L'europarlamentare Roberti: «In Italia, la giustizia civile e penale troppo lenta, penalizza l’economia» - Le Cronache
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L’europarlamentare Roberti: «In Italia, la giustizia civile e penale troppo lenta, penalizza l’economia»

L’europarlamentare Roberti: «In Italia, la giustizia civile e penale troppo lenta, penalizza l’economia»

di Erika Noschese

«Bisogna avere una giustizia efficiente, efficace e uguale per tutti. La lentezza dei procedimenti penali e civili penalizza lo sviluppo economico». A parlare così Franco Roberti, Parlamentare Europeo, già Procuratore Nazionale Antimafia, ospite – ieri sera – del Festival delle Colline, nella suggestiva cornice de La Tenuta dei Normanni. Una serata dedicata alla giustizia e alla legalità, nel ricordo di Paolo Borsellino, a 28 anni dalla strage di Via D’Amelio. Tutto parte dal caso Palamara che ha coinvolto Luca Palamara, ex consigliere del Consiglio Superiore della Magistratura (Csm, l’organo di autogoverno della magistratura) ed ex presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati (Anm, il principale organo di rappresentanza dei magistrati). Palamara è accusato di corruzione: secondo l’accusa avrebbe messo le sue funzioni, in cambio di viaggi e regali, a disposizione di Fabrizio Centofanti, ex capo delle relazioni istituzionali di Francesco Bellavista Caltagirone (un imprenditore con una lunga serie di vicende giudiziarie, quasi sempre concluse a suo favore). Centofanti venne arrestato nel febbraio 2018 per frode fiscale: Palamara è accusato di avere favorito lui e altri indagati con una serie di nomine o tentate manovre negli uffici delle procure. Uno scandalo che ha coinvolto magistrati, servitori dello Stato perchè, ha ricordato Roberti, «credo si tratti di un caso scandaloso senza precedenti»

Onorevole, oggi al Festival delle Colline per ricordare Paolo Borsellino e la strage di Via d’Amelio…

Si, è sempre importante ricordare, commemorare Paolo Borsellino e lo facciamo con la messa in scena della piece teatrale di Ruggero Cappuccio, “Paolo Borsellino. Essendo Stato” ma è importante soprattutto parlare di giustizia, partendo da Paolo Borsellino fino ai giorni nostri, vedere quelle che sono le problematiche gravi inerenti la giustizia e quali le soluzioni per poter avere una giustizia uguale per tutti efficiente, efficace e suggestiva”.

A proposito di giustizia, non sono pochi gli scandali che coinvolgono giudici, magistrati. Crede che oggi si possa parlare di giustizia corrotta?

“Assolutamente no, la giustizia non è corrotta. Per fortuna, la maggior parte dei magistrati esercita in modo indipendente e soprattutto silenzioso, la propria funzione. Non bisogna farsi fuorviare dalle vicende del caso Csm Palamara che sono vicende gravissime, intendiamoci, ma sono stati individuati, isolati e saranno stigamtizzate come prevede l’ordinamento. La giustizia deve funzionare meglio, questo sì, ma dipende anche dai magistrati il funzionamento migliore. Bisogna mettere d’accordo la politica e la magistratura per poter avere finalmente una giustizia degna di un paese avanzato quale siamo e vogliamo essere”.

L’emergenza coronavirus ha messo in difficoltà anche il mondo della giustizia. Credo sia il momento di un ritorno alla normalità?

“Ci sono delle attività che non tollerano di essere svolte in Smart working. Alcune attività processuali pretendono, richiedono la presenza fisica delle parti nel processo perché è il contraddittorio che lo richiede, soprattutto nel processo penale. Ma molte altre cose si,si possono fare in Smart working e in questa modalità: si possono fare tutta una serie di attività come lo scambio di atti e anche in Europa stiamo prevedendo dei regolamenti che consentono a tutti i paesi dell’Unione Europea la possibilità di scambiarsi gli atti con la modalità informatica e questo dovrebbe consentire un’accelerazione dei procedimenti. Quello che conta è la tempestività: la giustizia civile e penale è troppo lenta e la lentezza della giustizia, soprattutto in Italia penalizza anche l’economia perché lo sviluppo economicorichiede come presupposto una giustizia che funzioni, nella tutela dei diritti, per garantire ai cittadini maggiore sicurezza. Dove non c’è giustizia e non c’è sicurezza non c’è sviluppo economico, ricordiamocelo sempre. Del resto, lo stanno dicendo anche figure più autorevoli di me, come Paolo Gentilonie la presidente della commissione europea: serve una giustizia efficiente per garantire uno sviluppo economico”.

Onorevole, una domanda di carattere politico: la Regione Campania tornerà al voto per eleggere il nuovo presidente. De Luca è ancora in campo e, stando ai sondaggi, avrà gioco facile. Credo in una sua riconferma?

“Assolutamente sì, De Luca merita la riconferma non solo perché ha gestito benissimo l’emergenza ma per quello che ha fatto ma anche per quello che ha fatto nei 5 anni della passata legislatura. Non ho dubbi che sarà riconfermato e ovviamente ne sono ben lieto. Naturalmente, poi bisognerà affrontare questa fase nuova in cui purtroppo nulla sarà più come prima e i cittadini, come hanno saputo fare, dovranno essere disciplinati e rispettare le nuove regola per uscire finalmente da questa situazione”. Tanti gli ospiti illustri presenti, ieri sera al Festival delle Colline: tra questi Iside Russo, presidente della Corte d’Appello di Salerno; il capo della Procura di Nocera Inferiore Antonio Centore; il presidente della Scabec Antonio Bottiglieri, solo per citarne alcuni. Magistrale è stata l’interpretazione dell’europarlamentare nella pièce teatrale di Umberto Zampoli “Paolo Borsellino. Essendo Stato”. Un lungo applauso ha accompagnato lo spettacolo teatrale dedicato al magistrato italiano vittima di Cosa Nostra, morto il 19 luglio 1992 nella strage di via D’Amelio. «Si muore quando si è soli, isolati e Borsellino e Falcone, quando sono morti, erano stati isolati – ha detto ancora l’ex procuratore nazionale Antimafia – Sono stati uccisi per impedire che diventassero procuratori nazionali antimafia». Roberti ha poi lanciato un monito importante: «Non vorrei che dopo questo sacrificio tutto tornasse come prima: bisogna avere una giustizia efficiente, efficace ma soprattutto, una giustizia che sia uguale per tutti».