«Impossibilitati a far valere le nostre ragioni in Consiglio» - Le Cronache
Attualità Politica

«Impossibilitati a far valere le nostre ragioni in Consiglio»

«Impossibilitati a far valere le nostre ragioni in Consiglio»

di Erika Noschese

La maggioranza del sindaco Napoli sembra essere sempre più in bilico. Un esempio concreto possono essere proprio gli atteggiamenti di alcuni consiglieri, tra cui Corrado Naddeo che proprio nel corso dell’ultimo consiglio comunale ha abbandonato l’aula, in segno di protesta perchè, dice, «vorremmo essere coinvolti almeno in un confronto prima di prendere decisioni».

Non mancano polemiche con il sindaco. Durante l’ultimo consiglio comunale l’ennesima dimostrazione, qualcosa non funziona come dovrebbe, forse…

«Sicuramente, non sono pochi i consiglieri che vorrebbero essere coinvolti almeno in un confronto prima di prendere delle decisioni che, pur rispettando l’autonomia della giunta, devono essere arricchite dal contributo dei consiglieri, soprattutto quando ci sono argomenti sui quali non c’è univocità di punti di vista. E’ un metodo sul quale, secondo me, bisogna fare le giuste riflessioni e tornare a condividere altrimenti non si crea un percorso comune e un lavoro di squadra».

Cosa manca, secondo lei, a questa maggioranza per essere compatta?

«La capacità del sindaco e della giunta di volerne utilizzare le potenzialità. L’impressione purtroppo è che ci sia una sorta di etero direzione che non si confronta con la necessità che hanno tutti i consiglieri di metterci del proprio, senza stravolgere il percorso antico di buon amministrazione che negli anni passati ha fatto crescere molto Salerno. Negli ultimi 8 anni invece ci sono molte criticità: non c’è manutenzione; non c’è equilibrata gestione delle municipalizzate; le tariffe di tutti i servizi essenziali sono molto elevate; molte opere importanti sono al palo. Ci sono troppe situazioni che lasciano un po’ a desiderare ma quello che sembra mancare è un effettivo controllo su settori strategici: l’igiene della città lascia a desiderare, a fronte di costi molto elevati; abbiamo cambiato lo statuto, abbiamo dato la possibilità di avere un manager però se facciamo tante proposte, in consiglio o durante le riunioni di maggioranza che un tempo si tenevano, per eliminare dal centro storico le campane di vetro; per verificare e controllare la presenza degli operatori sul territorio attraverso app molto semplici da utilizzare; sfruttare le guardie ambientale per fare controlli sul territorio; far utilizzare la tassa di soggiorno che i turisti lasciano e abbiamo proposto di utilizzarla con progetti che andiamo a scegliere noi consiglieri. Alla fine della consiliatura a tutti noi verrà chiesto conto del nostro operato ma siamo in una situazione nella quale vai i consiglio e non hai avuto preventivamente la possibilità di confrontarti in maggioranza. Un esempio p il piano d’ambito sui dehors che va ad offuscare l’intera facciata del palazzo e lanostra Soprintendenza è totalmente su altri canoni estetici rispetto a quelli delle persone semplici e normali. Altro esempio è piazza della Libertà: ipotizzare dopo anni che l’unica cosa da fare su quel progetto era abbassarlo di pochi centimetri mentre si inseriva in modo molto bello all’interno del contesto architettonico mentre la Soprintendenza va a fare le pulci ai cittadini mi sembra strano. Io, Gallo e D’Alessio non abbiamo avuto neanche la possibilità di esprimerci rispetto a queste tematiche ed è chiaro che quando non c’è più un metodo condiviso la forma di protesta più alta è quella di non votare in maniera compatta, di uscire dall’aula».

L’anno prossimo la città di Salerno sarà chiamata al voto per il rinnovo del consiglio comunale. Ora, sarebbe pronto a lasciare la maggioranza?

«Il tema non è lasciare la maggioranza bensì abbracciare un progetto e io posso avere interesse a proseguire l’impegno personale nell’amministrazione della città se c’è un progetto condiviso e nel quale io posso offrire un contributo. Il metodo che non consente l’espressione dei consiglieri comunali è sbagliato, non possiamo pensare che per ogni questione si debba fare una mega riunione di condominio ma è anche vero che non possiamo continuare a fare deroghe, utilizzando il passaggio della Soprintendenza quasi scellerato. E questo vale anche per la musica: lasciano che i gestori facciano musica fino all’alba senza avere una pattuglia della municipale sul territorio. La mia idea della città non è quella di un auditorium finito che sta lì da 3 anni chiuso e non se ne può parlare, non è quella di opere private e non c’è edilizia sportiva pubblica. Abbiamo dovuto, con alcuni consiglieri, tra cui Sara Petrone, Pietro Stasi, D’Alessio e Gallo, fare una battaglia per evitare che il destino del Pip nautico fosse stravolto. Dal punto di vista infrastrutturale è di importanza eccezionale per Salerno, così come lo è l’aeroporto per il quale bisognerà assolutamente fare una mobilitazione fortissima e noi non possiamo pensare che nella nostra città consentiamo che si costruisce un porto commerciale in una delle zone più belle. Noi non possiamo consentire che venga bloccato l’aeroporto, non possiamo».

Lei prima ha puntato l’attenzione sulla città sporca. Oggi Salerno Pulita è al centro del dibattito dopo le dimissioni di Nicola Sardone…

«Non ho purtroppo un pensiero perché non ho mai avuto la possibilità di conoscere le criticità di questa azienda. Noi come consiglieri non abbiamo accesso ad alcun tipo di discussione; possiamo protestare uscendo dall’aula senza votare, votando in dissenso. Questa è l’unica forma di protesta».

Anche a Salerno si parla di coronavirus, un primo caso in provincia di Salerno. Un momento delicato che coinvolge tutto il Paese.

«Io penso che si tratti di un momento difficile. Più passano i giorni e più viene affrontato in modo corretto perché secondo me la situazione è nuova per tutti e ci vuole la massima tutela e cautela. L’isolamento precoce di piccoli focolai o singoli pazienti, per evitare la diffusione è indispensabile perché il problema di questo virus è la facilità di contagio e credo che l’atteggiamento di cautela sia indispensabile, anche se alle volte non è coordinato alla perfezione. Sarebbe opportuno un maggior livello di coordinamento per quanto l’obiettivo finale di concedersi ancora qualche giorno avrà un suo valore, ci consentirà di valutare se si identificano o meno nuovi casi. La sanificazione, poi, non fa male nelle nostre strutture ma credo che tutto sommato ci stiamo incamminando sulla strada giusta».