La disperazione di mamma Mimma: «Questa giustizia non mi tutela» - Le Cronache
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La disperazione di mamma Mimma: «Questa giustizia non mi tutela»

La disperazione di mamma Mimma: «Questa giustizia non mi tutela»

di Erika Noschese

“Lo scempio della giustizia italiana, una giustizia che non arriva, una legge che se non osservata tutela chi non lo fa, una legge che ti condanna se scegli di rispettarla”. Inizia così la lettera che mamma Mimma – la giovane donna di Cava de’ Tirreni costretta a star lontana da sua figlia a causa di provvedimenti non rispettati – ha scritto per denunciare quanto sta vivendo ormai da 5 anni. Mimma, infatti, come scritto ieri su queste colonne, ha scelto di lasciare il marito, militare in servizio a Cava de’ Tirreni. Da quel giorno è iniziato il suo calvario: l’uomo ha deciso di tenerla lontano da sua figlia Giulia, di 8 anni: può vederla, ma non sempre perché il più delle volte l’uomo le riferisce che la piccola sta male e non può uscire. “Una mamma deve soffrire solo perché ha lasciato il coniuge, arrogante; una figlia disperata che deve assecondare le paranoie del padre. Basta, basta. Questa non è giustizia, questa non è la legge – ha scritto ancora Mimma – Tutto questo deve finire, sono stanca di lottare contro un muro che non ascolta, che non legge, che non scrive. Sono stanca di avere a che fare con persone che non svolgono correttamente il proprio lavoro; sono stanca anche solo di pensare a quale altro procedimento civile o penale ci sarà domani”. Parole, queste, pronunciate da una donna disperata, stanca di lottare ancora contro i tribunali, contro giudici che emanano sentenze che non vengono poi rispettate. “Sono una mamma che vuole vivere sua figlia, sono una mamma che la mattina si sveglia con le lacrime agli occhi, sono una mamma che ogni secondo si chiede cosa fa Giulia chissà come sta”. Mamma Mimma lancia un appello ai giudici, a chi può fare qualcosa di concreto per aiutarla: “solo voi potete aiutarmi a far aprire gli occhi a chi governa la vita delle persone, a far vedere loro quelle stesse lacrime che ho ora mentre scrivo, a chi decide a che ora e in quale giorno posso vederla. Giudici della mia vita e di quella di Giulia svegliatevi guardate cosa ci state facendo”, ha scritto ancora la donna, ormai esausta da questa battaglia giudiziaria che sembra non avere fine, Intanto, Mimma attende, dopo la sentenza definitiva ha scelto di ricorrere in appello perché il giudice del tribunale di Nocera aveva dapprima disposto l’affidamento congiunto con la piccola che doveva vivere a casa di sua madre per poi ribaltare la sentenza. Ma il giudice aveva disposto degli orari e dei giorni di visita che non sono stati rispettati. Proprio nella serata di lunedì infatti, l’ex marito le ha scritto un messaggio dicendo che la bambina non poteva uscire perché si sentiva poco bene; situazione, questa, che va avanti da anni ma Mimma chiede ora di mettere un punto definitivo a tutto questo e di riprendersi sua figlia. L’ex marito, attualmente, è di nuovo in missione e la piccola vive con i nonni paterni nonostante un Ctu (ovvero una consulenza tecnica disposta dal tribunale) precedentemente richiesto dal giudice aveva stabilito che la casa dei nonni paterni non era idonea per la piccola, di soli 8 anni. Intanto, la guerra tra marito e moglie procede a suon di querele: numerose sono infatti le denunce per entrambi i coniugi.