Joe Wright e il suo Churchill - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Joe Wright e il suo Churchill

Joe Wright e il suo Churchill

di Marina Pellegrino

In vista della 90esima edizione dei prestigiosi Academy Awards, ossia i Premi Oscar, lo scorso 18 gennaio, in tutte le sale cinematografiche italiane, è andato in scena il nuovo film firmato Joe Wright, “L’ora più buia”, che ha registrato in due settimane il tutto esaurito in tutte le province. La pellicola, ispirata all’omonimo libro di Anthony McCarten, testo che riporta alla lettera i tre discorsi del Primo Ministro Britannico, Winston Churchill, che tenne tra il maggio e giugno del 1940, agli inizi dunque della Seconda Guerra Mondiale. Il famoso «no» categorico all’egemonia di Hitler, sostenuto strenuamente da Churchill, cambiò la storia dell’Europa, permettendo alle forze militari britanniche e francesi stanziate a Dankerque, l’evacuazione della zona costiera francese, prima dell’imminente attacco delle truppe tedesche. Uomo risoluto, colto, senza scrupoli, Churchill visse il momento della decisione dell’attuazione del piano di fuga dei militari, storicamente denominata “l’ora più buia della sua vita”, completamente da solo, senza l’appoggio del suo re balbuziente Giorgio VI, e la minaccia da parte del suo stesso partito di essere sollevato dall’incarico. Il film di Wright, già noto al grande pubblico per la regia dei film Orgoglio e Pregiudizio, Espiazione ed Anna Karenina, rappresenta l’ora più buia di Churchill, con fare intimo e profondo, spalleggiato dalla notevole interpretazione di un irriconoscibile Gary Oldman, invecchiato ed appesantito per l’occasione, che veste i panni di una delle personalità più complesse della storia novecentesca, con una prestazione da vero fuoriclasse, aggiudicandosi, a pieno titolo, la prestigiosa candidatura nella categoria Miglior Attore Protagonista all’Oscar 2018. A questa nomination, si aggiungono altre cinque candidature, tra cui Miglior Film e Miglior Trucco, conferendo quindi alla pellicola, lustro e notorietà. Questa parte di storia, raccontata con particolare cura del dettaglio, ed eleganti giochi scenografici, è stata totalmente rivoluzionata dal punto di vista musicale, stemperando l’atmosfera di paura e tensione perenne, attraverso le musiche pulite e ricercate, di stampo prettamente classico, di Dario Marianelli, compositore di origini italiane, già detentore della prestigiosa Statuetta, vinta nel 2008 per la colonna sonora del film Espiazione. Marianelli ha regalato a “L’ora più buia”, dei veri gioielli musicali, componendo tanti piccoli concerti per pianoforte e orchestra, capaci di rappresentare in ogni scena, raffinatezza decisa, inflessibile, ma anche retorica e prepotenza, riproduzione fedele in musica del carattere di uno degli uomini politici più famosi di tutti i tempi. Un vero e proprio esempio è rappresentato nella scena dell’incontro tra Churchill e il re Giorgio, a seguito della nomina di Primo Ministro di Winston, dove il protagonista percorre il corridoio di Buckingham Palace con passo deciso, fremente, accompagnato da una melodia in FA minore, eseguita dal profondo suono del controfagotto, sostenuto da tutta la sezione degli archi che, incessantemente, falcano le corde, creando un effetto di figurazioni musicali brevi, interrotte da pause, ma sempre ritmicamente perfette. Questo incipit musicale, viene impreziosito dal tema principale melodico eseguito dal pianoforte solo di Vikingur Olafsson, giovane pianista islandese, famoso per le sue incisioni di musica minimalista, che con il suo prezioso tocco pianistico, denominato Jeu Perlè, eseguirà trilli e abbellimenti, che regalano un’impronta nobile e pomposa, formidabilmente consona alla location, e dunque la sede reale, alla circostanza, un incontro formale, ed infine alla discussione dai toni sia eleganti che grotteschi, che si svolge tra i due personaggi. Proprio durante il colloquio, la tonalità d’impianto del brano, si sposta da FA minore a LA bemolle minore, attraverso un breve ponte modulante, creando un incremento timbrico, e conferendo dunque alla scena fermezza, la stessa fermezza che il Churchill di Gary Oldman mostra dinanzi ad un dubbioso re. Un vero e proprio rifacimento alla musica russa di Sergej Rachmaninov, nella fattispecie il terzo concerto per pianoforte ed orchestra, caratterizzato da un inizio melodico all’unisono del pianoforte, che quasi nell’immediato prende consapevolezza timbrica e dinamica. Un film che, per quanto di carattere storico, regala allo spettatore un modo nuovo di vedere Churchill, reinventato dalla musica raffinata e sofisticata di Marianelli. Un prodotto di qualità adatto ad un pubblico internazionale rappresentativo di tutte le età.