La rabbia dei titolari di bar e ristoranti: “Non siamo noi a far diffondere il virus” - Le Cronache
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La rabbia dei titolari di bar e ristoranti: “Non siamo noi a far diffondere il virus”

La rabbia dei titolari di bar e ristoranti: “Non siamo noi a far diffondere il virus”

di Monica De Santis

Stavolta proprio non ci stanno. I ristoratori, i titolari di bar, pasticcerie, pub, pizzerie, etc… questa volta contestano duramente l’ordinanza firmata ieri mattina dal governatore De Luca. Un’ordinanza che punisce loro ma non ci fa assembramenti… “Chiudere i bar e ristoranti non vuol dire che i ragazzi non restino per strada a fare comunella con i loro amici”. E’ questo in sintensi, e forse neanche tanto sbagliato, il pensiero comune di tutti gli operatori del settore, che ancora una volta si sento soli e abbandonati anche da chi dovrebbe schierarsi dalla loro parte (vedi associazioni di categoria). “Siamo la categoria più penalizzata di tutte – raccontano Carmine Farina e Mariarosaria Giuliano, titolari di “Arte e Gusto” a Bellizzi – Non bastano tutte le regole che ci sono state imposte, adesso anche questo. Non credo che si rendano conto che imporre una chiusura anticipa dei locali vuol dire una perdita sul piano economico al meno del 30%. Il problema non sono gli assembramenti nei locali, ma fuori. Chi entra in un locale sa che deve rispettare determinate regole, quindi è più controllato. Ma per strada? Chi li controlla i ragazzi? E poi la colpa è dei bar e dei ristoranti? Non credo”. La pensa allo stesso modo anche Piero Robertiello titolare di due attività a Salerno “Mulino Urbano” a piazza XXIV Maggio e “Sugò” sotto i portici della stazione… “Ennesima ordinanza che va a colpire le piccole aziende. Francamente non capisco il perchè di questa decisione dopo che per tre mesi si è permesso a tutti di fare ciò che volevano. Ci hanno permesso in discoteca, di fare feste ed altro, ma soprattutto di andare in vacanza. Centinaia di persone sono andate in ferie fuori regione e all’estero e sono tornate portando il virus a casa nostra e nessuno ha detto niente. Adesso però la colpa è della movida, è dei bar e dei ristoranti. Bene, ma lo sa De Luca che così facendo molte attività non riusciranno ad arrivare a Natale? Io ho 15 dipendenti, come posso garantire a tutti il posto di lavoro se non mi permettono di lavorare. Chiudono noi perchè è la soluzione più semplice, perchè nessuno fa i controlli nei luoghi dove ci sono realmente gli assembramenti. Non li vogliono fare, quindi meglio dire che è colpa della movida”. Contro l’ordinanza anche Giulio Avallone titolare dello storico ristorante “Il Caminetto” di Salerno, che insieme con gli altri componenti dell’Associazione Commercianti per Salerno, proprio ieri hanno fatto richiesta di autorizzazione al sindaco, al prefetto e al questore, per effettuare un flash mob giovedì davanti alla prefettura, per protestare contro l’ordinanza di De Luca. “Per De Luca siamo noi ristoratori a far diffondere il virus – commenta Avallone – e non i tanti ragazzi che circolano per le nostre strade senza mascherina e senza nessun distanziamento. Stiamo cadendo nel ridicolo e quel che è peggio è che non possiamo fare nulla, perchè De Luca non ci ascolta, non ci vuole ascoltare. Emana le sue ordinanze e non si preoccupa delle conseguenze economiche che queste hanno. Non serve chiudere bar e ristoranti, servono invece controlli seri, servono le forze dell’ordine e sanzioni per tutti coloro che non rispettano le regole”.