La scazzottata tra Esposito e De Maio nel processo per l’omicidio di Fratte - Le Cronache
Cronaca Attualità Giudiziaria

La scazzottata tra Esposito e De Maio nel processo per l’omicidio di Fratte

La scazzottata tra Esposito e De Maio nel processo per l’omicidio di Fratte

Pina Ferro

Duplice omicidio di Fratte: ammessi agli atti del processo, i verbali e la ricostruzione del litigio avvenuto in carcere tra il collaboratore di giustizia Sabino De Maio e Roberto Esposito, accusato di aver premuto il grilletto contro Antonio Procida e Angelo Rinaldi. Ieri mattina, i giudici della Corte d’Assise di Salerno hanno sciolto le riserve ammettendo: la testimonianza in aula (chiesta dal Pubblico ministero Silvio Marco Guarriello) del colonnello dei carabinieri Giulio Pini, attuale dirigente della Dia ed all’epoca dei fatti al vertice del Reparto territoriale dei carabinieri; gli atti relativi alla scazzottata avvenuta in carcere tra De Maio e Esposito. I giudici, non si sono ancora espressi sull’ammissione di altri testi in aula. La prossima udienza è prevista per il 9 marzo. L’ammissione dei verbali relativi a quanto accaduto nella cella di detenzione tra De Maio e Esposito è stata chiesta a seguito di alcune dichiarazioni rese prima dal collaboratore di giustizia e successivamente da Esposito. Sabino De Maio, all’indomani della decisione di collaborare con la giustizia, tra le tante dichiarazioni rese, al magistrato raccontò anche che nel corso della detenzione, aveva condiviso per un periodo la cella con Esposito, e questi gli avrebbe raccontato di aver ucciso Rinaldi e Procida sparando prima all’uno e poi all’altro. Inoltre, stando al racconto di De Maio, Esposito gli avrebbe anche riferito che subito dopo l’omicidio, avrebbe provveduto a lavarsi accuratamente le mani con l’urina in modo da far sparire le tracce di polvere da sparo. Sarebbe questo il motivo per cui lo stub effettuato ad Esposito avrebbe dato esito negativo. Dopo tale dichiarazione, Roberto Esposito replicò, attraverso una dichiarazione spontanea resa nel corso del processo a suo carico (è imputato per l’omicidio di Procida e Rinaldi, insieme a Matteo e Guido Vaccaro) asserendo di essere stato infangato dal collaboratore di giustizia. a detta di Esposito, alla base delle dichiarazioni di De Maio vi sarebbero dei vecchi rancori legati ad un episodio registrato in carcere proprio durante il periodo (breve) in cui i due hanno condiviso la cella. Sembra, infatti che Sabino De Maio rientrato in cella dopo l’ora d’aria, durante la quale avrebbe discusso con altri detenuti, sia stato richiamato da Esposito per quanto accaduto. Tra i due i toni divennero accesi e dalle parole passano ai fatti. Ci fu una scazzottata e, ad avere la peggio sarebbe stato Sabino De Maio costretto a farsi medicare.