Le “Seduisantes emotions” di Armando Ghidoni - Le Cronache
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Le “Seduisantes emotions” di Armando Ghidoni

Le “Seduisantes emotions” di Armando Ghidoni

Otto brani per un progetto in cui il jazz classico incontra evocazioni di musica “seria” eseguiti da formazioni in cui s’incontrano giovani talenti e professionisti affermati

Di OLGA CHIEFFI

Un cartello di brand di strumenti e accessori, Zac Ligature Sequoia, Savut Trumpets e Goodwaverecordings, ha prodotto l’interessante progetto di Armando Ghidoni, “Seduisantes Emotions”, compositore e docente di sassofono trentino, ma di scuola francese. Le “seducenti emozioni” sono offerte dalla recherche su particolari formazioni strumentali, in cui s’incontrano essenze ed estetiche musicali diverse, a cominciare dalla scelta degli esecutori e della contaminazione dei brani, che fondono il feeling «jazzistico» con il classicismo europeo, la tradizione melodica italiana e l’impressionismo francese con il ritmo delle percussioni. La registrazione ha l’andamento di una garbata conversazione tra colti amici. Si entra e si esce da una sorta di metamusica che, nessuno meglio di Guidoni, sa strutturare, modellata volta per volta, sulle caratteristiche dei musicisti con i quali interagisce. Talvolta i toni si fanno più agitati, con il clarinetto di Gaetano Falzarano che sa spingere sull’acceleratore, virtuosisticamente, nella sua sortita “Alegre Marie”, per poi strizzare l’occhio al blues più classico, in duo con la pianista Simona Padula, a volte decisamente impressionisti, come l’intro pianistico dell’intensa Dominique Blanc nel brano che apre il progetto “Au Rythme des Souvenirs”, per poi passare il testimone al flicorno soprano di Daniele Grott, al sax baritono di Mattia Grott e alle percussioni di Gabriele Zandonati, in un crocevia di memorie e sorprese, che profuma di diverse esperienze. In generale, l’atmosfera non è mai turbata da eccessi e intemperanze: riassumono tutto la “Ballade d’une femme”, a specchio con “Quella storia”, due soli affidati al pianoforte della Blanc, in cui le trame si sfaldano e rigenerano,  attraverso l’eleganza del tocco e del fraseggio. Splendida amalgama tra legni ritroviamo in “Rhythmical Serenity”, una danza, che gioca tra incontri, scontri e ritorni, come in un haiku, in estatico equilibrio tra il singolo momento e l’insieme, tra il purissimo suono del flauto di Antonio Senatore, il clarinetto di Gaetano Falzarano e il caldo fagotto di Antonello Capone. Domique Blanc è pianista dal tocco nitido e asciutto, per niente incline al virtuosismo ma orientato, piuttosto, verso lo scavo del tessuto armonico e l’esplorazione di rarefatte cellule melodiche, che caratterizza “L’Ame d’un regard”.  Discorso pari per “Amour” in cui incontriamo ancora il clarinetto di Falzarano e il piano di Simona Padula, che sposano il suono del cello di Aurelio Bertucci. Esplorare è un verbo che ben si attaglia alla visione di Guidoni, il quale compie una profonda analisi timbrica su questi strumenti. Finale lussureggiante con il brano che ha dato il titolo al progetto, quelle “Seduisantes Emotions”, evocate dalla tromba di Daniele Grott, dal sax alto di Mattia Grott e dal pianoforte di Dominique Blanc, i cui suoni alonano il tutto di sinuosità e di un respiro assolutamente particolari, che strizzano l’occhio a Tin Pan Alley, semplice veicolo per una ricerca sonora che trascende dai significati, dalle sottigliezze semantiche, dallo scavo drammatico, attraverso un controllo del materiale, ottenuto con fluidità danzante e uno swing peculiarmente rilassato, con aperture sempre calibratissime e giocate con un senso vivo del ritmo.