La Sala Varese reinventa il delivery, «il cliente parte attiva del piatto che richiede» - Le Cronache
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La Sala Varese reinventa il delivery, «il cliente parte attiva del piatto che richiede»

La Sala Varese reinventa il delivery, «il cliente parte attiva del piatto che richiede»

Diciamoci la verità, il fai da te anche di piatti che trovi solo in un ristorante dà piacere. Certo, non sarà la stessa cosa di una degustazione in tutta tranquillità a un tavolo ma vuoi mettere la soddisfazione? Mancherà pure il servizio ma ci sarà tanta intimità. Un delivery food che arriva da una visione, che ha permesso di precorrere i tempi. E’ quanto sta facendo Francesco “Ciccio” Costantino e i suoi compagni di avventura della Sala Varese 1930, con un progetto nuovo e innovativo che ricalca quello dello chef a domicilio. «Solo che, in questo caso, sarà il nostro cliente a essere parte attiva del piatto che richiede. – afferma – E’ un’idea su cui ci stiamo lavorando da tempo, ben prima del via libera per decreto. E’ qualcosa su cui punteremo anche in futuro, quando tutto questo sarà terminato». Già per tempo, dunque, la Sala Varese 1930 si era preparata a tale evenienza, affidandosi con un supporto web per prime spiegazioni. «Vero, era un nostro obiettivo di partenza, affidandoci da subito a un sito web. Ma da lunedì sarà possibile anche avere una diretta WhatsApp, soprattutto per chi incontrasse dei problemi nella preparazione del piatto. Non solo, con la presenza a breve di tutorial, brevi video, che serviranno a spiegare passo dopo passo la preparazione del piatto». Insomma, il cliente sarà seguito fino alla prima forchettata, coccolato e istruito ma anche indirizzato a preparare un piatto da chef a cinque stelle. «Abbiamo iniziato subito, al via libero dello scorso 27 aprile. – riprende Costantino – Dapprima si tratta di pizza, con la stessa che ha avuto buoni riscontri, con feedback positivi. Ora stiamo lavorando a regimi buoni, anche se ridotti vista l’emergenza. Allo stato attuale possiamo contare su due persone in cucina; una o due, dipende dalle giornate, in pizzeria; un lavapiatti e tre persone impegnate nella consegna». I cibi, ovviamente, tutti in bustine sterilizzate e monouso. «Certo, così come richiede la normativa. – riprende Costantino – Il nostro obiettivo e portare in casa dei clienti quello che potrebbero avere al ristorante. Chiaramente non c’è il servizio ma ci sarà l’intimità e anche possibilità di contatto che in questo momento non è possibile. Per il resto, i nostri clienti avranno tutti gli strumenti per raggiungerci ed essere guidati dai nostri chef nella preparazione dei piatti. Un’iniziativa che nasce anche per restare insieme e rispetteremo tutti i protocolli di sicurezza per noi e per i nostri clienti».