L'italia s'è desta - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

L’italia s’è desta

L’italia s’è desta

 

Questa sera, alle ore 21, al Piccolo teatro del Giullare si chiude la prima edizione della rassegna GeoGrafie ideata da Vincenzo Albano

Di OLGA CHIEFFI

Al piccolo teatro del Giullare per l’ultimo appuntamento di GeoGrafie, teatri della contemporaneità/atto I – la Calabria – rassegna promossa da Vincenzo Albano il quale si è regalato un compleanno in scena, proprio questa sera,  ci saranno, alle ore 21, Rosario Mastrota e Dalila Desirée Cozzolino con L’Italia s’è desta, la storia di un’Italia malandata che si risveglia dal torpore grazie al calcio, trait d’union che unisce Nord, Centro e Sud; uno spettacolo che provoca e fa riflettere. L’Italia s’è desta, la storia di un’Italia alle prese con un risveglio politico-sociale dovuto a un fenomeno ben preciso: il rapimento della nazionale di calcio. Lo scenario che fa da sfondo alla storia è la ‘ndrangheta, che non è un pretesto narrativo, ma un “fulcro drammaturgico importante” su cui riflettere, insieme al problema dell’emarginazione dei deboli e a quello di un apparato mediatico poco fedele alla realtà, tutti elementi che, nella vita vera, rendono ancora oggi lontano un effettivo risveglio dell’Italia. Presentato dalla Compagnia Ragli, la pièce è stata scritta e diretta da Rosario Mastrota con Dalila Desirée Cozzolino, i quali si pongono sulle tracce di Pirandello, poiché la verità può essere rivelata solo da quelli che la cosiddetta gente perbene etichetta come pazzi, anormali, malati di mente. Lo spiegava bene lo scrivano Ciampa che ne’ “Il berretto a sonagli” insegnava alla signora Beatrice, la quale lo aveva accusato di fronte a tutta la piccola comunità dove vivevano di essere becco, che per passare per matti basta gridare in faccia la verità. Perché tanto nessuno ci crede. La protagonista è Carletta, è «la scema, la Scarpe strane del paese», colei che paga il prezzo della propria libertà di girare ovunque, di poter dire ciò che pensa e che vede attraverso una reclusione sociale e collettiva, additata da tutti e compresa da nessuno, che assiste al rapimento dei giocatori ed è l’unica a sapere dove la ‘ndrangheta abbia nascosto la squadra; ma per tutti è una povera pazza e nessuno, la prende in considerazione perché impegnato a correre dietro alla notizia bomba dell’assalto mafioso. Subito lo scoop dilaga, esplode. Esercito, politica, sport e giornalisti all’assalto del nuovo fenomeno mediatico. Un’invenzione plausibile che rispecchia la faciloneria delle “vittime” dei mass media e l’esaltazione e manipolazione che ne deriva.  Il gioco de L’Italia s’è desta si svolge sull’idea del racconto reale di qualcosa che successivamente viene manomesso. Ma che nel caso specifico è già manomesso alla fonte. E’ un racconto metaforico-ironico di un’Italietta credulona, epiteto significativo. Una tematica civile che invece di spettacolarizzare il male lo prende in giro manipolandone l’impronta. Sarà l’antieroe buono a vincere, l’eroe per caso.