signori vicino a noi salutare e lasciare gli spalti.

Chi era seduto più lontano cominciò ad inveire ed a scagliarsi con frasi violente ed aspre: ”pisciaiuoli non uscirete…”

Riuscimmo con difficoltà a raggiungere l’uscita che portava agli spogliatoi della nostra squadra.

Davanti alla porta stazionavano con fare aggressivo gli addetti all’impianto e diversi personaggi , tra questi il loro direttore sportivo Grillo.

Impossibile entrare fino a che, Bruno, non vedendoci arrivare, apre la porta e con tono minaccioso si fa largo tra i casertani e ci consente di passare.

Ricordo con commozione i tanti momenti di condivisione, le partite a cui abbiamo assistito insieme, gli inviti a casa sua, i momenti di gioia e di difficoltà.

L’amatissima moglie doveva tirare fuori il meglio dalla dispensa perché Bruno voleva condividere con gli amici il meglio che aveva.

Bruno trattava tutti da re a casa sua e per tutti c’era una battuta di spirito.

Che bella persona.

Sicuramente manca tanto a Marinella, a Giovanni, a Raffaele ed a tutta la sua famiglia.

Manca tanto ad un calcio che insieme alla professionalità dovrebbe tutelare i rapporti umani.

Manca tanto a chi ha voluto un gran bene a quel giocherellone del mio amico: ”Piacere dottor Franzetti…” ripeteva ad alcuni parlamentari che conobbe a Roma durante una visita a Montecitorio insieme al nostro inseparabile amico Salvatore Orilia nei primi anni ’90.

Potrei continuare con il ricordo di mille simpatici aneddoti ma “la commozione prende il sopravvento-recita un testo-se è vero che ogni emozione forte resta in noi, e rimarrà per sempre dentro al cuore, come si fa a dimenticare una testimonianza d’amore?”

Manca a tanti lo spiritoso e piacevole “testimone d’amore” per Salerno e per la Salernitana.

Con la targa al Vestuti il Comune di Salerno rende omaggio a un grande salernitano.