L' Ensemble Lirico tra ouverture e melodie - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

L’ Ensemble Lirico tra ouverture e melodie

L’ Ensemble Lirico tra ouverture e melodie

Dopo il successo di critica e pubblico del Duo Cammarano Deljavan sarà di scena, domani alle ore 21,30, nella raccolta piazzetta di Pisciotta il quintetto del violoncellista Francesco D’Arcangelo

Di OLGA CHIEFFI

 Continua ed entra nel vivo, la manifestazione di musica classica e jazz dal titolo “I concerti del lunedì”, organizzata dal Comune di Pisciotta, con la direzione artistica del maestro Mauro Navarra e l’organizzazione dell’associazione “Artisti Cilentani Associati”. Il quinto appuntamento di questa XV edizione è fissato per domani, alle ore 21,30, nell’abituale e raccolta cornice della piazza Pagano di Pisciotta, con l’Ensemble Lirico Italiano, composto da Ilario Ruopolo e Giuseppe Carrus ai violini, Giuseppina Niglio alla viola, Francesco D’Arcangelo al cello e Giuseppe Di Martino al contrabbasso, un progetto lirico-cameristico che nasce dall’unione delle esperienze musicali ed orchestrali maturate nei teatri e nelle orchestre italiane di un gruppo di archi salernitani, formato in occasione dell’anno Verdiano 2013. La serata principierà con il Divertimento in Fa KV 138, composto da Wolfgang Amadeus Mozart nel 1772 risente dell’influenza stilistica sia dei maestri italiani che di Michael Haydn, con una netta preferenza per il discorso melodico chiaro e scorrevole. Nel mondo occidentale, la musica a programma trionfa fin dagli albori del Rinascimento, sia nella produzione vocale che nella novella arte strumentale. L’ensemble proporrà in versione per quintetto d’archi La Primavera di Antonio Vivaldi, che prelude ad autori successivi, come ad esempio, il mormorio delle sorgenti ricorda il famoso trio “Soave sia il vento” della mozartiana Così fan tutte, o il capraro che dorme vegliato dal cane è descritto con una scrittura a tre dinamiche che pronuncia quella tipicamente romantica, mentre nell’Allegro finale che descrive la spensierata danza campestre, il violino principale ha il compito di imitare la cornamusa. Si passerà, quindi alle ouverture d’opera con il Gioacchino Rossini de’ “Il Barbiere di Siviglia” sulle note dell’ouverture con il suo Andante sostenuto d’apertura alternante accordi poderosi a brevi scalette e a note ribattute, misteriose e incerte, prima di cedere il passo all’Allegro con il primo tema, celeberrimo, giocato sulla lamentosa ripetizione del semitono discendente Do-Si, che pare mostrare ironicamente le tristezze della vita, e concludere in tonalità maggiore, con il famoso tema gaio e giocoso. Spazio a Giuseppe Verdi, quindi con il preludio orchestrale dei “I Masnadieri” come accade spesso nella produzione verdiana, nei due temi, sono illustrati l’insurrezione e la dolcezza della protagonista, Amalia, il bene e il male impasto inestricabile nel cuore dell’uomo, si amalgamano perfettamente grazie alla musica, e allo splendido canto solistico del violoncello. La serata si concluderà con una terza sezione dedicata alla musica da film, a cominciare dal Love Theme e dalla rumbetta da’ “La Vita è bella” di Nicola Piovani, per passare all’epopea pomposa ed evocativa di “C’era una volta il West”, schizzata da Ennio Morricone, per chiudere con un portrait di Astor Piazzolla composto da Oblivion dolcissimo, struggente, in cui il ritmo serrato della danza lascia spazio ad una melodia lirica e introspettiva, soundtrack della colonna sonora del film “Enrico IV” di Marco Bellocchio e Libertango di Astor Piazzolla, attraverso cui ricorderemo le “Lezioni di tango” di Potter , con il suo moto tutto barocco di tensione e distensione esteso sia alla minima frase che all’intera composizione, per sottolineare quei momenti regolarmente ed emozionalmente in bilico – dato caratterizzante della musica argentina – fra un lirismo allentato e dolente, talora fino alla rarefazione, e picchi di alta drammaticità e forza penetrativa.