Le sedi vaccinali salernitane non sono sufficienti - Le Cronache
Salerno

Le sedi vaccinali salernitane non sono sufficienti

Le sedi vaccinali salernitane non sono sufficienti

di Erika Noschese

Necessario implementare le sedi vaccinali, aperte dall’Asl di Salerno, in quanto le attuali 53 non sono sufficienti. È quanto emerso dall’incontro tenutosi ieri mattina tra le organizzazioni sindacali Cigl Salerno, Cisl Salerno e Uil Salerno, guidate rispettivamente da Artuso Sessa, Gerardo Ceres e Gerardo Pirone con la direzione generale dell’Asl e coordinato dal prefetto. Particolare attenzione è stata riservata per le aree interne e per l’area cilentana. A tutti è anche chiaro ed evidente il quadro di difficoltà della provincia di Salerno che consta di oltre 1.100.000 abitanti distribuiti sull’ampia superficie con notevoli differenze di carattere orografico e cinematico e residenti in 158 comuni. E’ risultato evidente che le 53 sedi vaccinali aperte dall’Asl di Salerno non sono sufficienti e che esse devono essere implementate facendo rete sul territorio con gli studi associati dei medici di medicina generale. Comunque positivo l’impegno del Direttore Generale ad un rapido e prossimo incremento. Utile anche il coinvolgimento delle farmacie presenti. Il quadro d’insieme emerso dalla riunione mostra questi dati: I numeri della provincia di Salerno: 154.000 vaccinazioni c/o Asl; 33.000 vaccinazioni c/o H Ruggi; 53 sedi vaccinali in provincia di cui 4 in Costiera; 20.000 vaccinazioni settimanali; 4/5.000 al giorno; Cilento su 65.000 ultraottantenni 60.000 vaccinati; in provincia: riferito alla classe 70/79 anni di età vaccinati 16.000; over 80 vaccinati 60.000; personale scuola vaccinati 23.414. A fronte di questi dati, è emersa come preponderante la necessità di inserire, con rinnovate modalità, anche di carattere metodologico e logistico, il ruolo dei medici di base e la relativa presa in carico dei soggetti vaccinandi; in particolare, per alcune categorie come: i fragili e gli anziani. L’accordo regionale, sul punto, non sta dando i frutti sperati; ed esso, quindi va modificato in alcuni aspetti se, effettivamente, si vuole raggiungere un vero ed operativo accordo con le Asl di riferimento. Il Prefetto, inoltre, ha dichiarato di essere ben disposto ad accompagnare e a coordinare i lavori per il prossimo tavolo tecnico, relativo “alle vaccinazioni sui luoghi di lavoro”, occasione questa utile anche per una prima verifica degli accordi sui pregressi protocolli atti a garantire la salute e la salubrità sui luoghi di lavoro.