Inchiesta Covid, coinvolta anche Salerno - Le Cronache
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Inchiesta Covid, coinvolta anche Salerno

Inchiesta Covid, coinvolta anche Salerno

Turbativa d’asta e frode in pubbliche fornite: sono le ipotesi d’accusa per le 23 persone indagate nell’ambito dell’inchiesta sui covid hospital campani, suddivisa in tre filoni, riguardanti gli ospedali modulari di Napoli, Caserta e Salerno. Indagini condotte dal pool composto dai magistrati Artiduro, De Roxas, Di Mauro e Woodcock. A ricevere l’avviso di garanzia, tra gli altri, il manager dell’Asl Napoli 1 centro Ciro Verdoliva. Gli indagati sono chiamati a spiegare i contenuti delle chat e delle conversazioni intercettate. L’inchiesta riguarda le forniture di mascherine per bambini, e una serie di presunte appropriazioni indebite di tamponi e mascherine da parte del personale sanitario e Verdoliva, a cui il pool di magistrati contesta i reati di turbativa d’asta e frode in pubbliche forniture, avrebbe falsificato un contratto anticipando la data del subappalto. Sono indagati anche i titolari della società Med di Padova, gli imprenditori Alberto ed Enrico Venturato – che per i pm sarebbero entrati in possesso di informazioni riservate sulle gare, con la complicità di un funzionario – e un dirigente, responsabile per il Sud Italia della multinazionale Siram. Ad anticipare le informazioni riservate, via whatsapp e telefono, sarebbe stata l’ingegner Roberta Santaniello, dirigente dell’ufficio di gabinetto della Giunta regionale della Campania e componente dell’Unità di Crisi anti-covid. La dirigente e il capo della Protezione Civile, coordinatore della task force, Italo Giulivo, sarebbero coinvolti anche nel filone sulle mascherine per i bimbi, un appalto da 2,5 milioni di euro. Nel mirino anche la fornitura, per un importo di 2 milioni e 673 mila euro, di attrezzature, arredi e dispositivi medici per l’attivazione dei posti letto nelle terapie intensive delle strutture modulari, affidata dalla stazione appaltante So.Re.Sa alla società Med, dopo il nullaosta dell’unità di crisi regionale. Poi ci sono la gara da 15,5 milioni di euro, del 17 marzo 2020, per le unita’ modulari all’Ospedale del Mare, nel quartiere Ponticelli di Napoli, anche questa affidata alla Med, e le presunte irregolarità sulle forniture dei ventilatori polmonari. La Med doveva realizzare 120 strutture modulari: 74 all’Ospedale del Mare, 24 al sant’Anna e san Sebastiano di Caserta, e 24 al Ruggi d’Aragona di Salerno. Ma, secondo i consulenti dei pm, le forniture realizzate sarebbero state la meta’ del previsto; insufficiente sarebbe lo spazio destinato a ogni singolo posto letto, non a norma perche’ complicherebbe eventuali manovre rianimatorie. A Napoli, secondo gli accertamenti, sarebbero stati realizzati 48 dei 72 posti previsti; 12 su 24 a Salerno e 14 dei 24 previsti presso il Covid Center di Caserta. Ieri sono stata ascoltata dai pm parte delle persone indagate per la vicenda delle mascherine ai bimbi, che vede coinvolti il titolare della ditta che si è aggiudicata la fornitura, che non ha risposto alle domande, così come l’ingegnere Santaniello e Italo Giulivo, direttore generale per i Lavori Pubblici e consulente dell’Unità di Crisi. Ha risposto invece il responsabile unico del procedimento. Gli interrogatori, iniziati oggi negli uffici della Procura di Napoli, termineranno il 27 maggio. Lo scorso febbraio, nell’ambito di un altro filone, quello riguardante le analisi sui tamponi molecolari e l’istituto zooprofilattico di Portici, gli inquirenti hanno chiesto la proroga delle indagini, tra gli altri, per Enrico Coscioni, braccio destro per la sanità del governatore della Campania Vincenzo De Luca: al funzionario viene contestato il reato di turbativa d’asta in concorso. e.n