SAN VALENTINO TORIO/AGRO. Le chat di Whatsapp e quelle di facebook potrebbero essere state il primo contatto tra Omar Rguibi e le cellule terroristiche che assoldano simpatizzanti online. E’ questo l’incubo della Dda di Salerno che sta indagando sul 30enne pregiudicato accusato di istigazione per delinquere finalizzata al terrorismo internazionale. Nei giorni scorsi, nel massimo riserbo, gli uomini dell’Antimafia avevano effettuato il sequestro di tutti i pc, tablet e di due smartphone di Omar Rguibi. I militari hanno portato via tutto ed insieme agli esperti tecnici della Procura hanno iniziato a spulciare nei pc di Rguibi. Il giovane avrebbe anche attirato l’attenzione per un suo tatuaggio: le sue foto pubblicate in rete infatti lasciano trasparire un segno che, insieme alle sue frasi pro-Isis, sarebbe stato l’ennesimo elemento di dubbio ora al vaglio degli inquirenti. L’inchiesta top secret della Dda di Salerno cerca anche di svelare se ci sia un collegamento con i frequenti furti o tentati furti di documenti nei comuni dell’Agro Vesuviano e i movimenti sospetti di alcuni extracomunitari sul territorio nazionale che avrebbero allertato gli inquirenti. Infatti, pochi mesi fa, erano partite le perquisizioni a San Valentino Torio, san Marzano sul Sarno e Sarno per verificare le azioni sospette di tre nordafricani residenti a Sarno che avevano cambiato spesso residenza fino ad arrivare talvolta anche a San Valentino Torio. Finora, tutti i dettagli sono top secret ma ciò che è certo è che nulla viene lasciato al caso davanti ad un episodio di presunta istigazione a delinquere finalizzata al terrorismo internazionale. Qualche tempo fa, a Pagani, l’arresto Fatah Kalily dai Ros di Napoli di un gruppo algerino invischiato in un traffico di documento falsi tra l’Italia e la Francia proprio a favore di presunti terroristi suoi connazionali residenti oltralpe, altre persone vicine a gruppi di estremisti islamici sono stati individuati nell’Agro nocerino, tra San Marzano Sul Sarno e Sarno. Lo scorso giugno un tentato furto a Castel San Giorgio fece emergere l’ombra del terrorismo anche a cavallo dell’Irno fino all’ultimo eclatante caso di Bellizzi con l’arresto di Djamal Eddine Ouali. L’algerino è finito in manette sabato scorso con l’accusa di fare parte della rete che produceva falsi documenti utilizzati anche da alcuni terroristi implicati nelle stragi di Parigi e Bruxelles. L’attenzione delle forze dell’ordine, così come il livello di psicosi in città, resta altissimo.
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