Imprenditori, clan e carabinieri nella guerra del pesce al Mercato Ittico di Salerno - Le Cronache
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Imprenditori, clan e carabinieri nella guerra del pesce al Mercato Ittico di Salerno

Non un tentativo di rapina ma un atto intimidatorio ai danni di un imprenditore di Capaccio del mercato ittico di Salerno. Nella giornata di venerdì scorso, la squadra mobile di Salerno, su disposizione della Procura della Repubblica, ha eseguito un provvedimento di fermo nei confronti di quattro persone, tutte incensurate, indiziate dei reati di tentata estorsione aggravata, detenzione e porto abusivo in luogo pubblico di arma da sparo e del relativo munizionamento. Nella giornata di oggi, in seguito all’udienza di convalida, il giudice per le indagini preliminari ha disposto, per i quattro indagati, la misura cautelare della detenzione domiciliare. Si tratta di Gianni Mauro, 32enne di Capaccio; Biagio Lammardo, 31enne di Sala Consilina; Donato Cataldo e Massimo Squillante, rispettivamente 37enne e 46enne di Sarno. Altri due gli indagati: si tratta di due carabinieri. L’attività investigativa è partita proprio dalla sparatoria del 5 dicembre 2017, allorquando, lungo la litoranea di Eboli, l’automobile a bordo della quale viaggiava Agostino Ferrigno imprenditore del mercato del pesce di Salerno e titolare della pescheria “Marechiaro”, fu bersagliata da diversi colpi di arma da fuoco (un fucile a pallettoni calibro 12). Nella circostanza, non vi furono feriti. Le indagini hanno consentito di verificare il movente dell’accaduto: ad ordire l’agguato fu un altro operatore del mercato ittico del capoluogo salernitano, originario di Capaccio, allo scopo di evitare che il concorrente acquisisse ulteriori società, espandendo, in tal modo, i suoi affari. Una «azione dimostrativa» resasi necessaria alla luce del fatto che l’imprenditore/vittima era rimasto impassibile dinanzi alle “sollecitazioni orali” che gli sconsigliavano di estendere la sua attività. Durante le perquisizioni domiciliari, effettuate presso le abitazioni degli inda
gati, sono stati rinvenuti e sequestrati 2 fucili a pompa calibro 12 e una pistola calibro 9×21, con le matricole abrase, nonché il relativo munizionamento. «Quest’operazione si contraddistingue per aver sconfitto delle consorterie criminali che si stavano radicando sul territorio». Commenta così il procuratore della Repubblica facente funzione, Luigi Alberto Cannavale, il colpo messo a segno dalla squadra mobile della polizia di stato di Salerno. «Sono state disvelate delle convivenze di appartenente alle forze dell’ordine che sicuramente fanno male a noi perché sono persone con cui collaboriamo e fanno male alle stesse istituzioni di appartenenza perché scoprire dei soggetti non fedeli è sempre una brutta scoperta», ha poi aggiunto il procuratore facente funzione, secondo cui la Procura della Repubblica di Salerno e la direzione distrettuale antimafia stanno svolgendo un’attività capillare d’indagine sulle attività imprenditoriali borderline, collegate o che hanno trovato la propria genesi in una provvista economica derivante dalla criminalità organizzata. Lo spaccato sul mercato ittico, per il dirigente della squadra mobile Lorena Ciccotti, «attesta come il settore sia gestito da organizzazioni camorristiche attraverso dei presta nomi».