L’ ambiente equestre italiano fa i conti col Covid 19 - Le Cronache
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L’ ambiente equestre italiano fa i conti col Covid 19

L’ ambiente equestre italiano fa i conti col Covid 19

Il cavallo è soprattutto un atleta, con moltissime esigenze psico-fisiche cui bisogna in ogni caso garantire il benessere quotidiano. Le dichiarazioni del cavaliere olimpico Pietro Roman

 

Di Giulia Iannone

 Anche l’ambiente equestre, ha dovuto fare pesantemente i conti con il virus Covid 19. Il cavallo è per alcuni un semplice animale da affezione, cui far visita, con cui trascorrere ore spensierate e di svago, ma anche e soprattutto un atleta, con moltissime esigenze psico-fisiche. Non appena è scattato il primo blocco da parte del governo, che ci  imponeva drasticamente di restare tutti a casa,  è stato messo subito in essere, da parte degli organi del nostro settore,   Il concetto di  garantire il benessere dei cavalli, che necessitano di cure quotidiane. La federazione ha cercato di camminare di pari passo con i decreti  diramati dal governo. Subito il 9 marzo, la F.I.S.E., ha garantito, al proprio comparto, le modalità per poter gestire e tenere sotto controllo i cavalli dei propri tesserati, grazie ad un modulo specifico, destinato ai proprietari che avrebbero potuto recarsi – moderatamente e con criterio – nelle proprie scuderie, per assolvere alle proprie esigenze. Ma, data la richiesta di quarantena da parte dello stato italiano che tentava disperatamente di controllare la diffusione del virus, tutto il popolo equestre ha deciso di usare, senza cautela, il suddetto modulo, riversandosi a frotte all’interno dei circoli ippici, creando assembramenti anche di ragazzi, che chiuse le scuole, sarebbero dovuti restare a casa. Immediato, allora, il blocco di questa situazione, venuta alle orecchie dei diversi presidenti dei comitati regionali, che hanno richiesto a gran voce di fermare questo uso smoderato del modulo, che doveva essere interpretato puramente come  un valido strumento di gestione.  Per cui dall’11 marzo, il governo e movimento dei cavalli, è stata demandato ad istruttori, presidenti dei circoli, collaboratori designati allo scopo. Salvo particolari eccezioni: situazioni di emergenza veterinaria e cavalieri di interesse federale. E’ stato necessario rivedere anche situazioni per il trasporto dei cavalli, perché, purtroppo, giorno dopo giorno, man mano che si è aggravata  la situazione pandemica, e le restrizioni sono aumentate e il popolo equestre ha cercato di trovare soluzione alla propria quarantena forzata in casa. Sono cominciate le richieste ai veterinari di certificazioni particolari che richiedessero la presenza specifica del proprietario, ma, contemporaneamente sono fiorite anche emergenze reali,  relative alla nuova gestione dei cavalli, che bruscamente hanno cambiato lavoro e tipo di alimentazione: casi principali, sintomi di coliche ad esempio da costipazione, spesso con la necessità di trasporto immediato in cliniche veterinaria. E così, molti furbetti, per cercare di aggirare le norme, hanno cercato di trasportare il proprio cavallo in circoli ippici più vicini alla propria abitazione, cosa che è stata immediatamente arginata con ulteriori precisazioni a riguardo.  I trasporti sono stati  regolamentati in maniera dettagliata, aprendo anche per il settore zootecnico  e riproduttivo, da e verso la stazione di monta, centri di inseminazione e centri di riproduzione di embrioni. Altra norma che è stata controllata con fermezza: l’accesso ai circoli ippici da parte di figure tecniche precise e collaboratori ben individuabili, norma proprio recentissima, per cui il modulo va affiancato ad un documento, redatto dal presidente del circolo, che possa far  individuare nominalmente quelle persone che contribuiscono all’accudimento dei cavalli ospitati, precisando orario ed identikit dei cavalli. Tutto quanto descritto sinteticamente e consultabile, in maniera precisa e dettagliata, sul sito web della Fise,  allo scopo di sensibilizzare al senso di responsabilità e vivere civile, allontanando escamotage per eludere la norma, in un momento delicato come questo. La federazione ha inoltre, effettuato una attenzione ed una selezione tra i propri cavalieri, lasciando a casa amatori – e tra essi intendo anche il proprietario che quotidianamente si reca a fare visita ed accudire il proprio animale d’affezione – cercando di essere vicino, invece,  ai cavalieri di “interesse nazionale” che possono continuare gli allenamenti a porte chiuse nei circoli, rivedendo per ben due volte la qualifica. “Tale intervento restrittivo è necessario per contenere allo stretto necessario lo spostamento degli atleti e contribuire maggiormente al necessario sforzo di prevenire il contagio che la Federazione sta chiedendo a tutti i suoi tesserati”. Noi abbiamo deciso di apportare l’esempio, di una scuola federale romana, come dimostrazione simbolica di un comportamento ammirevole, serio e discreto, con il quale stanno gestendo questa situazione. Citiamo il “Dragoncello” di Acilia, gestito dalla Famiglia Roman, perché conosciamo molto da vicino questa realtà equestre, e con loro intendiamo menzionare ed elogiare  tutto lo sport equestre serio e disciplinato, che ci rassicura e infonde coraggio,  quando la vita quotidiana si fa dura e difficile, come in questo caso. In data 10 marzo, sulla loro pagina facebook è apparso, immediatamente, un comunicato a firma del Maestro, Federico Euro Roman, con il decalogo comportamentale che si aspettava e richiedeva dagli allievi ed iscritti, del Dragoncello. Hanno poi continuato a lavorare e gestire e muovere i cavalli – come tanti circoli del territorio italiano – in silenzio, con dedizione e passione. In queste ore, abbiamo parlato con Pietro Roman, figlio d’arte, cavaliere di spicco del nostro completo ed istruttore, e gli abbiamo chiesto come prosegue da loro l’attività. “E’ un momento estremamente delicato, da gestire al meglio delle nostre possibilità. – ha detto Pietro al telefono – Attualmente abbiamo all’interno del nostro vivaio di giovani, 4 o 5 atleti che potrebbero puntare ai campionati europei, ma solo 2, young riders, rientrano nelle attuali restrizioni federali di atleti di interesse nazionale, e si allenano a porte chiuse”.  Il  cavaliere che fa coppia col grigio Barraduff, ha poi aggiunto: “La pandemia sta aprendo una grave crisi a livello economico, anche per il nostro paese. Dobbiamo pensare che quando si fermano le attività commerciali ed anche le industrie, si mette in forse l’economia di un paese, e quindi potranno venire meno le spese di mantenimento mensile del cavallo atleta, voglio dire che ho timore che i nostri allievi potrebbero non avere sufficiente liquidità per pensare ai loro cavalli nei mesi successivi”. L’atleta di Rio 2016, che stava pensando ai Giochi Olimpici di Tokyo 2020, ha inoltre dichiarato: ” Ero  assolutamente convinto, in cuor mio,  che i giochi non si sarebbero potuti svolgere,  nelle date stabilite. Sono molto felice che abbiano trovato una alternativa alla cancellazione dei giochi. Da atleta, sentivo la necessità di ricevere quanto prima, una indicazione in tal senso”.

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