L'attualità di "Notturno di donna con ospiti" - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

L’attualità di “Notturno di donna con ospiti”

L’attualità di “Notturno di donna con ospiti”

Oggi, alle ore 21 Giuliana De Sio reciterà la piéce di Annibale Ruccello al teatro delle Arti

 Di Olga Chieffi

 

Il discorso di Ruccello, sulla violenza e modernità delle metropoli, verrà portato in scena questa sera alle ore 21, sul palcoscenico del teatro delle Arti da Giuliana De Sio che, accompagnata da grandi attori sul palco,  quali Rosaria De Cicco, Andrea De Venuti, Luigi Iacuzio, Mimmo Esposito e Gino Curcione, diretti da Enrico Maria Lamanna, si cala, anzi ri-cala in questo “Notturno di donna con ospiti”. Nella periferia di Napoli, in una casa a due piani, vive Adriana , una madre alla terza gravidanza e moglie di Michele, un lavoratore notturno che rientra sempre a casa all’alba. Nel caldo afoso della metropoli, Adriana porta avanti la sua esistenza tra canzoni, note di un pianoforte e la televisione. Una sera accade ciò che da tempo Adriana temeva ma allo stesso tempo desiderava: due strani individui si introducono in casa. Improvvisamente, senza una logica, affiorano alla mente della protagonista ricordi angoscianti, fantasmi del passato, che provocano una reazione atroce, ma necessaria per evadere da quella prigione così grigia ed oppressiva. Uno spettacolo ricco di emozioni forti in cui Ruccello, autore della drammaturgia napoletana, scomparso nel 1986 all’età di 30 anni, coglie i cambiamenti antropologici di una metropoli come Napoli, in cui regna da sempre il sogno della piccola-media borghesia di soddisfare i bisogni primari. E qui vi è il trionfo di quel sogno. Adriana, ingenua casalinga incinta del terzo figlio, vive nella periferia di un paesino campano insieme al marito Michele, rude metronotte che la considera meno di soprammobile. La sua vita scorre lenta e inesorabile tanto da ritrovarsi spesso sola e annoiata, sopportando i maltrattamenti e le violenze del marito quando lui è presente. Una notte afosa d’estate, mentre suo marito è al lavoro e Adriana è addormentata davanti al televisore, in casa piomba un’ospite inattesa che fugge da dei malviventi. Si scopre che Rosanna è un’ex compagna di scuola di Adriana. La serata viene maggiormente movimentata dall’arrivo di Arturo, marito di Rosanna: egli comincia a corteggiare spudoratamente Adriana, la quale si ritrova ben presto al centro di una vicenda inimmaginabile che si complica sempre di più quando al trio si aggiungono Michele e Sandro, ex fidanzato di Adriana appena uscito di galera. La presenza degli ospiti (poi si scopre solo sognati e risultato dei deliri, delle paure e delle inquietudini della protagonista) dà modo ad Adriana di riconsiderare la sua vita con occhio critico, esaminando la sua infanzia trascorsa con un padre remissivo e una madre opprimente. La folle e imprevedibile nottata lascia pesanti segni nella psiche di Adriana che finisce per impazzire e uccide i figli regredendo allo stadio di una bambina sul triciclo. Durante lo spettacolo, lo spettatore verrà catapultato in un mondo surreale e onirico fatto di ricordi e immagini sfocate che spiegano il comportamento ingenuo e infantile della donna, frustata e sottomessa dalla noia e dai soprusi. Nell’opera, infatti, dominano le atmosfere claustrofobiche, caratteristiche della scrittura dell’autore; così il televisore, il telefono, la radio, sono simboli di un’omologazione culturale protagonista dei testi ruccelliani, ambientati nel panorama desolato della periferia urbana partenopea, dei ghetti degradati, tra le tv locali e le radio libere. Possiamo considerare, quindi, Adriana come una donna bambina mai cresciuta ma anche come una Medea moderna che scivola nella follia nell’indifferenza di chi le sta accanto. Alla base ci sono la solitudine e un’infanzia difficile mai rielaborata che ancora pesa e condiziona il presente. Oltre all’aspetto surreale della sceneggiatura, vi è l’evidente attualità.