L'aggressione a Cava, colpevoli di essere cittadini di Salerno - Le Cronache
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L’aggressione a Cava, colpevoli di essere cittadini di Salerno

Altro che rivalità calcistica. Quello di cui sono stati vittime alcuni giovani salernitani, recatisi a Cava de’ Tirreni per festeggiare il compleanno di uno di loro, è stato un vero e proprio raid di stampo “campanilistico”.
Il loro difetto? Essere semplicemente cittadini salernitani. Sarebbe, infatti, questa la motivazione alla base della vile aggressione subita da una decina di giovani tutti provenienti da Salerno che, venerdì sera, sono stati, loro malgrado, protagonisti di una vera e propria spedizione punitiva da parte di una comitiva di circa una quarantina di giovani cavesi.
Nessun coro in onore della Salernitana, dunque, alla base della violenta aggressione. Solo il piacere di picchiare dei giovani che provenivano da Salerno e che erano intenti a festeggiare tranquillamente per i fatti loro. Il giovane salernitano rimasto gravemente ferito, a seguito di una cinghiata in testa che gli aveva provocato lesioni al cranio di cui alcune schegge facevano pressione sul cervello, si trova ora ricoverato nel reparto di rianimazione del San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Si trova in coma farmacologico e le sue condizioni sono stazionarie, ma fortunatamente non è in pericolo di vita.
Sotto choc la famiglia del ragazzo e i suoi amici, coloro che erano con lui e che insieme a lui hanno subito l’aggressione. Si sono sentiti dire «Cava è nostra», poi sono piovuti calci, pugni e cinghiate. Nessuno scampo per i giovani salernitani. Nemmeno le mani alzate in segno di resa, segno della volontà di voler solo tornare a casa prorpria, hanno posto fine alla furia dei ragazzi metelliani.
Ed ecco il racconto di quella sera nelle parole di uno dei ragazzi salernitani. M. era lì quella sera per festeggiare il compleanno del suo amico, ma si è ritrovato in un vero e proprio mattatoio. Una furia che è scaturita dopo una semplice risposta ad una altrettanto semplice domanda. «Ciao ragazzi, di dove siete?». «Siamo di Salerno». Nemmeno il tempo di rispondere che il giovane salernitano è stato raggiunto da una testata.
«Il ragazzo cavese – racconta M. – ha chiesto da bere al mio amico che, gentilmente gli offerto il suo bicchiere di plastica con il vino. Subito dopo il cavese ha chiestodi dove fossimo e sentendosi rispondere: “«siamo di Salerno” ha sferrato un cazzotto ed una testata al  mio amico. Pochi secondi dopo una schiera di circa 30 ragazzi cavesi si è avvicinata al locale dove stavamo festeggiando. La festa di compleanno era terminata e tutti noi stavamo entrando nelle nostre auto per andare via. Due ragazzi salernitani si sono avvicinati al gruppo cavese chiarendo la più totale tranquillità e l’inesistente voglia di creare problemi: “è una festa, stiamo andando via, non vogliamo litigi, siamo tutti ragazzi e ci vogliamo solo divertire”. La reazione dei ragazzi di Cava è stata violentissima, molti di loro avevano già le cinghie in mano ed hanno colpito il ragazzo con schiaffi e pugni gridando in dialetto “ve ne dovete andare da Cava, Cava è nostra”. A quel punto tutti noi, in modo pacifico, abbiamo tentato di ritirarci a mani alte ribadendo ancora a voce alta: “ce ne andiamo, ce ne stiamo andando adesso”. Ma non è bastato, perché ci hanno letteralmente caricati.Ciò che ci scandalizza più di ogni altra cosa è l’aggressività inaudita scaturita dal “nulla”. Noi ragazzi di Salerno quella sera non abbiamo mai provocato ne parlato minimamente di Salernitana, di Cavese e di rivalità campanilistiche. Noi quella sera stavamo solo festeggiando il compleanno di un nostro amico e siamo stati aggrediti soltanto perché eravamo di Salerno». I genitori dei ragazzi, dal canto loro, affermano: «Non ci possiamo certo preoccupare della residenza. Non è stata una rissa, ma una aggressione ai nostri ragazzi che stavano solo festeggiando un compleanno».
Intanto, pare stia stringendosi il cerchio della polizia attorno agli aggressori che, a quanto pare, sembrano abbiano davvero le ore contate.