L'assessore Brigante a tutto campo: le novità - Le Cronache
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L’assessore Brigante a tutto campo: le novità

L’assessore Brigante a tutto campo: le novità

di Erika Noschese

“Sono quasi un assessore disoccupato perché abbiamo una serie di programmazioni pronte ma mi sento disoccupato sugli effetti ma non è una nostra mancanza; è un problema a livello nazionale”. Parla così Michele Brigante, assessore all’Urbanistica e ai lavori pubblici che fa il punto della situazione sulle grandi opere in fase di realizzazione che, inevitabilmente, oggi hanno subìto un rallentamento – e non a causa dell’amministrazione stessa – ma di quella che spesso viene definita burocrazia e che trascina con sé una serie di norme, di modifiche che rallentano l’intervento in sé. “Burocrazia” che, per una serie di eventi è stata modificata, a tratti semplificata ma complessa. Si parla di opere che potrebbero disegnare il nuovo volto della città, capoluogo di provincia, più simile ad una città metropolitana, per estensione di superficie ma penalizzata dalla vicinanza con Napoli. “Una delle cose che sta pesando molto nella modifica generale delle opere pubbliche è che dal crollo del ponte di Genova nulla è uguale, sia in termini di dichiarazione di fattibilità e sicurezza sia in termini di esecuzione”, ha dichiarato l’assessore Brigante, evidenziando che la semplificazione è entrata nel Pnrr grazie al comitato speciale ma non accade per tutte le altre opere. Il Pnrr è talmente complesso che necessita di una semplificazione che, di fatto, sta avvenendo. “Uno dei temi che stanno ponendo le società è proprio come si potrebbe fare sul quadro economico se aumentano i prezzi, bisogna trovare risorse per adattarsi ai cambi che il progetto avrà e alcune norme stanno andando incontro a quest’esigenza, permettendo l’aiuto all’economia. Sono quasi un assessore disoccupato perché abbiamo una serie di programmazioni pronte ma mi sento disoccupato sugli effetti ma non è una nostra mancanza; è un problema a livello nazionale”, ha poi aggiunto il presidente dell’ordine degli ingegneri di Salerno, ormai in scadenza di mandato. Assessore, si parla di fondi Pnrr per riqualificare la città e portare a termine le grandi opere. A che punto siamo e quali sono gli interventi da concretizzare a breve termine? “Dunque, su questa cosa del breve termine vorrei permettermi una battuta: non c’è persona nel nostro Paese che non abbia notato che si programmano le opere ma quelle appaltate si continuo su una mano e mezza. Questo perché al di là delle complessità normative che ci sono sempre state e che concretizziamo in burocrazia, ci sono altre incertezze; quella più famosa è la modifica del quadro dei costi delle spese mentre quella meno famosa ma che incide è la modifica dell’assetto normativo del codice degli appalti che sta avendo una serie di fibrillazioni, cambiamenti, decreto aiuto e così. Non credo che, nella nostra città, nell’ultimo anno ci siano state opere appaltate, se non quelle medio piccole perché le medio grandi e quelle grandi l’incidenza dei quadri e delle norme è altissima”. Nuovo Ruggi, una struttura che ormai sembra essere fondamentale mentre si punta l’accento sull’attuale struttura, ormai fatiscente… “Il Ruggi è di indirizzo regionale, noi diamo il supporto per le aree. Non possiamo parlare di nuovo ospedale bensì di Policlinico universitario ed è diverso; dobbiamo accettare un’idea, renderci coerente con questo principio: in Italia, se c’era una provincia che meritava di essere città metropolitana era Salerno perché ha metà della superficie campana ma non la stessa proporzione in termini di abitanti. Si tratta di un policlinico universitario che avrà incidenza regionale verso il sud. Il progetto è in fase di approvazione, si va verso gli esecutivi; noi abbiamo fatto gli atti come il vincolo dei suoni, le questioni tecniche sono pronte. Ci vorranno degli anni. Credo sia importante chiarire che è differente dall’ospedale”. Vestuti, si chiede una riqualificazione anche attraverso i fondi del Pnrr. È stata annunciata l’impossibilità di procedere, qual è la verità? “Sì, useremo i fondi del Pnrr per riqualificare il Vestuti. Lo stadio è un impianto nella città, noi stiamo aspettando il bando Pnrr che lo inserisce nel principio di impianto sportivo con riqualificazione urbana, non è un impianto sportivo che va riqualificato e deve entrare in una riqualificazione urbana più ampia; non si tratta di sistemare l’erba, gli spogliatoi e così via: da questo punto di vista era uscito un bando che limitava a poche centinaia di migliaia di euro, c’è parso inopportuno perché quando si partecipa ad un bando Pnrr per una struttura o un edificio non si può ripetere; in quest’ottica, abbiamo ritenuto opportuno aspettare il bando per le città della nostra dimensione. Quello che c’è stata era un’occasione ma finalizzata alle associazioni sportive”. Palazzetto dello Sport, se ne parla da anni ma nulla di concreto… “Il Palazzetto dello Sport ha una storia nota a tutti, è in corso il progetto per la realizzazione. Abbiamo fatto una rimodulazione delle opere pubbliche in corso perché, dovendo stare nell’anno solare, tutte quelle che non si riescono a definire almeno nell’appalto, abbiamo preferito spostarle all’anno finanziario successivo per non perdere questi fondi. Ed è quello che è accaduto per il Palazzetto dello Sport perché il progetto in corso ha esaminato due aspetti che non erano attenzionati prima: le aree sottostante i parcheggi e altre sistemazioni; è diventata un po’ più estesa come cosa e di conseguenza è cambiato l’aspetto economico. Questo rientra nel principio d’origine: l’aumento dei prezzi ci costringe a fare queste modifiche”. Altro problema riguarda il Conservatorio: da tempo gli studenti chiedono un parcheggio ma l’area individuata è a rischio idrogeologico. È stata trovata una soluzione? “Su questo è stato fatto e collaudato, l’impianto c’è ma si sta lavorando al problema di come entrare e come parcheggiare perché rientra in un’area a rischio idrogeologica e non è sufficiente risolvere la parte minimale per fare la rampa. È una questione che va esaminata”.

“Sono quasi un assessore disoccupato perché abbiamo una serie di programmazioni pronte ma mi sento disoccupato sugli effetti ma non è una nostra mancanza; è un problema a livello nazionale”. Parla così Michele Brigante, assessore all’Urbanistica e ai lavori pubblici che fa il punto della situazione sulle grandi opere in fase di realizzazione che, inevitabilmente, oggi hanno subìto un rallentamento – e non a causa dell’amministrazione stessa – ma di quella che spesso viene definita burocrazia e che trascina con sé una serie di norme, di modifiche che rallentano l’intervento in sé. “Burocrazia” che, per una serie di eventi è stata modificata, a tratti semplificata ma complessa. Si parla di opere che potrebbero disegnare il nuovo volto della città, capoluogo di provincia, più simile ad una città metropolitana, per estensione di superficie ma penalizzata dalla vicinanza con Napoli. “Una delle cose che sta pesando molto nella modifica generale delle opere pubbliche è che dal crollo del ponte di Genova nulla è uguale, sia in termini di dichiarazione di fattibilità e sicurezza sia in termini di esecuzione”, ha dichiarato l’assessore Brigante, evidenziando che la semplificazione è entrata nel Pnrr grazie al comitato speciale ma non accade per tutte le altre opere. Il Pnrr è talmente complesso che necessita di una semplificazione che, di fatto, sta avvenendo. “Uno dei temi che stanno ponendo le società è proprio come si potrebbe fare sul quadro economico se aumentano i prezzi, bisogna trovare risorse per adattarsi ai cambi che il progetto avrà e alcune norme stanno andando incontro a quest’esigenza, permettendo l’aiuto all’economia. Sono quasi un assessore disoccupato perché abbiamo una serie di programmazioni pronte ma mi sento disoccupato sugli effetti ma non è una nostra mancanza; è un problema a livello nazionale”, ha poi aggiunto il presidente dell’ordine degli ingegneri di Salerno, ormai in scadenza di mandato. Assessore, si parla di fondi Pnrr per riqualificare la città e portare a termine le grandi opere. A che punto siamo e quali sono gli interventi da concretizzare a breve termine? “Dunque, su questa cosa del breve termine vorrei permettermi una battuta: non c’è persona nel nostro Paese che non abbia notato che si programmano le opere ma quelle appaltate si continuo su una mano e mezza. Questo perché al di là delle complessità normative che ci sono sempre state e che concretizziamo in burocrazia, ci sono altre incertezze; quella più famosa è la modifica del quadro dei costi delle spese mentre quella meno famosa ma che incide è la modifica dell’assetto normativo del codice degli appalti che sta avendo una serie di fibrillazioni, cambiamenti, decreto aiuto e così. Non credo che, nella nostra città, nell’ultimo anno ci siano state opere appaltate, se non quelle medio piccole perché le medio grandi e quelle grandi l’incidenza dei quadri e delle norme è altissima”. Nuovo Ruggi, una struttura che ormai sembra essere fondamentale mentre si punta l’accento sull’attuale struttura, ormai fatiscente… “Il Ruggi è di indirizzo regionale, noi diamo il supporto per le aree. Non possiamo parlare di nuovo ospedale bensì di Policlinico universitario ed è diverso; dobbiamo accettare un’idea, renderci coerente con questo principio: in Italia, se c’era una provincia che meritava di essere città metropolitana era Salerno perché ha metà della superficie campana ma non la stessa proporzione in termini di abitanti. Si tratta di un policlinico universitario che avrà incidenza regionale verso il sud. Il progetto è in fase di approvazione, si va verso gli esecutivi; noi abbiamo fatto gli atti come il vincolo dei suoni, le questioni tecniche sono pronte. Ci vorranno degli anni. Credo sia importante chiarire che è differente dall’ospedale”. Vestuti, si chiede una riqualificazione anche attraverso i fondi del Pnrr. È stata annunciata l’impossibilità di procedere, qual è la verità? “Sì, useremo i fondi del Pnrr per riqualificare il Vestuti. Lo stadio è un impianto nella città, noi stiamo aspettando il bando Pnrr che lo inserisce nel principio di impianto sportivo con riqualificazione urbana, non è un impianto sportivo che va riqualificato e deve entrare in una riqualificazione urbana più ampia; non si tratta di sistemare l’erba, gli spogliatoi e così via: da questo punto di vista era uscito un bando che limitava a poche centinaia di migliaia di euro, c’è parso inopportuno perché quando si partecipa ad un bando Pnrr per una struttura o un edificio non si può ripetere; in quest’ottica, abbiamo ritenuto opportuno aspettare il bando per le città della nostra dimensione. Quello che c’è stata era un’occasione ma finalizzata alle associazioni sportive”. Palazzetto dello Sport, se ne parla da anni ma nulla di concreto… “Il Palazzetto dello Sport ha una storia nota a tutti, è in corso il progetto per la realizzazione. Abbiamo fatto una rimodulazione delle opere pubbliche in corso perché, dovendo stare nell’anno solare, tutte quelle che non si riescono a definire almeno nell’appalto, abbiamo preferito spostarle all’anno finanziario successivo per non perdere questi fondi. Ed è quello che è accaduto per il Palazzetto dello Sport perché il progetto in corso ha esaminato due aspetti che non erano attenzionati prima: le aree sottostante i parcheggi e altre sistemazioni; è diventata un po’ più estesa come cosa e di conseguenza è cambiato l’aspetto economico. Questo rientra nel principio d’origine: l’aumento dei prezzi ci costringe a fare queste modifiche”. Altro problema riguarda il Conservatorio: da tempo gli studenti chiedono un parcheggio ma l’area individuata è a rischio idrogeologico. È stata trovata una soluzione? “Su questo è stato fatto e collaudato, l’impianto c’è ma si sta lavorando al problema di come entrare e come parcheggiare perché rientra in un’area a rischio idrogeologica e non è sufficiente risolvere la parte minimale per fare la rampa. È una questione che va esaminata”.