La vittoria di Andrea: giudice dispone di riprendere la terapia - Le Cronache
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La vittoria di Andrea: giudice dispone di riprendere la terapia

La vittoria di Andrea: giudice dispone di riprendere la terapia

di Erika Noschese

Importante vittoria per Andrea, il 17enne di Pagani costretto a ricorrere ai giudici del tribunale di Nocera Inferiore dopo che l’Asl di Salerno aveva disposto di blocco del piano terapeutico. A chiedere l’intervento del tribunale l’avvocato della famiglia Domenico che – nella giornata di giovedì – aveva presentato un ricorso al Tribunale di Nocera Inferiore per chiedere con urgenza che il giudice ordinasse al Responsabile Riabilitazione del Distretto 60- Asl Salerno il rilascio dell’autorizzazione alla prosecuzione della terapia per Andrea. E ieri mattina, il giudice ha dato ragione alla famiglia del giovane, affetto da una rara forma di distrofia muscolare. Il giudice del tribunale di Nocera Inferiore ha infatti ordinato all’Asl di Salerno ed al responsabile dell’unità operativa assistenza riabilitativa del distretto sanitario 60 di autorizzare la terapia riabilitativa presso il centro Casa di Cura Angrisani-Villa dei Fiori. Per il giovane di Pagani si tratta di una terapia a domicilio, con il terapeuta che ogni settimana si reca presso la casa di Andrea (va ricordato che si tratta di un nome di fantasia per tutelare la privacy del ragazzo), per permettere al giovane di continuare la terapia sperimentale che gli sta concedendo numerosi benefici, tra cui quelli relativi alla respirazione. Intanto, il prossimo 11 novembre, le parti civili compariranno nuovamente dinanzi al giudice per discutere nel merito della questione. Il decreto monotematico diposto dal giudice dovrebbe permettere al 17enne di ricominciare subito la terapia, dopo la decisione dell’Asl Salerno che aveva scelto rinnovare il piano terapeutico, con il monitoraggio continuo della capacità vitale polmonare sulla funzionalità cardiopolmonare. Secondo i medici infatti la drastica i n t e r r u z i o n e della riabilitazione comportava la compromissione dell’intero percorso di cura, con ricadute sull’integrità, oltre che fisica, psicologica del ragazzo e della sua famiglia che ora hanno, fortunatamente, una seconda possibilità.