Le note giovani della Napolinova salutano il 2019 - Le Cronache
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Le note giovani della Napolinova salutano il 2019

Le note giovani della Napolinova salutano il 2019

 

Oggi matinée al Palazzo comunale di Cava de’ Tirreni con la formazione partenopea diretta da Marco Salvo

Di OLGA CHIEFFI

Cava de’ Tirreni saluterà il nuovo anno con le note dell’Orchestra Giovanile Napolinova, diretta da Marco Salvo.  Un’associazione questa, presieduta da Alfredo De Pascale che, con estrema sapienza ed abnegazione, guida i propri valenti strumentisti alla scoperta dei segreti della musica da camera, del concerto solistico, proponendo loro, in progressione, programmi adatti all’esperienza di quanti cercano di affacciarsi alla professione di musicista. L’appuntamento è per la mattina del 1 gennaio nell’aula consiliare di Palazzo di Città, alle ore 11, per il progetto Cava è…..diretto da Antonia Willburger. Il matinée principierà con il Divertimento n°1 K136, scritto da un Mozart sedicenne, di ritorno a Salisburgo dopo il soggiorno italiano,  una pagina brillante, sospesa fra la fattura del pezzo d’ensemble e l’impianto quartettistico. Il compositore propone in definitiva una sua scuola e un suo modello scrivendo di fatto musica sinfonica attraverso l’assemblaggio di alcuni strumenti per essere assimilato alla sinfonia italiana. Seguirà l’Andante Festivo di Jean Sibelius una  paginatuttoradi  grande intensità emotiva,nella qualegli archi dispiegano con forza lunghe frasi melodiche in un’atmosfera permeata da una profonda spiritualità. Seguirà l’Intermezzo dalla “Cavalleria Rusticana” di Pietro Mascagni una dolcissima melodia eseguita all’unisono dagli archi (senza il contrabbasso), secondo alcuni storici un Salve Regina composto in giovanissima età. Omaggio ai grandi compositori di musica per film a cominciare dal premio Oscar Ennio Morricone con Gabriel’ Oboe, da Mission, con cui l’oboista potrà esprimere la resurrezione di speranza e gioia e l’inversione del tempo che è alla base di questa pagina, per passare a Nino Rota e il suo “Padrino”, con il suo delicato fluire musicale, talvolta ingiustamente scambiato per semplicismo, lontano da ogni vezzo avanguardistico, non inconsapevole della lezione novecentesca di Igor Stravinskij, trasferendo le sue  ragioni estetiche sospese in un’aerea grazia, che divenne l’ inconfondibile cifra rotiana, apprezzata nei lavori per Luchino Visconti, ne’ “Il Gattopardo” del quale ascolteremo il celebrato valzerino verdiano. Finale viennese come di prammatica, con il Kaiser Waltz, di Johann Srauss jr., op 437, costruito sulla grande dimensione, con un’introduzione trasformata in un miracoloso quadro sinfonico. Ci si sposterà, poi, nei boscosi sobborghi di Vienna per carpirne le “Voci di Primavera”, un idillio schizzato da una danza di forte spessore con il contrasto aereo di flauti, clarinetti e violini e “An der schonen blauen donau” al quale “Si deve soltanto accennare alle prime tre note della triade di Re maggiore, che tutte le facce s’accendono di entusiasmo”(Eduard Hanslick) il vero inno austriaco.