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La Regione vara il piano: rifiuti a Polla e a Battipaglia

di Andrea Pellegrino
Duemila tonnellate di rifiuti da smaltire nel salernitano nei 35 giorni di stop del termovalorizzatore di Acerra. I rifiuti, secondo il piano approvato ieri dalla Regione Campania, saranno diretti verso Polla e verso lo Stir di Battipaglia. La conferenza dei servizi in Regione Campania ha condiviso e approvato un programma per fronteggiare il fabbisogno complessivo di 82.000 tonnellate di frazione secca sui base regionale. Grazie alle gare espletate dalle società provinciali, dalla A2a e dalla Regione Campania 40.000 tonnellate saranno evacuate fuori Regione nel periodo del fermo del termovalorizzatore. Ecoambiente ne smaltirà 20mila in alta Italia. Le restanti 42.000 tonnellate saranno destinate a depositi temporanei per un periodo non superiore a 90 giorni. I depositi temporanei sono distribuiti nelle diverse province, secondo il principio di prossimità. I siti individuati sono Casalduni, Caivano, San Tammaro, Polla, per un quantitativo complessivo pari al 70% del fabbisogno. Per il restante 30% saranno utilizzate aree ubicate all’interno degli stir esistenti in Regione. «Il cosiddetto “piano” è un maldestro tentativo di scaricare sui territori e sulle Comunità il fallimento della Regione – accusa Giovanni Romano, responsabile regionale del Dipartimento Ambiente e Territorio della Lega – Battipaglia e Polla subiranno le conseguenze più gravi. Di fatto viene confermata la grave precarietà del ciclo dei rifiuti voluto da questa Amministrazione che si basa solo su trasporti fuori Regione e costi altissimi sempre pagati dai cittadini. Il “piano” funzionerà solo se saranno possibili i trasferimenti fuori della Campania: c’è da stare in allarme». Accuse anche dal M5s: «Siamo tornati indietro di 20 anni e ricorrere agli espedienti catastrofici individuati in era Bassolino e di cui ancora paghiamo le conseguenze – dichiara il consigliere regionale del M5s Vincenzo Viglione – Siamo tornati ai trasferimenti fuori regione, con prezzi lievitati fino a 200 euro a tonnellata a spese dei cittadini della Campania, dopo un numero imprecisato di gare andate a vuoto. Soprattutto, torneremo a produrre ecoballe, aggiungendo 42mila tonnellate di rifiuti da stoccare ai circa 5 milioni di ecoballe che portiamo in eredità. Nell’affrettarsi a dire che per le nuove ecoballe è da escludere un rischio stoccaggio in tempi superiori ai 90 giorni previsti per legge, l’assessore Bonavitacola e il suo capo De Luca ci spieghino quali garanzie danno a supporto di questa convinzione, tenuto conto che le vecchie ecoballe, stoccate quasi un quarto di secolo fa e che, negli annunci di De Luca e dell’allora premier Renzi, dovevano essere già da tempo un ricordo, ancora giacciono in bella mostra nella nostra regione».