La prima giornata nazionale dell’ex allievo dell’Umberto I - Le Cronache
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La prima giornata nazionale dell’ex allievo dell’Umberto I

La prima giornata nazionale dell’ex allievo dell’Umberto I

di Vincenzo Sica

Una buona partecipazione ha dato lustro e valore alla Prima Giornata Nazionale dell’ Ex Allievo dell’Istituto Umberto I, comunemente, chiamato “O Serraglio”, principiata con l’incontro mattutino a piazza della Concordia. Emozioni e ricordi, ritrovamenti dopo 50 anni, snocciolando aneddoti e particolari di anni trascorsi insieme in istituto. Ad esempio, per salvaguardare le scarpe che, se non tenute in ordine come la divisa non si poteva andare a vedere la Salernitana, si giocava scalzi in villetta, e ancora il grande ricordo dell’indimenticabile Don Alfonso Menna, sempre con e ringraziamento, ha dato il vero valore a questa prima giornata. Aver potuto utilizzare le tecnologie attuali con diretta fb ci ha permesso di incontrarci anche virtualmente con tanti ex allievi nelle diverse città italiane ove oggi risiedono, sentirli felici di vedersi, di salutarsi e anche a fatica riconoscersi ha dato alla giornata quel valore inestimabile che è l’amicizia. Il ricordo di quando arrivava il venerdì e il pasto principale era il Baccalà. Matteo, figlio di Tommaso Maisto grande figlio di baccalaiuoli salernitani afferma che veniva donato dalla sua grande famiglia, ed era l’occasione per conservare delle fette di pane. Poi, tutti seduti ai tavolini per un caffè o l’aperitivo, per aver rivissuto momenti della propria adolescenza e giovinezza, duri ma felici. Il clou della giornata è stato il momento dedicato al ricordo con la santa Messa di suffragio che per il quarto anno viene celebrato a ricordo degli ex allievi addormentati nel signore, don Luigi Aversa nella sua omelia a esaltato il ricordo dell’amicizia del sentimento cristiano della fratellanza e il bene che si riceve e si dona, quest’anno grazie a Nicoletta Valente, consorte del mai dimenticato professore Gregorio, c’è stata anche la musica in chiesa con Carla Genovese e il maestro Alessandro Tino che anno accompagnato con canti la liturgia arricchendo il ricordo. Prima della benedizione il caro Ferdinando Bassano con tanta commozione ha portato un momento di commemorazione ricordo e ringraziando tutti per la partecipazione nella nostra chiesa dove bambini ci vedeva seduti ed attenti nel seguire la messa domenicale, entrando dalla sacrestia in silenzio e in fila per uno, Alla fine Alberto Moscariello ha letto i nomi dei nostri ex allievi recentemente scomparsi tra cui ancora oggi piangiamo la dipartita, Maurizio Maiorino e Francesco Baggiano, insieme a tanti altri addormentati nel signore ma sempre presenti nel cuore e nelle preghiere di noi ex allievi. Raccontare la storia, rivivere il passato oggi, è più importante di ieri perché l’istituto, ormai, è solo un’immagine che si intuisce nella struttura e in questa giornata chiudendo per un attimo gli occhi, ci siamo ritrovati tutti lì, in quella magica Villetta, ad inseguire una palla, ad inseguire la Vita.

Il ricordo sull’istituto della Professoressa Maria Giovanna Barone Manzo

Quando intorno al 1970 venne istituita la succursale dell’istituto tecnico industriale, presso l’orfanotrofio Umberto ebbi l’incarico di fiduciaria dal preside Aldo Lo Presti, per cui ogni giorno insegnavo Italiano e storia e curavo le sei classi a me affidate. In quel periodo ho vissuto anche io un po’ la vita dell0orfanotrofio, perché alcuni miei alunni avevano dimora stabile nello istituto. C’erano i frati Francescani, Padre Vittorio, Padre Adriano che insegnavano religione e le suore del sacro cuore, a cui erano affidati i ragazzi più piccolini, incontravo quotidianamente gli istitutori e i lavoratori che a varie mansioni erano di servizio in istituto: il Ragioniere Serretiello, gli addetti alla portineria Monetti, De Rosa, il custode Giovanni Menna, il personale addetto alla manutenzione: Mastro Alberto, Pinuccio Del Mastro, molto frequente anche il Presidente Alfonso Menna, che era amico di mio zio Guido Barone, direttore della banca, B.N.L a cui ricorreva, quando venivano a mancare i soldi, per l’assistenza ai ragazzi. Ero entrata nella famiglia dell’istituto che, nel passato aveva avuto anche mio suocero, il comm. Matteo Manzo come presidente. Ancora oggi, i miei alunni, ormai più che cinquantenni, quando mi incontrano, con tanta gioia ricordiamo insieme, una esperienza mai dimenticata. Dal momento che io vivo sempre nello stabile di fronte all’orfanotrofio, guardando l’edificio e le mie aule scolastiche, non posso non ricordare quegli anni in cui mi sono anche formata professionalmente.